La crescente necessità delle aziende di modernizzare le proprie infrastrutture IT sta facendo da carburante continuo all’espansione del mercato cloud, e Ovhcloud si pone come complice e promotore di questa tendenza adottando una strategia di local zone, portando il cloud in casa dei diversi Paesi. L’ultimo dei quali, il 30 maggio scorso, l’Italia, con l’inaugurazione della local zone di Milano.
Quella verso il cloud è una spinta che ha visto sia le motivazioni emergenziali di qualche anno fa sia, passata l’ondata bulimica, un ripensamento dell’utilizzo del cloud in maniera mirata e strategica, avendo avuto il tempo sia per un acculturamento sul tema, sia per valutare con criterio nuove strategie basate proprio sull’utilizzo in cloud di infrastrutture, applicazioni, dati e tanto altro.
Il cloud, ormai l’han capito sia le grandi sia le piccole aziende, porta con sé flessibilità, scalabilità e efficienza, consentendo alle organizzazioni di adottare rapidamente nuove tecnologie senza la necessità di costosi investimenti iniziali.
La nostra testata ha avuto l’occasione di incontrare Sylvain Rouri, chief sales officer di OVHcloud, che ha voluto condividere obiettivi e strategie dell’azienda, motivando le scelte sulla base delle nuove esigenze che il mercato sta mostrando. Un mercato che sempre di più, sia per questioni normative, geopolitiche, di flessibilità e tecnologiche, sta mostrando più motivazioni per avere i propri dati, le proprie infrastrutture e tutto il loro business vicini a dove operano e al sicuro dentro i propri confini nazionali.
“Essendo l’unico fornitore di cloud europeo su larga scala, Ovh è in grado di supportare molti clienti in tutto il mondo, organizzazioni che stanno migrando al cloud – osserva -. Una leadership che è supportata da una intensa attività di ricerca e sviluppo e da collaborazioni con startup innovative e che porta avanti sul mercato grazie all’intervento di partner (101 in Italia – ndr) per aiutare le organizzazioni a migrare dalle tecnologie tradizionali al cloud. Una richiesta che il mercato mostra essere in forte crescita e che si ha spinto verso una politica di espansione rapida della nostra infrastruttura, con più di 40 data center attualmente operativi e, in prospettiva, piani per aprire altre 15 località entro la fine di quest’anno”.
Da qui l’annuncio delle recentissime aperture di Milano e Madrid, ma anche quelle in regioni come il Marocco. Ricordando che “per quanto riguarda Milano è in atto una promozione valida fino al 1° di settembre che permette alle aziende, vecchi o nuovi clienti che siano, di cogliere gratuitamente questa opportunità”.
L’evoluzione del mercato del cloud: Ovhcloud guarda all’Italia
Il mercato dei servizi cloud sta crescendo a un ritmo del 20% l’anno, distinguendo due principali categorie di utenti: quelli che migrano al cloud con trasformazioni limitate per beneficiare di una maggiore flessibilità e agilità, e quelli che riscrivono completamente le loro applicazioni per renderle cloud native. “In Italia, c’è un forte dinamismo: molte aziende stanno non solo migrando al cloud, ma stanno interamente riscrivendo le loro applicazioni per trasformarle e renderle più adatte al cloud” ha osservato Rouri.
Un dinamismo che è visibile certamente nelle grandi aziende, ma soprattutto nelle Pmi, le quali stanno rivedendo il loro modo di lavorare, superando le barriere tradizionali che impediva loro di progredire, essendo legate all’onerosa costruzione e al mantenimento di infrastrutture IT.
“Il cloud è invece in grado di aiutare queste organizzazioni a superare tale barriera, permettendo loro di beneficiare delle innovazioni consumando servizi invece di costruirli da zero – ha spiegato Rouri -. Un aspetto, questo, particolarmente importante soprattutto oggi, in un contesto in cui le tecnologie, come le GPU, si evolvono talmente rapidamente da rendere obsoleti gli investimenti infrastrutturali in breve tempo”. Aziende che nel contempo possono usufruire delle risorse e potenze nuove che la crescente adozione dell’AI e della data analysis richiedono. Potenzialità nuove che anche le stesse Pmi possono ora sfruttare, rendendole in grado di migliorare il posizionamento dei loro prodotti e di creare nuovi servizi.”
L’espansione delle local zone: una strategia all’insegna della flessibilità
La sovranità dei dati e la possibilità di avervi accesso all’interno dei confini del proprio Paese, è un elemento di sicurezza, di flessibilità e di velocità di azione che sempre più le aziende stanno mostrando e a cui Ovh risponde con la nuova strategia di presidio delle diverse country.
Ma la localizzazione dei dati offre anche altri vantaggi, tra cui una minore latenza, un elemento non da poco, soprattutto per applicazioni come lo streaming, i videogiochi, le transazioni finanziarie o per particolari esigenze mostrate dai diversi settori vertical, come la Sanità o i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni o altri ancora. Local zone nuove, prossime al business dei clienti, che devono però sottostare ai diversi bollini richiesti dai diversi Paesi per poter operare o distinguersi.
“La conformità alle normative locali è fondamentale per Ovhcloud – dettaglia Rouri – e su questo possiamo dire di essere gli unici in tutta Europa ad avere conseguito tutte le certificazioni necessarie, come l’ACN in Italia, il C5 in Germania e il SecNumCloud in Francia”.
In particolare, la nuova local zone di Milano è certificata ISO/IEC 27001, integrata dai requisiti ISO/IEC 27017 specifici per la sicurezza dei servizi cloud e ISO/IEC 27018 per la protezione dei dati personali.
L’impegno di Ovhcloud per rendere i data center sostenibili
“Molti clienti italiani si stanno attualmente appoggiando ai data center di Strasburgo – riprende Rouri – e ora per alcuni di loro ha senso rimpatriare o iniziare da Milano, in un approccio ibrido che permetterà alle aziende di mantenere, per esempio, l’archiviazione a Strasburgo e di utilizzare Milano per applicazioni che richiedono bassa latenza”.
E con effetti positivi per l’ambiente. Ovhcloud, infatti, intende distinguersi anche per il suo impegno verso la sostenibilità, assicurando di adottare misure rigorose per garantire un basso consumo energetico e un utilizzo efficiente delle risorse idriche.
“Per raffreddare i server con l’acqua – annuncia – il nostro consumo è di 7 volte inferiore a quello mediamente utilizzato dai nostri competitor. E i nostri punteggi relativi all’efficacia dell’uso dell’energia e dell’acqua sono pubblici. KPI che dimostrano l’impegno che abbiamo verso la sostenibilità, e siamo convinti che agire localmente aiuti a essere più sostenibili”.