L’astrazione server e desktop di Vmware

In occasione della user conference di San Francisco, la società ha presentato l’hypervisor Esx Server 3i, un nuovo connection broker e un motore di workflow

Sipario alzato sul Vmworld 2007, la user conference dello specialista di virtualizzazione, Vmware, tenutasi quest’anno a San Francisco. 10.000 le persone registrate alla principale manifestazione della sussidiaria di Emc, che vanta nel suo capitale le partecipazioni “illustri” di Intel e Cisco. La società californiana ha usato la cornice privilegiata della città del Golden Gate per annunciare alcune novità.

«La virtualizzazione sta diventano sempre più pervasiva e oggi si parla finalmente di un mercato per questa tecnologia, cosa impensabile quando abbiamo iniziato la nostra attività, quasi 10 anni fa – esordisce Diane Greene, president e Ceo di Vmware -. L’astrazione sta portando a una revisione delle infrastrutture dei data center e noi intendiamo giocare un ruolo di primo piano in questa rivoluzione». E i numeri le danno ragione: secondo Idc, infatti, il mercato dei servizi di virtualizzazione, che nel 2006 ha generato un giro d’affari di circa 5,5 miliardi di dollari, è destinato a raddoppiare da qui al 2011, quando peserà per circa 11,7 miliardi. Questa tecnologia permette di utilizzare una singola macchina e di farci girare sopra diversi sistemi operativi, in modo da ottimizzarne l’utilizzo contenendo i costi.

La società ha iniziato a proporre, già 6 anni fa, il proprio hypervisor (Esx Server), ovvero un componente software che permette di disaccoppiare il sistema operativo dall’hardware su cui è installato, e oggi si tratta di una tecnologia piuttosto stabile.

«Ma Vmware non si ferma – prosegue la manager – ed ecco perché ho deciso di cogliere l’occasione di questa manifestazione per annunciare Esx Server 3i. Si tratta di un nuovo hypervisor, che dai 2 Gb della versione completa si è ridotto a 32 Mb, quindi è meno ingombrante, più facile da installare e configurare. Abbiamo messo a dieta questo componente software, per riuscire a includerlo come tecnologia embedded in alcuni dei più diffusi server. Finora abbiamo siglato accordi con Dell, Fujitsu Siemens, Hp, Ibm e Nec ma molte altre case seguiranno a breve».

L’idea è portare la virtualizzazione nei singoli ambienti dipartimentali, semplificandola e rendendola meno invasiva. «Tradizionalmente – gli fa eco Raghu Raghuram, vice president Products and Solutions Marketing di Vmware – chi implementa la virtualizzazione compra un software su un Cd-Rom, lo installa e ha, quindi, necessità di servizi aggiuntivi. Grazie a questa nuova offerta, circa la metà delle tradizionali necessità di gestione e manutenzione sono comprese nell’acquisto dell’hardware, quindi completamente automatizzate, con un enorme risparmio di tempo per i responsabili It». La nuova soluzione sarà in vendita con i primi server a partire dalla fine dell’anno.

Novità anche nei connection broker

La società ha anche presentato un nuovo connection broker, Virtual Desktop Manager 2, che collega i client remoti ai desktop centralizzati, migliorando la gestione delle applicazioni e riducendo i costi dell’hardware. Le applicazioni risiederanno nel data center o nel server centrale e gli utenti potranno facilmente usare un browser Web da remoto per accedere in sicurezza a tutto il proprio desktop. Questo prodotto, attualmente in beta 2, dovrebbe essere disponibile entro la fine dell’anno e andrà a indirizzare un mercato, quello delle soluzioni di virtualizzazione desktop server based che, secondo Idc, è destinato a esplodere nel corso dei prossimi anni, arrivando a generare un giro d’affari di oltre 2 miliardi di dollari nel 2011.

«Grazie a una funzionalità battezzata Usb Redirection – prosegue Raghuram – tutti i dispositivi collegati con porta Usb a un terminale desktop saranno reindirizzati automaticamente al server e gestibili centralmente». «L’ultimo annuncio – conclude la Greene – è quello di Vmware Site Recovery Manager. Si tratta un motore di workflow che permette agli amministratori di attivare con facilità il disaster recovery su siti remoti, definendo le politiche di priorità del caso». A completare la serie di novità anche l’annuncio di un’acquisizione, i cui termini economici non sono stati resi noti. Si tratta di quella di Dune Technologies, società specializzata nelle soluzioni di orchestrazione dei processi all’interno di ambienti virtualizzati.

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