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L’iPad entra in cucina

Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte su Applicando, non c’è praticamente settore in cui l’iPad e l’iPhone non abbiano fatto sentire il loro peso come strumenti utili e di consultazione, se non proprio di lavoro. La cucina non fa eccezione, intendendo il termine “cucina” in senso attivo, ossia l’arte e la scienza di preparare piatti davanti ai fornelli, e anche passivo, quindi il piacere di uscire di casa per sperimentare l’abilità culinaria di qualcun altro. Per le varie sfaccettature di tutto questo, evidenzierebbe Apple, c’è un’App. Anzi ce ne sono molte: già non è facile destreggiarsi nell’ampia offerta della sezione “Cibi e bevande” dell’App Store, ci sono software iOS collegati al mondo food anche sotto altre denominazioni.

Quando iPad (e iPhone) sono ai fornelli
Ricordate i volumi di ricette che le nostre nonne tenevano in cucina, aumentandone man mano il numero di pagine con annotazioni, modifiche e miglioramenti personali? Con l’iPad questa tradizione rischia di perdersi, per merito – o colpa, a seconda dei punti di vista – di App che offrono ricette anche complesse ma “semplificate” da spiegazioni precise e, sempre più spesso, il ricorso a foto e anche video che illustrano passo per passo la preparazione dei piatti.
A unire la tradizione con la modernità in maniera molto efficace, già da tempo, è stata La Cucina Italiana: la rivista italiana di cucina per eccellenza ha realizzato un’App-ricettario in versioni specifiche per iPhone (La Cucina Italiana) e iPad (La Cucina Italiana HD). La versione per iPad sfrutta il “grande” schermo e si consulta con più comodità, mentre quella per iPhone ha il vantaggio di stare in tasca e di poter essere sfoderata in qualsiasi momento. Il principio di base è il medesimo: le ricette vengono presentate con una descrizione testuale sintetica ma completa che descrive le procedure da seguire nella preparazione. Alcuni termini chiave sono evidenziati e mostrano un pop-up esplicativo quando vengono toccati. Buona parte delle ricette hanno un’immagine – realistica, il piatto sarà davvero così – che mostra il risultato finale. Circa il dieci per cento ha invece più di una immagine, per mostrare diverse fasi della preparazione. Si tenga poi conto che l’App integra alche alcuni video che illustrano la preparazione di altrettanti “semilavorati” (ragù, maionese, besciamella e via dicendo).

Le ricette disponibili sono molte e sempre in aumento, perché chi acquista l’App ha diritto ad aggiornamenti periodici che l’arricchiscono. Al momento in cui scriviamo l’App aggiornata include 581 preparazioni, che possono essere ricercate per portata, tempo di preparazione, tipo di cottura e stagionalità. A molte ricette è associato un piccolo elenco di vini consigliati e c’è uno spazio per prendere appunti in merito alla preparazione. Interessanti poi alcune funzioni accessorie come la gestione di menu e ricette “preferiti” o la possibilità di creare in menu casuale che associa intelligentemente un trittico di piatti che possono costituire un pranzo o una cena. L’App per iPhone non integra i video ma offre un pratico timer. Il prezzo delle App è relativamente alto, ma è in linea con la ricchezza dei contenuti.
L’impostazione è ancora da “guida”, ma stavolta incentrata sulle immagini e in particolare su fotografie descrittive di alta qualità, che lascino capire a colpo d’occhio ciò che per descrivere ci vorrebbero molte parole, nel caso dell’App Le basi della cucina italiana. È disponibile in versione standard per iPhone e HD per l’iPad. Non siamo forse al livello di dettaglio che darebbe un video di diversi minuti, ma si ha un buon equilibrio tra l’ingombro dell’applicazione e la quantità di informazioni multimediali. In più, l’applicazione punta anche su una originale possibilità di utilizzo a mani libere: una volta “entrati” in una ricetta, una voce registrata può recitare i suoi vari step di preparazione e noi possiamo passare dall’uno all’altro con dei comandi vocali. Non serve spesso, ma in certe situazioni permette di tenere l’iPhone, e ancor più l’iPad, lontano dalle “zone calde” (e sporche) della preparazione di un piatto.

