Scattando una ipotetica fotografia alle nuove applicazioni enterprise si coglierebbero, oltre a elementi quali blockchain, IoT e intellgenza artificiale, ancheu server bare metal, macchine virtuali e container Linux ospitati su private e public cloud.
Lo sostiene Stefanie Chiras, vice president e general manager Red Hat Enterprise Linux, per significare che in un mondo che cambia velocemente, le aziende necessitano di una costante, qualcosa di cui fidarsi per consumare questa innovazione e preservare il loro diritto di cambiare tecnologia a mano a mano che nuove opzioni vengono rese disponibili.
E l’elemento comune che contraddistingue tutte queste opzioni è che la maggior parte di esse sono applicazioni next-generation scritte per Linux.
Ancora Linux
Linux sta dunque alla base delle innovazioni che guida o l’evoluzione del computing moderno.
Il sistema operativo, spiega Chiras, offre un fondamento accettato, comune e trasparente per datacenter, macchine virtuali, implementazioni cloud di tutti i tipi, applicazioni enterprise e servizi. Come il cloud, è inestricabilmente collegato all’It moderna.
«L’importanza di Linux per l’enterprise IT – ricorda Chiras – è risultata evidente già a inizio 2018, con l’avvento di minacce a livello di processore come Spectre e Meltdown. Queste vulnerabilità hanno attaccato l’hardware e richiesto uno sforzo notevole da parte della comunità Linux, hardware vendor, ricercatori indipendenti e leader open source».
Questo modus operandi, spiega Chiras, ha dimostrato il modo in cui la comunità collabora per gestire i rischi critici alla sicurezza software, ma anche quanto il sistema operativo open sia importante negli ambienti di produzione, indipendentemente dai servizi e le applicazioni che vi girano.
«Ma questo è il passato – ci dice Chiras -. Il 2019 probabilmente segnerà un altro passaggio dell’enterprise IT, a mano a mano che la complessità dei datacenter aumenta, la definizione di IT decision maker si amplia e la trasformazione digitale rimane al centro della scena».
Che cosa ci si deve aspettare, quindi, da Linux?
«Non si tratta più solo di un sistema operativo – spiega Chiras -. Si tratta di un fondamento per la scelta della tecnologia. Linux sta alla base di applicazioni e servizi che aiutano le imprese a differenziarsi in un ambiente sempre più affollato, non dovrebbe quindi sorprendere che gli IT decision-maker desiderano un sistema Linux che supporta una vasta gamma tecnologie legacy e moderne. Un CIO non vuole dover indovinare se una determinata applicazione di un ISV girerà sulla distribuzione Linux prescelta. Deve sapere che opererà come previsto e lo farà su molteplici piattaforme hardware».
Questo significa che non basta che la piattaforma Linux supporti ciò che un’azienda richiede oggi. Deve soddisfare anche le esigenze future – e questo necessita di un robusto ecosistema hardware, vendor applicativi e cloud per supportare una vasta gamma di opzioni tecnologiche.
Il nuovo percorso delle decisioni IT in azienda
Le decisioni tecnologiche in passato erano un processo chiuso: un CIO o un IT manager identificava un’esigenza, individuava i requisiti, chiedeva offerte, realizzava una proof of concept e poi selezionava e adottava una determinata soluzione.
Nel 2019, per Chiras, questi silos scompariranno, soprattutto per quel che riguarda Linux.
Linux influenza i team di IT operation, sviluppatori, network engineer, linee di business e il CIO. Invece di soddisfare le richieste indicate da un unico dipartimento, oggi i vendor Linux devono indirizzare tante necessità potenzialmente conflittuali: è stabile? Supporta le mie applicazioni critiche? Quante volte viene aggiornato? Chi lo supporta? È facile da acquistare, installare e usare? È sicuro? Su quali public cloud opera?
E anche rispondere a queste domande, spiega Chiras, non basterà: «nel 2019 le distribuzioni dovranno realmente essere tutto per tutti, soprattutto in fase di selezione della tecnologia».
Automazione del sistema operativo
Le innovazioni decisive, associate a una più ampia gamma di opzioni di deployment hanno un costo, che spesso si esplicita in una maggiore complessità. Che, spiega Chiras, se associata al già complesso ambiente IT esistente, si trasforma in una rete di sistemi dipendenti, server orfani e stack di processi in silos.
Ecco che le tecnologie di automazione, come Red Hat Ansible Automation, possono alleviare questa complessità.
Nel corso di quest’anno, secondo Chiras, vedremo queste tecnologie crescere e saranno sempre più integrate nelle varie distribuzioni. Nonostante tutti gli avanzamenti del 2018 relativi a tecnologie cloud native, da Kubernetes al serverless, la costante di quest’anno, per Chiras, sarà che «l’enterprise IT è un viaggio: dal bare metal e le macchine virtuali al cloud pubblico, privato e ibrido, prevediamo che Linux resterà la costante. Qualunque percorso un’azienda decida di intraprendere per raggiungere i suoi obiettivi IT, indipendentemente dalle sfide da affrontare, Linux sarà il loro compagno».