Presentato all’Osi il nuovo modello di licenza, non compatibile con Gpl.
Aveva detto che avrebbe reso open source il proprio software.
E così
è.
Con tutti i distinguo del caso, però.
Sun Microsystems
sta in effetti lavorando a un nuovo modello di licensing per
Solaris, denominato Common Development and Distribution
License (Cddl), e ne ha presentato le specifiche alla Open Source
Initiative.
Secondo quanto riportato dalla cronache americane, Cddl consente
agli sviluppatori di vedere, modificare e distribuire il codice sorgente dei
progetti che ricadono sotto la sua giurisdizione. Ma richiede che anche le
modifiche siano condivise come open source. Tutto questo nella speranza di
attrarre un numero crescente di sviluppatori verso la piattaforma.
Il
problema, qualcuno però già sottolinea, è che Cddl non è compatibile con General
Public License, punto di forza del mondo Linux, e dunque non consentirà il
trasferimento dei moduli sviluppati per Solaris nei pacchetti per linux e
viceversa.
Un’assenza di “impollinazione incrociata”, come la definisce la
stampa statunitense, che non piace a tutti.
A questo punto, però, l’ultima
parola è dell’Osi. Se approverà le specifiche, Cddl andrà ad aggiungersi a un
elenco che già include dozzine di declinazioni differenti della stessa
materia.