Nuovi annunci di ristrutturazione. E Lotus non fa eccezione. Inaugurato anche per la sussidiaria di Big Blue un periodo di austerity.
Stop alle nuove assunzioni e forte riduzione delle spese di viaggio, incentivazione e altri voci di bilancio interno. Lotus inaugura il suo personale periodo di austerity per cercare di raddrizzare una situazione diventata precaria. In un messaggio inviato per e-mail nella giornata di martedì scorso, il presidente della società, Al Zollar, scrive citando la necessità di intraprendere “azioni serie in concomitanza con lo sforzo teso al miglioramento del fatturato e alla trasformazione della struttura aziendale a tutela dei margini di profitto per il 2001 e oltre”. Basta con le assunzioni a partire dal 31 maggio, termine entro il quale Lotus deciderà sugli impegni già presi. Sembra che sotto il mirino delle misure salvabilancio ci siano anche i consulenti esterni e la catena dei fornitori. Drastico tiro di cinghia anche sui viaggi, come del resto hanno già provveduto a fare aziende come Cisco e Lucent. Le misure di risparmio erano nell’aria da mesi. A fine aprile, Zollar aveva già annunciato ai suoi dipendenti che Lotus, sussidiaria di Ibm, non avrebbe rispettato le stime di fatturato relative al primo trimestre. Nel periodo, infatti, l’intero Software Group di Ibm è cresciuto appena dell’8%, contro il 14% di crescita complessiva della società. In seguito, Lotus ha provveduto a licenziare 183 dipendenti, una cifra assai inferiore a quanto anticipato da alcune voci interne.