Le piccole e medie imprese spendono in informatica 847 euro per addetto. Grande divario fra le piccole e le medie aziende, quest’ultime proiettate verso un innovativo circolo virtuoso. I risultati dell’indagine dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.
Luci e ombre sull’adozione dell’informatica da parte delle piccole e medie
imprese italiane. E se da un lato viene confermato il refrain che le Pmi sono
mediamente orientate al contenimento della spesa It, dall’altro si allarga il
divario fra le piccole ( 10-49 addetti) e le medie imprese (100-500), queste
ultime proiettate verso un circolo virtuoso nell’adozione delle tecnologie It.
I risultati dell’Osservatorio permanente “L’ICT come leva strategica nelle PMI”, realizzato
dalla School of Management del Politecnico di Milano su 1.060
aziende e giunto quest’anno alla quarta edizione, fotografa una realtà
in grande evoluzione.
“Ci troviamo in una situazione di forte transizione e cambiamento”
ha commentato Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio
ICT & PMI. “Circa il 55% delle imprese usa un’infrastruttura
in evoluzione con un buon livello di aggiornamento, ma non completa e coerente.
Ma c’è un 29% che continua a usare un’architettura embrionale
e solo per il 16% delle Pmi si può parlare di infrastruttura evoluta”.
Per misurare la maturità Ict complessiva, i ricercatori del Politecnico
hanno valutato sia la maturità applicativa (software e procedure in grado
di supportare i processi aziendali in modo integrato) che quella infrastrutturale
(client, server, storage, sicurezza, in termini di completezza, affidabilità
e predisposizione all’aggiornamento).
Ebbene, mappando questi dati, si osserva che il 42% delle Pmi italiane è
ancora “immaturo”: c’è scarsa maturità sia dal
punto di vista dell’infrastruttura che delle applicazioni, solo nel 25%
dei casi è presente un responsabile IT, il supporto informatico è
ridotto alle attività essenziali, con spesa It molto ridotta (460 euro
per addetto).
Solo il 12% delle Pmi è “lungimirante”, organizzato con
una direzione It e spesa It elevata (1.354 euro per addetto). In particolare
la spesa It passa da 760 euro per addetto (aziende con 10-49 dipendenti) a 1.200
(250-500 dipendenti), con una media di 847 euro.
Questo dato, in sé preoccupante, va però contestualizzato, nel
senso che la quantità di piccolissime aziende sposta ovviamente l’ago
della bilancia verso numeriche di investimento piuttosto basse. Se infatti si
analizzano le aziende fra 100 e 250 dipendenti, si scopre che solo il 9% può
essere classificato nella categoria “immature”, mentre il 34% appartiene
alla zona virtuosa delle lungimiranti. “Le medie aziende –
prosegue Mainetti – stanno ormai adottando logiche di investimento
simili alle grandi: nel 26% dei casi abbiamo rilevato l’implementazione
di un ERP internazionale, il 29% sta adottando sistemi di business intelligence.
Capiscono la valenza dell’Ict e vogliono investire in tecnologie innovative”.
Del resto nella quasi totalità (88%) delle medie imprese è presente
una direzione It, percentuale che scende al 34% per aziende comprese fra 10-49
dipendenti.
Interessante è anche valutare come cambia l’intensità informativa
a seconda dei settori merceologici. In base ai risultati dell’Osservatorio,
alla categoria “limitata maturità Ict” appartengono i settori
delle Costruzioni, Alimentare, Tessile, Arredo. Alla categoria “settori
in transizione” troviamo il Metalmeccanico-Elettrico, Commercio, Alberghi,
Ristorazione e Turismo, Trasporti-Logistica, Sanità. Istruzione ed Enti
locali. Fra i settori “evoluti” prendono posto le Telecomunicazioni,
Media, Informatica, Finanza-Assicurazioni, Chimica-Gomma-Plastica.
Per quanto riguarda le adozioni delle tecnologie, il Web continua a crescere,
soprattutto nelle imprese di dimensioni maggiori. Le applicazioni più
diffuse sono le intranet per i dipendenti (tasso di adozione comprese fra il
16% e il 53%) e le extranet (7-37%). “Il Web – conclude
Mainetti – si sta sempre più diffondendo, ma anche qui notiamo
la differenza fra le piccole aziende che nella maggior parte dei casi prevedono
il solo sito istituzionale e le medie che hanno già implementato sistemi
più evoluti”.