Poco più di un anno fa, Apple lanciava un modello del tutto nuovo di computer desktop: Mac Studio. Alla WWDC 2023, l’azienda ha annunciato il primo upgrade di questo Mac desktop professionale.
E che aggiornamento, verrebbe da dire. I chip Apple Silicon M2 Max e M2 Ultra rendono questa workstation compatta da scrivania ancora più potente e in grado di affrontare flussi di lavoro ancora più impegnativi, in meno tempo.
L’ambito di utilizzo del Mac Studio è delineato sin dal nome: gli studi creativi, ma non solo. Con l’impiego degli ultimi chip Apple M2 Max e Ultra, nelle configurazioni top di gamma può arrivare a toccare le performance di calcolo (almeno teoriche) del Mac Pro.
Il Mac Pro chiaramente ha dalla sua, come principale differenza già dal primo sguardo, l’espandibilità, caratteristica del tutto estranea (se non mediante connettività esterna) al design compatto e salvaspazio del Mac Studio. Tuttavia, l’investimento nel Mac Pro è ben più significativo.
Il Mac Studio con M2 Ultra, come prezzo, parte da 4.899 euro, mentre il costo base per un Mac Pro è di 8.499 euro. È chiaro che il Mac Pro è indirizzato ad ambiti aziendali e professionali con diverse esigenze di flusso di lavoro (sia in termini di tipologia che di volumi) e diverse capacità di investimento.
Ma il Mac Studio, come vedremo, sta diventando un’offerta sempre più interessante nel portafoglio Apple per l’ambito professionale, soprattutto in termini di rapporto tra costi e prestazioni.
Le configurazioni predefinite
Sono due i modelli preconfigurati di Mac Studio di nuova generazione che Apple propone. Il primo, quello base, costa 2.449 euro ed è dotato del chip Apple M2 Max con CPU 12‑core (8 performance core e 4 efficiency core), GPU 30‑core, Neural Engine 16‑core e 400 GBps di banda di memoria; a cui si aggiungono 32 GB di memoria unificata e archiviazione SSD da 512 GB.
Il modello top di gamma costa invece 4.899 euro ed è equipaggiato con il più potente chip Apple M2 Ultra con CPU 24‑core (16 performance core e 8 efficiency core), GPU 60‑core, Neural Engine 32‑core e 800 GBps di banda di memoria. In più, il modello top dispone di 64 GB di memoria unificata e archiviazione SSD da 1TB.
Una differenza la troviamo anche nelle connessioni I/O del pannello anteriore: il modello base ha due porte USB‑C (fino a 10 Gbps) e lo slot SDXC card (UHS‑II) mentre quello top con M2 Ultra, oltre allo slot SDXC card, presenta due porte Thunderbolt 4 (fino a 40 Gbps).
La connettività sul lato posteriore è la stessa per entrambi i modelli: quattro porte Thunderbolt 4 (fino a 40 Gbps), due porte USB‑A (fino a 5 Gbps), una porta HDMI, una porta 10Gb Ethernet e un jack da 3,5 mm per cuffie con supporto per modelli ad alta impedenza.
Il Mac Studio top di gamma costa praticamente il doppio del modello base, e ciò a prima vista potrebbe disorientare. Ma in effetti si tratta davvero, a parte lo chassis, del “doppio del computer”.
Due processori in uno
Mac Studio con M2 Ultra offre il doppio del quantitativo sia per la memoria sia per lo storage SSD. Ma, soprattutto, è il SoC (system on a chip) M2 Ultra che è costruito da Apple letteralmente collegando due die M2 Max tramite un’avanzata architettura di packaging denominata UltraFusion.
L’esclusiva tecnologia UltraFusion di Apple consente di ottenere una larghezza di banda interprocessore a bassa latenza di ben 2,5 terabyte al secondo, mantenendo al contempo un consumo minimo di elettricità. In pratica è come avere un doppio M2 Ultra in un unico “pacchetto”, che il software vede come chip singolo (un chip, per inciso, che racchiude la vertiginosa cifra di oltre 134 miliardi di transistor).
