Secondo un’indagine di Unioncamere saranno 68.800 i “dottori” che troveranno lavoro nel sistema produttivo nazionale nel 2010, 6.400 in più del 2009
Le imprese italiane cercano più personale laureato e diplomato, ma con un minimo di esperienza alle spalle: è quanto emerge da un’indagine di Unioncamere presentata a Job&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro (Fiera di Verona). Secondo lo studio saranno 68.800 i “dottori” che troveranno lavoro nel sistema produttivo nazionale nel 2010, circa 6.400 in più del 2009. Quasi 243.000, invece, i diplomati richiesti, 20.900 in più rispetto allo scorso anno.
Esperienza richiesta
Ma se per alcuni titoli di studio (in particolare sanitario, paramedico, chimico e farmaceutico) la sola formazione scolastica e universitaria è considerata dalle aziende un valido lasciapassare per l’assunzione, per tutti gli altri settori il famoso “pezzo di carta” può non bastare per conquistare un posto di lavoro. All’aumento della domanda di laureati e diplomati corrisponde infatti un aumento dell’esperienza richiesta dalle imprese dell’industria e dei servizi. Per il 60% delle assunzioni di diplomati previste, le aziende chiedono un’esperienza, anche se piccola e in forma di stage, percentuale che sale al 66% nel caso dei laureati. Alcune competenze “aggiuntive” di tipo trasversale sono poi ritenute indispensabili già nella fase di valutazione iniziale dei candidati: le assunzioni di 2 laureati su tre sono subordinate alla loro capacità di lavorare in gruppo e risolvere i problemi. La metà delle aziende che prevedono di assumere personale diplomato pretendono dai futuri assunti lo svolgimento con autonomia e responsabilità dei compiti assegnati, di collaborare con gli altri per attività più complesse e di saper gestire i rapporti con la clientela.
Le occupazioni introvabili
Nonostante la difficile congiuntura economica e la fame di occupazione degli italiani, alcuni profili sono comunque considerati “introvabili” dalle aziende. In particolare i diplomati degli indirizzi tecnico-professionali, che restano tra i “preferiti” del settore privato ma anche i più difficili da reperire. Nel complesso, considerando tutte le assunzioni di diplomati (con e senza esperienza pregressa) previste dalle imprese industriali e terziarie, quest’anno la difficoltà a selezionare il candidato più adatto dovrebbe riguardare 26 entrate su 100, un dato in crescita rispetto al 2009, quando problemi analoghi riguardavano “solo” 19 assunzioni su 100. Per quanto riguarda i laureati, i professionisti più difficili da reclutare, con una percentuale di difficoltà di reperimento che supera il 50%, sono soprattutto gli sviluppatori di software e gli addetti al marketing.
Poca fiducia del privato nelle facoltà umanistiche
La grande fetta delle assunzioni di personale con titolo di studio superiore riguarderà nel 2010 soprattutto i dottori provenienti da facoltà tecnico/scientifiche: in testa alle preferenze ci sono i laureati in economia: ne verranno assunti oltre 20.000. Nella classifica seguono i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (7310), i dottori in ingegneria industriale (4.970), ingegneria civile e ambientale (3.410) e altri indirizzi di ingegneria (4370). Assunzioni cospicue anche nel chimico-farmaceutico (3.710), nell’indirizzo scientifico, matematico e fisico (1570) e statistico (720). Molto minori le possibilità per i laureati negli indirizzi politico-sociale (1010 assunzioni) e psicologico (790), mentre gli “umanisti” sono addirittura esclusi dalla top ten.