Le ricette integrate nell’App sono un po’ più di ottanta e possono essere consultate per suddivisione alfabetica, per tipologia (aperitivi, verdure, pasta, pesce, carne, dessert) o tempo di cottura. Nell’App c’è anche una funzione di ricerca libera, che opera solo sui titoli delle ricette. L’impostazione delle descrizioni è come anticipato pesantemente incentrata sulle fotografie: toccando una ricetta si passa in effetti non a una descrizione testuale ma a una successione di immagini che riprendono il piatto
in varie fasi della sua preparazione. Il testo descrittivo c’è, ma va richiamato trascinandolo dal basso dello schermo: a parte il testo associato alla prima immagine, quello che commenta le foto successive è piuttosto succinto ma comunque sufficiente al da farsi.

L’importante è la community
Se La Cucina Italiana è la tradizione classica, Giallo Zafferano è la tradizione nella modernità, essendo di fatto il portale italiano di cucina con il maggior successo sul web. Dal portale è nata questa App – Universale, quindi utilizzabile sia su iPad che su iPhone – che non integra in sé il ricco database di ricette griffate Sonia Peronaci ma fa da interfaccia ottimizzata verso il portale stesso. Ciò porta il vantaggio di avere un’App pochissimo ingombrante ma anche lo svantaggio di dover avere una connessione Internet quando si è pronti davanti ai fornelli.
Su iPad l’App parte da una organizzazione per menu settimanali: in alto troviamo i giorni della settimana, con evidenziato quello attuale, e in basso una proposta di antipasto, primo piatto, secondo e dessert. La presentazione delle ricette è molto estesa e ricca di immagini esplicative, anche grazie al fatto che le descrizioni non sono state integrate nell’App. Chi già frequenta il portale di Giallo Zafferano noterà che la consultazione dei medesimi materiali su iPad è molto più comoda, soprattutto perché sono assenti diversi elementi di disturbo – come la pubblicità, che c’è anche nell’App ma poco invasiva, confinata nella parte bassa dello schermo – e le informazioni sono presentate con una grafica molto più ordinata. Delle moltissime ricette del portale una discreta parte (al momento in cui scriviamo 334 su un totale di 1.795) affianca alla descrizione con testo e foto anche un video dettagliato di diversi minuti, decisamente utile.
Tutta questa ricchezza di preparazioni deve essere unita a un buon motore di ricerca e in questo l’App non delude. In alto a destra c’è un pulsante per attivare un ricerca generica sul database del sito, mentre nella parte bassa dello schermo c’è una suddivisione delle ricette per alcune macro-categorie più importanti. Toccando Tutte le ricette si arriva a una ulteriore suddivisione per una ventina di tematiche, dalle portate alla stagionalità.

Connotazione “social” anche per Piccole Ricette, che è stata selezionata da Apple tra le migliori applicazioni italiane del 2012 e questo è già un discreto biglietto da visita. L’App in effetti è interessante, abbastanza completa e comunque funzionale, con in più una spiccata natura “comunitaria” che la distingue da molte sue concorrenti. La base che sostiene l’applicazione sta infatti nel mix delle ricette elencate, che sono in parte di produzione propria e in parte suggerite dagli utenti stessi dell’applicazione e dai visitatori del blog collegato All’App (con doverosa e sempre apprezzata segnalazione dell’autore). Il tutto nasce comunque come App iOS, quindi le ricette sono integrate nel software e non è necessario avere un collegamento dati attivo per consultarle. L’interfaccia dell’App si basa su una sequenza di riquadri che ricordano un po’ dei foglietti di appunti, ciascuno dei quali rimanda a una sezione o a un servizio. Le ricette sono elencate in Ricettario e suddivise poi in otto macro-categorie affiancate da “speciali” tematici a pagamento. L’offerta è abbastanza ricca, dato che le ricette sono oltre 300 e si incrementano con ogni aggiornamento dell’applicazione.

