Le femtocelle che piacciono a Motorola

Un mercato destinato a crescere e che delinea nuove opportunità per utenti e operatori.

Le femtocelle, malgrado l’apparente ostilità del nome,non sembrano spaventare più di tanto i consumatori europei che sembrano piuttosto interessati a una adozione nell’arco dei prossimi 12 mesi.
Ne è convinta Motorola, forte dei risultati di uno studio condotto nel corso della primavera su un gruppo di utenti di sei Paesi, Italia inclusa.

Apparentemente sconosciute, le femtocelle hanno guadagnato immediatamente punti, una volta evidenziati i loro vantaggi: migliore copertura mobile in ambienti chiusi, la qualità delle chiamate e la riduzione dei costi delle chiamate vocali interne.
Le femtocelle consentono la creazione di nuovi servizi convergenti. Per questo rappresentano una nuova opportunità sia per gli utenti sia per gli operatori”, spiega Massimo Sangiovanni, responsabile marketing in Motorola Networks. “In realtà stiamo parlando di un progetto che è pronto alla sua fase attuativa da qualche anno, basti pensare alle sperimentazioni di BT con Fusion, ma che ora riesce forse a esprimere le sue potenzialità”.

Su una femtocella si possono registrare più apparati e dunque più utenti possono godere contemporaneamente di una migliore copertura mobile in ambienti chiusi e di una maggiore velocità nella trasmissione dei dati, con sensibili risparmi dei costi, soprattutto nell’ottica di un utilizzo di tipo familiare.
Le femtocelle si indirizzano prevalentemente al mercato consumer, anche perché in genere non riescono a gestire più di 4 o 6 dispositivi contemporaneamente. Rappresentano però una enorme opportunità per gli operatori, soprattutto in un’ottica di fidelizzazione dei loro clienti”.

Concretamente , e solo a titolo di esempio, un operatore che offra servizi di telefonia fissa e mobile, potrebbe offrire ai suoi clienti residenziali, che già utilizzano i suoi servizi dati, un bundling con i servizi mobili: all’interno delle mura domestiche il telefono abilitato lavorerebbe sulla rete fissa, all’esterno su quella mobile.
Per l’operatore un vantaggio competitivo importante rispetto al cliente, e un vantaggio oggettivo importante, laddove si consideri che il cliente con la femtocella gli offre il footprint per la base station, consentendogli di limitare lo sviluppo delle rete outdoor”.

In questo scenario, Motorola si muove con soluzioni end-to-end che includono concentratori, stazioni, gateway, arrivando fino ai Cpe (Customer Premises Equipment) per gli utenti finali, per ora 3G ma a breve anche WiFi, WiMax, Hsdpa, Bluetooth. Per non parlare del provisioning, con controllo remoto garantito per tutti.

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