Il recente Symposium di Gartner a Cannes ha ancora una volta posto l’accento sul ruolo che i consumatori giocano nel ridisegno dei modelli di business e degli assetti organizzativi aziendali
«Senza dubbio, la consumerization è il trend più significativo
che agirà sull’It nei prossimi dieci anni» ribadisce
ancora una volta Peter Sondergaard, senior vice president di Gartner, nella
keynote di apertura del Symposium It tenutosi di recente a Cannes. L’analista
osserva che sarà proprio il consumatore a trasformare in profondità
il mondo dell’It, ridisegnando i modelli di business e gli assetti organizzativi
delle divisioni tecnologiche aziendali. Sono i prodotti per gli utenti consumer
a guidare l’innovazione, così come saranno i cosiddetti “digital
natives” (la generazione che è nata e cresciuta con l’It
e che oggi fa il suo ingresso nel mondo produttivo) a rivoluzionare lo stile
di lavoro, in un confronto senza precedenti tra “nativi” e “immigranti
digitali” .
Negli ultimi vent’anni sono entrate in azienda generazioni che hanno
imparato a servirsi dell’informatica nel corso dei propri studi o dell’esperienza
lavorativa; sono i “digital immigrant” coloro che oggi hanno responsabilità
nelle imprese ma che, per la prima volta, si confrontano con chi è nato
con le moderne tecnologie ed è cresciuto con pc, cellulari, lettori Mp3
e via dicendo. Il fenomeno della “consumerization” (tema peraltro
già introdotto nel Symposium del 2005) va ben oltre la contrazione dei
prezzi degli strumenti elettronici e la diffusione dell’elettronica di
largo consumo. Oggi, è chiaro, si tratta, innanzitutto di un fenomeno
culturale e sociale, guidato dalla trasformazione dei comportamenti, nella vita
privata come nella vita professionale, dall’acquisizione di capacità
inedite, dall’organizzazione di comunità virtuali che condividono
stili di vita e di lavoro. Le ricerche indicano che negli Stati Uniti l’89%
degli adolescenti utilizza sistematicamente un motore di ricerca in Internet;
è la generazione interamente digitale, ancora inconsapevole dell’impatto
delle proprie scelte, destinata a trasformare i paradigmi dell’It. Sono
loro i protagonisti delle comunità virtuali, costruite sulla trasparenza
e sulla fiducia, le chiavi di lettura del comportamento in rete degli utenti,
con cui dovrà confrontarsi il business.
Un mondo nuovo aspetta l’It, un mondo che costringerà a rivedere
i paradigmi tradizionali della sicurezza, dell’It proprietaria e della
condivisione delle risorse; sarà l’utente a chiedere di lavorare
con i propri strumenti, verso un modello di “MyIt” che metterà
a dura prova le organizzazioni interne dell’It d’impresa, imponendo
una rilettura dei concetti di libertà, responsabilità, opportunità
e limitazioni. In un contesto sempre più collaborativo, il genere avrà
il suo peso; crescono le comunità empatiche in cui le donne sono destinate
ad avere un nuovo ruolo.
Più spazio alle donne nell’Ict
Gartner prevede che dal 2012, il 40% della forza lavoro dell’It lascerà
i tradizionali percorsi di carriera per migrare verso approcci più aggressivi,
più imprenditoriali in cui le differenze dei generi si trasformeranno
in concreti vantaggi competitivi perché meglio sapranno interpretare
le esigenze del muovo mercato. A oggi, tuttavia, le donne, pur mostrando capacità
di supporto, di problem solving, di mentoring, di consulenza, di creatività
rappresentano solo il 14% dei Cio nel mondo; una percentuale media, che nei
diversi paesi subisce variazioni consistenti. Il Nord America, infatti, è
l’area geografica più evoluta, con il 20% di donne tra i Cio, America
Latina e Asia si attestano al 5% e l’Ue si ferma al 6%.
Nonostante, come osserva Mark Raskino, research e vice president di Gartner,
«gli psicologi ci ricordino che le donne sono migliori degli uomini nella
costruzione di fiducia e collaborazione, tratti distintivi delle relazioni e
del mondo dell’It», è ancora lontano, probabilmente, il tempo
in cui la diversità di genere sarà considerata una ricchezza per
il business.