La società ha annunciato la disponibilità di una serie di servizi in outsourcing per la gestione degli ambienti basati sulla propria piattaforma, all’insegna di una rinnovata visione del “software come servizio” ribadita anche in occasione dell’ultima edizione dell’Oracle OpenWorld di San Francisco.
Prosegue il processo di evoluzione dei servizi proposti da Oracle che ha visto, nel tempo, la società ampliare l’offerta inizialmente basata solo su call center, per passare successivamente all’uso di un Internet content center e approdare ora a un’offerta articolata e proattiva rivolta a centralizzare la relazione con il cliente. All’interno di questo contesto, Oracle Italia ha annunciato la disponibilità di una serie di nuovi servizi in outsourcing, proposti all’interno di una visione del “software as a service” con un approccio che Giovanna Agostoni, responsabile della divisione support services, definisce come “un nuovo modo di gestire e distribuire software”. “Ci posizioniamo come una società che produce software – ha detto la Agostoni – e, nel contempo, propone i servizi di gestione dello stesso, con una modalità embedded completamente indipendente dalla locazione fisica dell’applicazione”.
I nuovi servizi giungono in Italia successivamente alla loro implementazione sul mercato statunitense, leggermente in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, e sono suddivisi in quattro sottogruppi.
Il primo di questi è denominato Aps (Advanced Product Service) e prevede una serie di servizi di gestione e “healthcheck” finalizzati alla corretta manutenzione dei sistemi, con un’erogazione del servizio prevalentemente online. In questo contesto, la gestione dell’ambiente Oracle viene lasciato al cliente e il supporto della società si concretizza in un’attività di tipo preventivo e intervenendo prevalentemente sui sistemi di gestione della configurazione e delle performance.
Gli altri tre gruppi di servizi, denominati Collaboration Suite Outsourcing (Cso), Oracle Technology Outsourcing (Oto) ed Ebusiness Suite Outsourcing (Ebso), riguardano un’attività propriamente di esternalizzazione, attraverso la quale la società si fa carico della gestione completa dell’ambiente Oracle del cliente. Più in particolare, Ebso si riferisce ai prodotti applicativi, Oto alla tecnologia di base Oracle e Cso a nuovi prodotti che permettono di avere la collaborazione tra individui all’interno di un’azienda.
“L’obiettivo è di anticipare anziché risolvere ogni singolo problema – ha commentato Anna Antonioli, senior support manager di Oracle Italia -. Oracle è in grado di rendere più fruibile questo software per il cliente, pur restando la produzione di software la sua mission fondamentale. L’obiettivo è di fornire al cliente un servizio migliore, costi contenuti e più prevedibili, con un approccio proattivo, così da risolvere possibili problemi prima che il cliente ne abbia evidenza”.
Nella realizzazione di questi servizi, la società si focalizza esclusivamente sugli ambienti Oracle e non su altre tecnologie, in una naturale logica di estensione del prodotto.
Due i modelli di outsourcing proposti. Nel primo, denominato @customer/@partner, Oracle non si fa carico di gestire la parte infrastrutturale, mentre in quello denominato @Oracle, attualmente scelto da circa il 60% dei clienti Oracle, si occupa anche dell’hardware management.
I costi del servizio sono valutati in proporzione a quelli delle licenze, e corrispondono al 3% al mese del costo di ogni licenza per le modalità @customer/@partner, al 5% mensile per quella @Oracle. Questi costi si aggiungono agli eventuali costi di licenza, di supporto per il prodotto e di implementazione e progetto, che costituiscono compiti svolti generalmente anche da partner Oracle.
All’interno di Oracle Italia questi servizi vengono proposti attraverso una struttura di vendita dedicata, che conta 11 persone.
Gli obiettivi che la società si pone sono ambiziosi e, dopo un posizionamento iniziale indirizzato ad aziende di livelli medio, si prevede uno spostamento verso la fascia più alta. In Italia il target resta, per ora, quello delle medie aziende e delle piccole aziende a carattere verticale.
“Si tratta di un business strategico per Oracle – ha precisato la Antonioli – che punta a ottenere entro il 2006 un revenue di un miliardo di dollari a livello mondiale e che, attualmente, corrisponde a circa 50 milioni. Stiamo ora entrando in una fase più matura dei servizi a livello corporation, per cui stiamo spostando verso l’alto il livello dei servizi”.
- Oracle e Red Hat unite per Linux sui desktop
- Database più versatili e funzionali dall’OracleWorld
- E’ partnership tra Oracle e Red Hat per Linux su desktop
- Più stretta l’unione tra Hp e Oracle
- Sorpresa Oracle: la piattaforma di collaborazione rischia di superare l’application server
- Oracle annuncia capacità real-time nella propria Collaboration Suite
- Anche Oracle sceglie il grid