L’integrazione dei dati? E’ ancora un lavoro manuale

Crescono le Soa, ma sono ancora troppi i senior It assorbiti da operazioni “vecchio stampo”. L’analisi di Forrester Research.

Crescono i progetti d’integrazione dati, in risposta alla domanda di accessibilità alle informazioni in tempo reale. E’ quanto emerge da uno studio commissionato a Forrester Research da Progress Software, condotto su 407 senior It con potere di decidere gli acquisti e che lavorano in aziende che fatturano più di 250 milioni di dollari.

Ma, secondo il rapporto, i professionisti It fanno fatica a tenere il passo perché sono ancora troppo impegnati in processi manuali e operazioni ad hoc.

Il 55% di chi ha risposto dichiara di aver intrapreso 4 o più progetti di integrazione negli ultimi 2 anni e il 48% di loro prevede un incremento di tali progetti nei prossimi 2 anni, mentre il 41% crede che rimarrà costante.

Il sondaggio identifica le architetture orientate ai servizi (Soa) come la soluzione adottata dalle aziende per ottenere una migliore gestione dati e integrazione end-to-end: mentre il 44% delle aziende le utilizza oggi, il 59% degli intervistati conferma di avere intenzione di utilizzare le Soa per l’integrazione nei prossimi due anni.

Lo studio ha rivelato che 32 delle 53 società finanziarie e assicurative che hanno preso parte al sondaggio, così come 13 delle 33 società di utility e 20 delle 43 aziende pubbliche, stanno utilizzando le Soa come base per l’integrazione di dati e applicazioni. Attualmente i settori dell’intrattenimento e del leisure sono un po’ in ritarco con l’adozione di Soa (un terzo), ma entro il 2009 saranno ben oltre la metà.

Tuttavia, il rapporto conferma che le attività manuali rimangono la soluzione dominante per l’integrazione dei dati.
Per esempio, l’87% degli intervistati sviluppa nuovo codice per integrare i dati, mentre l’80% modifica ancora manualmente gli schemi. Secondo il rapporto, anche se queste percentuali tenderanno a diminuire nei prossimi due anni, i processi manuali continueranno a rappresentare un fattore di ritardo nell’adozione di soluzioni più automatizzate.
Anche se comuni, questi approcci hanno generato svariati problemi: tra quelli che scrivono codice per l’integrazione, il 75% conferma un aumento dei costi di manutenzione causato da una maggiore complessità, mentre il 71% ha constatato un aumento dei tempi di integrazione di nuove applicazioni.

Il 71% degli intervistati che si avvale di modifiche
agli schemi per supportare nuove applicazioni conferma che una delle principali
sfide è la lentezza della risposta ai cambiamenti richiesti. Quasi due terzi
(66%) delle persone coinvolte afferma di aver avuto problemi con altre
applicazioni che dipendono dagli stessi dati.

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