L’archiviazione attiva di Princeton Softech

Con una proposta che si colloca tra il database e lo storage, la società punta alle partnership per affermarsi in Italia.

15 ottobre 2003 Per Princeton Softech, il mercato di riferimento è quello dell’ottimizzazione delle prestazioni dei database di produzione e la strada per affermarsi in Italia è quella delle partnership. Con le soluzioni Active Archive, la società offre un’architettura che permette l’estrazione e l’archiviazione di insiemi di dati relazionati e congruenti, indipendentemente dalla complessita del modello logico di partenza, rimuovendoli selettivamente e mantenendoli senza la necessità di specifici programmi applicativi. Presente nel nostro Paese dal novembre del 2001, l’azienda vuole dare una risposta al problema della costante crescita dei dati che, in questo modo, possono essere facilmente consultati in ogni momento grazie a funzioni di browsing. Active Archive, inoltre, che consente il rinvio degli upgrade di potenza elaborativa è disponibile in ambiente Db2 e per tutti i principali data base relazionali in ambiente distribuito, nonchè sugli applicativi PeopleSoft, Oracle Applications e Amdocs Clarify. E’ possibile, poi, implementare politiche di restore che ricarichino in modo selettivo sui database di produzione i dati precedentemente archiviati e sporadicamente richiesti dalle applicazioni. Così facendo, Princeton Softech, “che fattura 35 milioni di dollari a livello mondiale – ha puntualizzato Lisa Cash, Ceo della societa – e che in Italia dovrebbe chiudere l’anno con una quota di 1,2 milioni di euro”, si pone in modo complementare ai vendor di storage. In particolare, può vantare una collaborazione molto attiva con Emc, di cui, come specificato da Claudio Balestri, country sales manager della società in Italia, supporta la tecnologia Centera. “La nostra proposta – ha proseguito il manager – si colloca in uno strato intermedio tra il database e l’archiviazione fisica dei dati, connotandosi da un punto di vista logico”. L’obiettivo è di gestire il ciclo di vita dell’informazione, mantenendo il livello di performance. La presenza di Ibm tra i principali competitor, poi, assume per Princeton Softech una valenza estremamente positiva “in quanto – ha concluso Balestri – la presenza di un big riconosciuto nel nostro medesimo mercato, che ancora ha molto spazio di crescita, aiuta a sensibilizzare le aziende sulla necessità di adottare un software di archiviazione attiva”.

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