L’It è la linfa vitale del business delle Tlc

Infrastrutture e soluzioni costantemente all’avanguardia consentono agli operatori di offrire ai clienti servizi innovativi.

Gli operatori di Tlc sono fra i primi ad adottare ogni novità "sfornata" dai laboratori dei vendor It.


Il loro business è legato a doppio filo all’informatica e richiede un’incessante ricerca di soluzioni innovative, che possano migliorare i servizi, ridurre i tempi e prevenire disservizi. Clienti ideali, dunque, che per Hp rappresentano, a livello mondiale, un business annuo che oscilla fra i 6 e i 7 miliardi di dollari.


In Italia, la quota di mercato della società di Paolo Alto sulla spesa degli operatori è sensibilmente più alta della media mondiale e Hp è fra i primi fornitori di informatica e di servizi di consulenza e system integration di tutti gli operatori. A Silvio Remonato, marketing manager dell’area telecomunicazioni e media di Hp Italiana, abbiamo chiesto quali sono le aree su cui si concentrano attualmente gli investimenti It degli operatori.

Che tipo di progetti realizzate per conto degli operatori di Tlc?


"L’offerta di Hp è molto ampia e tocca tanti temi. Si va dalle infrastrutture It di base, simili a quelle di qualsiasi azienda, che comprendono attività di e-governance, gestione dei servizi e delle applicazioni, portali e reti. Poi ci sono soluzioni tipiche del mondo delle telecomunicazioni, in particolare le soluzioni Ens, Enhanced network services, ovvero i servizi innovativi erogati dalla rete di Tlc, e i Vas, Value added services, che stanno molto a cuore agli operatori, che devono compensare il calo delle revenue del traffico voce vendendo nuovi servizi. L’altro tema importante è quello della gestione del cliente, ovvero la fatturazione, il Crm, il controllo delle frodi, la profilazione dei consumi e via dicendo: in Italia tutti i sistemi di gestione delle frodi degli operatori sono realizzati da Hp. Ancora, c’è la capacità di gestire tutta l’It come un tutt’uno, dando al Cto la possibilità di vedere come stanno andando le funzioni che deve garantire. In queto ambito, ci sono vari capitoli, per esempio la gestione dell’infrastruttura, di tutti i server, dello storage e dei dispositivi. Sopra a questo c’è l’It service management, che riguarda i servizi e le applicazioni. Per fare un esempio pratico, per un operatore è fondamentale che il sistema del prepagato, basato sulle scratch card, funzioni alla perfezione: non possono esserci ritardi o intoppi che non permettono al cliente di ricaricare il telefonino. L’obiettivo finale è il business management, che permette di correlare i sistemi informativi con le revenue dell’operatore: in sostanza un guasto viene evidenziato in base all’impatto che può avere sul business".

Le problematiche sono in gran parte quelle di tutte le grandi aziende, ma per gli operatori di Tlc ci sono esigenze più stringenti…


"Certamente, anche perché i clienti gestiti sono milioni. Se nell’industria manifatturiera, o di servizi più tradizionali, l’informatica svolge un ruolo di supporto alla produzione o all’erogazione di un servizio, per gli operatori di Tlc rappresenta il cuore: l’importanza è altissima, tutto passa sui computer e sul software, e la governance è fondamentale. Per questo, sono i primi ad adottare ogni nuova tecnologia e sono interessati a qualsiasi cosa possa migliorare la qualità, l’affidabilità e i tempi di risposta. In particolare, tutta la tematica dell’azienda flessibile, che noi chiamiamo Adaptive enterprise, viene recepita dagli operatori prima che in ogni altro segmento dell’industria: significa essere in grado di gestire in maniera ottimale la capacità di memorizzazione, indirizzare applicazioni su un computer o su un altro, oppure spostare un servizio da un call center a un altro in maniera immediata, attraverso una console di comando".

Venendo, in particolare, agli operatori mobili, quali progetti attirano di più l’interesse in questo periodo?


"La tematica principale è quella dei servizi a valore aggiunto, che vanno cioè al di là del puro trasporto di voce e dati, e in cui non si fattura a tempo, ma per il servizio. In particolare, si sta lavorando molto sui servizi video, sia su reti fisse sia mobili, perché ancora non vengono molto utilizzati, malgrado le offerte siano già numerose. Gli operatori stanno facendo un grande sforzo per portare nuove idee al mercato".

A che punto è, secondo la sua esperienza, lo sviluppo di applicazioni mobili per il mondo business?


"L’impegno degli operatori è alto, perché, se si riesce a dimostrare un ritorno sugli investimenti, le imprese sono clienti ripetitivi e fedeli, in grado di generare un buon volume di traffico. Sono state fatte tante cose, ma c’è ancora una barriera data dalla scarsa conoscenza e dalla difficoltà a percepire il vantaggio. Si ritiene, spesso, che l’utilizzo di una nuova tecnologia richieda il cambiamento dei processi in azienda, e questo supera di gran lunga, in termini di difficoltà e di costo, l’investimento in tecnologia. Poi ci sono problemi sindacali, legali, di responsabilità. Serve un paladino che porti avanti l’idea in azienda, perché gli ostacoli sono tanti. Mi sembra che l’Italia, in ogni caso, sia un po’ più lenta di altri paesi, anche se i pionieri ci sono. Inoltre, gli operatori hanno bisogno del supporto dei system integrator, molti dei quali non ritengono interessanti questi progetti".

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