Uno dei tasselli tecnologici che va di pari passo con l’IpTv è l’alta definizione, che sicuramente non interesserà solo l’utente consumer
È impazzato ovunque l'”Hd ready” al recente Cebit. Il termine ormai è padroneggiato dall’utente finale (le vendite di televisori predisposti per l’alta definizione lo confermano), ha campeggiato in numerosi stand della manifestazione di Hannover decretando un’ulteriore riduzione della distanza tra consumer electronics e informatica, tra cos’è professionale e cos’è consumer.
E, se anche nel professionalissimo stand di Ibm, tra mainframe e sistemi di storage campeggiava un’enorme semisfera costruita da tanti schermi in alta definizione allineati, vuol dire che il video di qualità è ormai considerato come un mezzo di marketing imprescindibile. L’alta definizione nel mondo business va a braccetto con due concetti essenziali: la comunicazione e, appunto, il marketing.
In primo luogo parliamo di videoconferenza, nonostante nel nostro Paese si debba ancora registrare la diffusione prevista dagli analisti, è ormai chiaro che, per imporsi, i meeting da remoto dovranno garantire una qualità audio/video, e di connessione, che non faccia rimpiangere la presenza fisica dei partecipanti.
Ma non si pensa solo alle riunioni. In ambito business, l’alta definizione in widescreen, ovvero la qualità video estrema in formato 16:9, apre il campo a una serie di opportunità notevoli: basti pensare al controllo dei processi di produzione sempre più da remoto a causa del diffuso ricorso all’outsourcing e all’analisi, sempre da remoto, di progetti tridimensionali. Ma il video in alta definizione diventerà accessorio fondamentale anche nell’ambito della Salute, della Formazione, del Fashion e del Design, della Pubblicità e della Produzione video. In tutti questi ambiti il filo conduttore è sempre la richiesta di avere in un luogo qualsiasi la rappresentazione più fedele possibile di ciò che avviene in un altro luogo.
Polycom, uno dei marchi storici del settore, ha pensato bene di cavalcare l’onda presentando una completa architettura di comunicazione e collaborazione, la UltimateHd. L’idea è di non soffermarsi esclusivamente alla resa video, ma estendere il concetto di alta definizione alla voce, ai contenuti multimediali, alla registrazione, allo streaming e alla condivisione dei contenuti, il tutto condito dagli Hd services, ovvero i servizi forniti dai partner per garantire che l’architettura sia realmente di alta definizione.
UltimateHd, per esempio, è in grado di fornire un duplice stream in alta definizione per coprire contemporaneamente persone e contenuti. E, se la comunicazione è Hd, non si può prescindere da alleanze tra vendor, come fa Polycom stessa, ma anche tra operatori per unire le competenze e fornire una soluzione unificata. E, poiché la rete è un elemento essenziale del servizio, è facile che presto anche i carrier e gli Internet provider si facciano avanti con le loro offerte frutto di partnership incrociate. Ad Hannover, per esempio, British Telecom ha presentato un proprio servizio di Unified Communications Video.
Tra tutti i vendor inclusi nella categoria Hd Tv, molti dei quali a presidio nel Planet Reseller, ha spiccato l’italiana Gold, azienda di Imperia, che ha investito in uno stand abbastanza evidente e ha scelto di puntare sul design made in Italy.
Ed è già tempo di Full Hd
Se in ambito aziendale si parla ancora di Hd, sul consumer siamo già al Full Hd. Si tratta di un formato di visualizzazione ancora più performante che garantisce una risoluzione pari a 1920×1080 pixel e si basa su 1.080 linee a scansione progressiva. Il risultato è una nitidezza doppia rispetto all’Hd e tripla rispetto al formato tradizionale.
E ora il Full Hd dovrebbe sostenere i forecast per il 2007 dei maggiori produttori di schermi Lcd e plasma. «La sola divisione che raggruppa i televisori e i lettori Dvd – afferma Enrico Ligabue, direttore divisione Brown goods di Lg Italia – ha raggiunto quota 270 milioni di euro nel 2006 (+58% rispetto all’anno precedente e circa la metà dell’intero fatturato di Lg Italia – ndr), per il 2007 prevediamo un fatturato di circa 365 milioni di euro».
È altresì ben delineato il mercato: gli schermi al plasma per i clienti che richiedono un alto “polliciaggio”, come si dice, e hanno grandi capacità di spesa, mentre gli Lcd, che mediamente costano la metà, si distinguono come bene da volume. Il plasma si delinea come prodotto di alta rappresentanza per le aziende del Finance, per esempio, per cui l’apparenza è uno strumento di marketing.
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