Per Gianni Anguilletti di Red Hat è la chiave di volta per superare la crisi e far leva definitivamente sul cloud.
Per il settore delle telecomunicazioni l’ultimo anno è stato caratterizzato dalla ridefinizione degli obiettivi strategici, nell’ottica della creazione di servizi innovativi, della trasversalità dell’offerta e della multicanalità.
Lo rileva Gianni Anguilletti, Country Manager Red Hat Italia, che ricorda come gran parte delle innovazioni di servizio nelle Tlc di rete mobile è stata spinta da due fatti importanti e correlati: la diffusione degli smartphone, che vede l’Italia attestarsi come il paese europeo con la maggiore base installata, superiore a 16 milioni di unità, e lo sviluppo del mobile broadband con la diffusione della copertura 3G al 95% del territorio, che ha reso possibile la fruizione di servizi Internet e di contenuti evoluti non solo su pc tramite Internet key, ma anche su device mobili.
Un altro trend caratteristico dell’industria Tlc è quello di offrire alle aziende un maggior numero di servizi enterprise, quali hosting ed outsourcing.
Ma affinché i fornitori di servizi di Tlc possano sfruttare al massimo le opportunità che le innovazioni tecnologiche offrono loro in termini di maggior numero di abbonati e quindi di servizi fruiti, sostiene Anguilletti, devono disporre di architetture informatiche flessibili, intelligenti ed elastiche che assicurino un maggior dinamismo nel rispondere alla domanda degli utenti e all’esigenza di proporre continuamente servizi nuovi e a maggior valore aggiunto.
I player di questo settore si trovano a dover fronteggiare sempre più di frequente aziende che provengono da altri mercati, a dover fare affidamento su partner che rischiano però di diventare concorrenti e a cercare di capire come e dove offrire valore attraverso convergenza, nuovi modelli di business e una maggiore efficienza.
L’impatto di questi trend non è ininfluente: è aumentata in maniera sensibile la pressione sulla rete e sull’It per la fornitura di servizi in tempo reale quali voce, video e messaggistica; ed è forte l’esigenza di migrare da infrastrutture legacy ad architetture più flessibili, scalabili ed economiche che siano anche in grado di supportare nuovi processi di billing, provisioning e delivery di servizi.
Anche l’avvento del cloud, per il manager, impatta i provider di telecomunicazioni che possono differenziare ulteriormente la loro offerta fornendo una vasta gamma di servizi cloud, servizi che però necessitano di modifiche e revisioni dell’infrastruttura esistente e richiedono la migrazione di architetture ed asset su un’infrastruttura convergente che possa garantire economie di scala ed efficienza operativa.
Senza dimenticare le problematiche legate alla gestione dei big data.
In questo contesto, per Anguilletti, la tecnologia opensource riveste un ruolo chiave perché può rappresentare per i fornitori di servizi di Tlc la soluzione ideale per modernizzare l’infrastruttura in essere e trarre vantaggio da tutti i benefici che l’erogazione di nuovi servizi può assicurare sia in termini di fidelizzazione della clientela, sia di fatturato.
Il valore aggiunto di un’architettura basata su software open source e hardware standard è la sua convenienza e flessibilità, oltre alla capacità di favorire l’innovazione e il time to market.
Esempi sul campo
L’affidabilità di queste piattaforme e soluzioni in ambienti mission-critical quali quello delle telecomunicazioni è ormai provata.
Sono tante, dice Anguilletti, le realtà in ambito Tlc che si sono affidate a piattaforme open per la fornitura dei loro servizi. E cita Swisscom, entrata a far parte dell’ecosistema Red Hat Cloud Ecosystem come partner Certified Cloud Provider, per offrire maggiore libertà di scelta e flessibilità per implementazioni open cloud.
O Verizon, che ha migrato i suoi sistemi su Red Hat Enterprise Linux per disporre di una piattaforma stabile e affidabile per le applicazioni Sap e PeopleSoft Enterprise Resource Planning che fosse anche in grado di scalare con un’infrastruttura in evoluzione.
In Italia tra gli esempi più recenti vi sono DnsHosting, che ha migrato la propria offerta cloud a Red Hat Enterprise Virtualization per incrementare la propria competitività sul mercato e sfruttare i vantaggi della tecnologia di virtualizzazione Kvm (Kernel-based Virtual Machine), e Cdlan, che con Red Hat Enterprise Virtualization ha realizzato una piattaforma di virtualizzazione per offrire servizi avanzati in modalità As a Service.
Queste due realtà locali, per Anguilletti, sono esempi significativi perché hanno sviluppato servizi innovativi che stanno consentendo di competere in mercati solitamente dominati da aziende di tutt’altra dimensione.
- Opensource, in Italia decisivo per un’azienda su due
- Opensource per il mission critical di Q8
- Gestione open per 130 server Inail
- Opensource, la prossima fase si gioca nel cloud
- Red Hat Storage 2.0, c’è la beta
- Poste Italiane fa mission critical con Red Hat
- Red Hat, la semplificazione della virtualizzazione
- Dati non strutturati, c’è l’appliance di Red Hat
- C’è la beta di Red Hat Enterprise Virtualization 3.0