La preparazione descritta per ogni piatto di solito è piuttosto succinta ma comunque chiara; la parte illustrativa è ridotta all’osso, con una sola immagine rappresentativa del piatto, e sta forse in questo il limite principale di Piccole Ricette dal punto di vista dei meno esperti che cercano una guida più “passo passo”. Oltre alle ricette ci sono diverse funzioni di contorno, dalla gestione di una lista della spesa alla calcolatrice, da una indicazione dei tempi di cottura ideali a un dosa-spaghetti, da un convertitore per misure anglosassoni a un elenco delle stagionalità di verdura, frutta e pesce. L’App è Universale e quindi funziona sia su piccoli che grandi schermi: la visualizzazione su iPad è più variegata, con qualche “foglietto” in più per collegarsi ai social network in cui è presente Piccole Ricette e, soprattutto, una ricca collezione di citazioni – da Fidel Castro a Bergonzoni passando per Shaw e Woody Allen – che spuntano qua e là nelle varie schermate.

Cucinare con i “comunicatori”
Tranne particolari eccezioni, gli chef più famosi non sono dei grandi fenomeni di comunicazione, in particolar modo sui nuovi media editoriali. All’altro capo dello spettro della comunicatività ci sono personaggi che non sono certo catalogabili come dei novelli Gualtiero Marchesi ma che, soprattutto per una forte presenza televisiva, sono immediatamente associati a uno stile di cucina che sia allo stesso tempo di qualità e immediata, o comunque vicina alle capacità dell’appassionato medio. Di esempi se ne potrebbero fare molti, noi abbiamo deciso di limitarci a due che hanno sempre posto l’accento sui loro legami con la cucina italiana, nonostante siano entrambi inglesi, e che hanno decisamente puntato anche sulle App come strumento di comunicazione.
Tra le varie attività dello chef britannico Jamie Oliver c’è Jamie’s Italian, una catena che conta una trentina di ristoranti improntati alla cucina italiana, anche se inevitabilmente un po’ adattata ai gusti inglesi. Jamie’s Recipes è l’App iOS più recente a lui associata e ha il vantaggio di consentire un accesso graduale allo stile di Oliver, che punta soprattutto su ricette gustose ma tutto sommato semplici da preparare. A costo zero si hanno 13 piatti, sufficienti a capire se lo stile di Oliver fa al caso nostro, per chi vuole di più il meccanismo è quello dell’abbonamento: sottoscrivendolo si ha accesso a un nuovo blocco di ricette al mese. I prezzi non sono proprio modici (da 4,49 euro per un solo mese a circa 2,2 euro/mese per chi si abbona sei mesi). Il principale pregio dell’impostazione scelta per l’App è che ciascuna ricetta è dettagliata in almeno una decina di immagini che descrivono i vari passi della preparazione.
Sul grande schermo dell’iPad le istruzioni diventano molto chiare perché c’è lo spazio per mostrare allo stesso tempo le immagini e le descrizioni, sull’iPhone le cose non sono altrettanto immediate e serve un tocco dello schermo per passare da uno step della preparazione all’immagine corrispondente. Ma comunque tutto funziona.
A ciascuna ricetta sono associati gli elenchi degli ingredienti e degli strumenti da utilizzare, entrambi possono essere inseriti (gli ingredienti in blocco, gli strumenti uno per uno) in una lista digitale della spesa. C’è anche uno spazio per le annotazioni e una funzione di riconoscimento vocale che permette di scorrere le immagini della preparazione senza toccare l’iPad. Completano il tutto dei video in cui Oliver offre dei consigli di cucina, dai tipi di taglio col coltello a come si assicura la stabilità di un tagliere.

