Lo standard Ubl 1.0 dà una forma definitiva ai documenti elettronici

Dopo tre anni di lavoro, è arrivato il battesimo ufficiale, da parte dell’Oasis, per il linguaggio che definisce le regole del formato digitale per l’elemento base dell’e-business. Potrebbe diventare l’ossatura di supporto per la diffusione dei Web service.

Di piattaforme abilitanti per gli interscambi business-to-business si parla da lustri. Soprattutto da quando l’avvento dell’e-commerce cambiò, almeno sulla carta, le modalità e le prospettive per fare business. E da quando l’Edi, come terminologia, passò di moda per fare spazio ai marketplace, le piazze virtuali che avrebbero dovuto assorbire rapidamente tutte le transazioni di business a livello mondiale.


Eppure, nonostante gli anni trascorsi, solo adesso nasce lo standard deputato a uniformare uno degli elementi cardine del business: il documento. È dell’8 novembre scorso, infatti, la ratifica ufficiale da parte dell’Oasis (Organization for the Advancement of Structured Information Standards) della versione 1.0 di Ubl (Universal Business Language), che da d’ora in avanti diverrà presumibilmente un punto di riferimento per tutti gli scambi elettronici: perché l’approvazione da parte dell’Oasis conferisce a Ubl il più alto livello di ratifica ufficiale attualmente disponibile e, soprattutto, mette un punto fermo alla proliferazione di vocabolari più o meno proprietari nati sopra Xml.


Ubl 1.0 è la prima implementazione standard del core ebXml (Electronic Business Xml, un framework di base per lo sviluppo di vocabolari Xml per le transazioni); esso definisce una libreria Xml con la descrizione di comuni documenti di business, come ordini di acquisto o fatture. Ma Ubl offre anche componenti riutilizzabili sui quali è possibile costruire, potenzialmente, qualsiasi tipo di documento. L’obiettivo del nuovo standard, che ha visto impegnato uno staff tecnico (con esponenti di Oracle, Sun, SeeBeyond e Sterling Commerce) per ben tre anni, è dare l’impulso definitivo per il passaggio dai processi che sfruttano documenti cartacei agli scambi elettronici, fornendo finalmente un modello univoco da utilizzare. Sono coinvolti sia gli ambiti del cosiddetto trading globale che tutti gli esempi di commercio elettronico su Internet. Ubl è stato sviluppato in linea con i dettami dei più importanti organismi internazionali di standardizzazione, come l’Iso o il W3C, oltre che con il concorso di utenti e produttori del mondo industriale.


Per garantire un passaggio morbido tra le due modalità di comunicazione, quella tradizionale e quella network-based, è stata garantita una corrispondenza tra il data model di Ubl 1.0 e i campi dei documenti normalmente utilizzati nel commercio (come quelli stabiliti dall’United Nations Layout Key for trade documents). In pratica, ciò renderà possibile la coesistenza tra il formato tradizionale e l’elettronico, permettendo anche di produrre copie cartacee dei documenti basati su Ubl 1.0. L’Oasis ha anche tradotto le definizioni dei dati dalla versione originale, inglese, in altre lingue (spagnolo, cinese, giapponese, coreano): una copertura che dovrebbe consentire l’utilizzo di Ubl da parte di due terzi della popolazione mondiale.


Ubl 1.0 non intende rimpiazzare standard precedenti ed è "agnostico" dal punto di vista tecnologico, potendo lavorare teoricamente con qualsiasi piattaforma. Anzi, il linguaggio è nato proprio per abilitare la circolazione degli strumenti di business attraverso qualsiasi catena commerciale, distributiva, di approvvigionamento o di filiera. Dati gli ambiti di applicazione e le caratteristiche, il inguaggio ha tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio backbone per la diffusione di logiche di interscambio recenti e nuove, come i Web service. Si attendono le mosse di attori quali Ibm e Microsoft, che ancora mancano all’appello del supporto.

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