Il Consiglio nazionale dottori commercialisti è un ente di diritto pubblico con personalità giuridica, costituito presso il ministero della Giustizia e con sede a Roma, che raggruppa i vari Ordini professionali locali i quali, a loro volta, si occupano della gestione territoriale della professione. Il suo sito, www.cndc, è un utile strumento per il professionista che trova, tra le altre, informazioni sulle convenzioni stipulate per gli iscritti all’albo, risposte a quesiti sulle dichiarazioni dei redditi e sulle novità fiscali, corsi di formazione tramite l’Istituto di ricerca Aristeia.
Sul rapporto che lega i commercialisti all’Information Technology, abbiamo sentito l’opinione di Francesco Serao, presidente del Cndc, che ci ha illustrato le iniziative che il Consiglio ha allo studio per stimolare il ricorso alle nuove tecnologie.
Quanti sono i dottori commercialisti operanti in Italia e quanti sono gli studi?
L’ultimo dato disponibile parla di 47.808 iscritti all’Ordine professionale. Risulta, invece, più difficile quantificare il numero esatto degli studi; in ogni caso, stimiamo che circa il 70% dei professionisti abbia un proprio studio.
Negli ultimi anni in Italia è cresciuto, e in quale direzione, il ricorso alle nuove tecnologie informatiche e telematiche negli studi professionali?
Sia che si parli di studi professionali o del singolo professionista, tutti ormai usano il computer come strumento fondamentale per la loro attività. L’impiego più frequente è quello dell’invio di cartelle e dichiarazioni dei redditi dei contribuenti al ministero delle Finanze. Ma l’uso si sta espandendo in generale per tutte le attività degli uffici, dall’archiviazione dei dati alla raccolta di informazioni sugli aggiornamenti legislativi. A questo scopo il Consiglio nazionale dottori commercialisti ha attivato da molti anni un sito (www.cndc.it) che rappresenta ormai un vero punto di riferimento per tutti gli Ordini locali e per gli iscritti. Agli Ordini locali, il sito fornisce risposte a tutti i quesiti relativi agli enti pubblici o alle prassi fallimentari. Offre inoltre un continuo aggiornamento indispensabile per la formazione professionale, studi e documenti utili al lavoro e la possibilità di accedere ai siti degli ordini esteri.
Come hanno inciso in questo processo le scelte compiute dal governo in tema di inoltro delle dichiarazioni dei redditi per via telematica?
È innegabile che c’è stata una crescita esponenziale dell’uso dell’on line nella professione, derivata dalla possibilità di inviare per via telematica la dichiarazione dei redditi al ministero delle Finanze. I vantaggi sono apparsi subito enormi per il risparmio dei tempi burocratici, ma il salto non è stato indolore: il meccanismo è in continua evoluzione e l’aggiornamento ha creato e crea tuttora qualche problema. Soprattutto all’inizio le cose non sono state facili, perché non tutti disponevano della competenza necessaria per l’utilizzo del computer. Come Ordine nazionale, abbiamo concentrato i nostri sforzi per venire incontro alle difficoltà dei nostri iscritti, istituendo un’apposita Commissione (denominata “Il Dottore Commercialista e Internet”) che ha organizzato corsi di formazione per accrescere il livello di conoscenza Internet. Tuttora il nostro obiettivo è quello di ridurre al minimo gli svantaggi legati alla via telematica.
Esiste una Commissione di studio in seno al Cndc sui problemi legati all’informatizzazione degli studi?
L’avvento dell’on line ha rivoluzionato la vita degli studi professionali. Sono emersi, insieme ai vantaggi, anche delle complicazioni. Mi riferisco, per esempio, al problema della privacy sui dati dei contribuenti, a cui abbiamo risposto con una serie di seminari ad hoc effettuati da una Commissione informatica, operativa dal 1998, spiegando regole e accorgimenti per l’uso e la protezione dei dati.
La costituzione di studi associati, che comporta quindi la creazione di strutture di maggiori dimensioni, favorisce un utilizzo più ampio di tecnologie informatiche?
Certamente sì. Più lo studio investe in capacità tecnologiche, più aumentano visibilità e capacità di interagire non solo con il cliente, ma anche tra gli stessi associati. Una pratica che riteniamo sarà destinata ad aumentare e che sicuramente faciliterà il rapporto tra il contribuente e il commercialista.
A suo giudizio quali sono gli errori più comuni (che incidono sulla qualità della prestazione professionale), che possono essere evitati, ricorrendo alle nuove tecnologie?
Il computer facilita il nostro lavoro. Ma non elimina la possibilità di errori. Quelli cerchiamo da sempre di evitarli.
Avete contatti diretti con vendor di hardware o software per stimolare, sulla base delle esigenze del commercialista, prodotti o programmi utili per questa professione?
Proprio in questi giorni, il Consiglio nazionale dottori commercialisti ha stipulato un accordo con Microsoft, per la fornitura di prodotti software a condizioni particolari. In pratica un libero professionista iscritto all’albo può acquistare i prodotti beneficiando di sconti (fino al 40% sul prezzo di mercato) normalmente riservati solo ai grandi clienti. Inoltre nell’ambito della convenzione, Microsoft ha attivato una speciale promozione che permetterà a tutti gli studi di aggiornare le proprie licenze software all’ultima versione a un prezzo particolarmente favorevole.
Un accordo fortemente voluto dal Consiglio perché ci consente di dare un aiuto concreto alla crescita professionale dei nostri iscritti.