Se Oliver è prima uno chef e poi anche un personaggio televisivo, Nigella Lawson non ha una formazione professionale ma è diventata, tra libri e TV, uno dei volti più noti della cucina britannica, sicuramente il più noto se escludiamo gli chef di professione. L’App Nigellissima fa da apripista e introduzione al libro omonimo, che la Lawson ha ideato incentrandolo completamente sulla cucina italiana, pur riportandola, per citare la Lawson, “nei confini di una cucina inglese”.

Come per l’App di Oliver, anche in questo caso siamo davanti a un “assaggio” gratuito di qualcosa di più complesso, in questo caso un libro. L’applicazione comprende una decina di ricette che vengono saltuariamente incrementate. La loro descrizione è in effetti una trasposizione un po’ creativa dei contenuti del libro, quindi basata molto sul testo e meno sulle immagini, che sono molto d’effetto ma servono poco a capire i dettagli tecnici della preparazione. Il problema è relativo perché lo stile è volutamente semplice, quindi non si trovano mai preparazioni troppo complicate.
Oltre alle ricette l’App comprende alcuni video in cui l’autrice spiega la filosofia del libro e “spigolature” su elementi di contorno in qualche modo legati all’italianità, dai limoni di Amalfi alla mostarda di Cremona.

Per saperne di più
Se qualsiasi libro “serio” di cucina – di carta, digitale o sotto forma di App – comprende pagine e pagine di glossario, informazioni tecniche e dettagli ancora prima di arrivare alle ricette, vuol dire che per essere bravi bisogna anche essere preparati teoricamente. Oggi però bastano un iPad o un iPhone per arrivare a minuzie che anche uno chef pluristellato molto probabilmente ignora.
Tanto per cominciare, non tutti sanno di poter avere a disposizione anche per la cucina la potenza del motore di ricerca scientifico di WolframAlpha, la stessa che sta dietro alcune funzioni di Siri. Nasce per questo la Wolfram Culinary Mathematics Reference App, che ovviamente ha un approccio scientifico e quindi non sempre i suoi risultati si possono applicare nell’operatività dei fornelli. In quel frangente però può essere utile calcolare quanti grammi corrispondono a 33 once: l’App rapidamente ci indica che sono 935,5 e in più specifica che ciò è pari a 2,6 volte la massa di una lattina di alluminio per bibite (compresa la bibita). Più utili e meno curiose sono le informazioni legate alla nutrizione: con l’App si può arrivare a calcolare l’esatto valore nutritivo (calorie, grassi, proteine, carboidrati, eccetera) di un pasto, specificando tipo e quantità dei singoli piatti. L’applicazione offre anche altre funzioni informative e di calcolo, che vanno da quelle semplici ma utili (la conversione di unità di misura o i calcoli numerici) sino a curiosità come la produzione alimentare di intere nazioni divisa per prodotto.

Ci sono poi questioni più tecniche. Come definire esattamente un amuse-bouche? A che temperatura si conserva il galangal? A quanti millilitri corrisponde precisamente la quantità generica di “un cucchiaio da tavola”? Le risposte sono tutte in Escoffier Cook’s Companion, che si presenta essenzialmente come un glossario-vocabolario con centinaia di termini, suddivisi fra ingredienti veri e propri, strumenti che si usano in cucina e definizioni che non rientrano in nessuna di queste due categorie (la maggior parte termini tecnici). Le schede associate agli alimenti e agli strumenti sono piuttosto dettagliate: nel primo caso riportano anche i principali usi dell’ingrediente e i segni da cui capirne la qualità, nel secondo si spiega soprattutto a cosa servono e come utilizzarli in piena sicurezza. Accanto a questa sezione informatica ce ne sono due di utilità: una in cui inserire dei contaminuti configurabili e una che riporta quattro cursori per le conversioni di temperatura, peso, volume e lunghezza. Il tutto in inglese, ma per chi conosce questa lingua e frequenta molto le cucine quest’App ha indubbiamente la sua utilità.


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