Un’analisi di Gartner evidenzia come il ricorso all’outsourcing sia in ripresa in Europa su tematiche quali SaaS e cloud. Con molta attenzione al controllo dei costi.
Cresce la propensione delle aziende europee chef anno ricorso all’esternalizzazione dei servizi It.
Lo sostiene Gartner, sottolineando come il 53% delle imprese europee hanno dichiarato che nel corso del 2010 faranno un maggiore ricorso all’outsourcing e come il 40% delle aziende preveda di incrementare la spesa destinata ai servizi It esterni.
È in crescita soprattutto il numero delle aziende che dirotta verso service provider esterni una cifra compresa tra il 50 e il 75% della spesa It complessiva e questo nonostante un clima di forte attenzione alle spese.
In effetti, la pressione sui costi operativi è tuttora molto forte e solo il 24% del campione interpellato da Gartner per la indagine si è detto pronto a incrementare i propri budget a beneficio dei service provider. A questi si affianca quel restante quarto di imprese che pensa invece a una riduzione dei budget disponibili per i servizi It.
Complessivamente, ed è questo il dato forse più significativo, c’è un nuovo interesse nei confronti dell’outsourcing: il 14,7% di imprese con budget It inferiori al milione di euro oggi si dichiara interessato all’outsourcing. Erano il 6,1% solo un anno fa.
Secondo Gartner, l’atteggiamento delle aziende europee è un po’ lo specchio della particolare situazione in cui versa l’economia del Continente. Da un lato le imprese sono ancora estremamente concentrate sugli aspetti legati al controllo dei costi, dall’altro però hanno un crescente bisogno di accedere a risorse, capacità e flessibilità. Cosa che rende più articolata rispetto al passato la definizione delle relazioni con i service provider.
Un mix di voglia di ripresa e di cautela, che Gartner prevede possa durare anche oltre l’anno in corso.
Quanto alle aree di interesse, è evidente che dopo anni di riflessione, è ora arrivato il momento dell’adozione di modelli di business alternative, dal SaaS al cloud, fino alle infrastructure utility, per le quali I tassi di crescita si attestano tra il 5 e il 6%.