Oltre a quello evidente del doppio dei core dei vari componenti del SoC, il chip Apple M2 Ultra comporta anche ulteriori vantaggi. Innanzitutto, la larghezza di banda di memoria dell’M2 Max è di 400 GBps, mentre per l’M2 Ultra è il doppio: 800 GBps.
Inoltre, per il Mac Studio con M2 Max il quantitativo di memoria unificata configurabile “si ferma” a 96 GB (e solo scegliendo l’opzione di M2 Max con GPU 38‑core, altrimenti non il massimo è 64 GB). Mentre il Mac Studio con M2 Ultra può essere configurato con un massimo di 192 GB di memoria unificata.
Poi: il Mac Studio con M2 Max supporta fino a cinque monitor simultaneamente; quello con M2 Ultra ne supporta invece fino a otto.
Prestazioni da Max a Ultra
Per quanto riguarda il confronto con il modello originale, Apple afferma che “Mac Studio con chip M2 Max è fino al 50% più veloce rispetto alla generazione precedente”, e che “Mac Studio con chip M2 Ultra è fino a tre volte più veloce del modello di generazione precedente con M1 Ultra”. Naturalmente dovremo attendere i benchmark di terze parti “sul campo” in vari task, per valutare meglio i rapporti in termini di performance, sia tra il primo Mac Studio e il nuovo, sia tra le diverse configurazioni della nuova generazione.
In generale, Apple indica l’M2 Max come adatto a gestire flussi di lavoro quali fotoritocco, compilazione di codice, motion graphic, elaborazione video; e il chip M2 Ultra per affrontare workflow più impegnativi nel 3D, nell’analisi di data set enormi e nel training di modelli di machine learning. Per dare un’idea: entrambi i SoC incorporano un Neural Engine per accelerare i task di machine learning; quello dell’M2 Ultra con 32‑core può arrivare a 31.600 miliardi di operazioni al secondo.
Oltre alla “performance bruta” c’è poi da considerare il maggior quantitativo di RAM configurabile e le altre caratteristiche aggiuntive dell’M2 Ultra che in alcune tipologie di attività potrebbero fare la differenza.
Personalizzare la configurazione del Mac Studio
Torniamo dunque alle configurazioni. Per quanto riguarda il SoC, il tipo di processore (tra M2 Max e Ultra) non è l’unica scelta che possiamo fare. Per inciso: possiamo selezionare l’M2 Ultra anche tra le opzioni di personalizzazione del modello base.
Sia per l’M2 Max che per l’M2 Ultra possiamo scegliere la versione del SoC con un numero maggiore di core della GPU: l’upgrade è con GPU 38‑core per l’M2 Max, e GPU 76‑core per l’M2 Ultra.
Per quanto riguarda la memoria unificata e l’archiviazione, dobbiamo valutare con attenzione la quantità da selezionare. Né l’una né l’altra, infatti, sono accessibili dall’utente: una volta scelta una quantità, rimarremo con quella. Se pensiamo che in futuro potremmo aver bisogno di più memoria o più archiviazione interna, meglio selezionare subito un quantitativo maggiore, perché l’espansione è possibile solo durante la configurazione prima dell’acquisto.
Rispetto ai Mac più consumer, alcuni dei quali arrivano ancora con una deludente quantitativo di 8 GB di memoria come impostazione predefinita, nel caso del Mac Studio partiamo almeno da 32 o 64 GB di memoria unificata. Come detto, il massimo a cui possiamo arrivare, con l’M2 Ultra, è 192 GB di memoria unificata, sborsando 1.840 euro in più.
L’archiviazione SSD interna può essere espansa in entrambi i casi fino a 8 TB; e, naturalmente, ci sono le porte I/O per l’archiviazione esterna. Purtroppo, l’espansione della memoria unificata e dello storage SSD non sono proprio a buon mercato.
Portando il Mac Studio alla sua configurazione massima possibile, con chip Apple M2 Ultra con CPU 24‑core, GPU 76‑core, Neural Engine 32‑core, 192 GB di memoria unificata e SSD da 8 TB, arriviamo alla ragguardevole cifra da spendere di 10.419 euro.
Ma, tra i due estremi, siamo certi che molti studi e singoli professionisti hanno la possibilità di trovare la configurazione che meglio risponda sia alle necessità dei loro flussi di lavoro che alle esigenze di budget.