Le prestazioni
I benchmark del processore con Geekbench 3, rispetto a quelli che abbiamo realizzato a suo tempo sul primo MacBook Retina hanno fatto registrare incrementi di prestazioni dal cinque al dieci percento, mediamente; abbiamo notato dei picchi nella performance della memoria, dove il segno più è arrivato a toccare addirittura il settanta percento. L’uso quotidiano ci ha dato anch’esso la sensazione di un sistema I/O più “scattante”. Naturalmente, non si tratta di un aggiornamento che fa fare al MacBook Retina un balzo di categoria, né era lecito attenderselo. Il gap prestazionale che avevamo sottolineato nella prova della precedente generazione nei confronti del MacBook Pro, ma anche del MacBook Air, rimane, pur riducendosi. I chip Core M (rispetto ai Core i5/i7) sono pur sempre progettati con l’obiettivo dell’efficienza energetica prioritario rispetto alle prestazioni.
Rimane valido dunque il discorso di inquadrare bene il ruolo che il MacBook potrebbe rivestire all’interno del nostro arsenale di attrezzi. Non gli affideremmo certo un posto in sala macchine nella produzione professionale nell’ambito del calcolo, della grafica, del video, dell’audio, della progettazione (né potremo scatenarci in giochi che richiedono potenti schede grafiche dedicate). Allo stesso tempo, non cadiamo nell’eccesso opposto di sottovalutarne troppo le capacità. Non siamo vincolati sempre e solo ai compiti di base della navigazione Internet e del prendere appunti; abbiamo ad esempio provato ad aprire in Photoshop CC anche immagini di un certo peso e complessità e ad applicarvi dei filtri o effettuare elaborazioni di routine, con esiti tutt’altro che sconfortanti. Sono cose fattibili (entro limiti ragionevoli), magari con attese superiori alla media, ma non impossibili: certo, non affideremmo delle scadenze importanti ai circuiti del MacBook, ma nemmeno è da considerare come un gadget tutto apparenza e niente sostanza. Al piccolo MacBook possiamo dunque chiedere l’ordinaria amministrazione e anche qualcosa in più, all’occorrenza; i compromessi sulle prestazioni e le attese verranno ripagate quando dovremo portarlo in giro e ci risparmierà un bel po’ di peso e ingombro a tracolla.
Valutare la durata della batteria in situazioni “da campo” e non “da laboratorio” è sempre complicato, perché a seconda del tipo di uso le condizioni possono variare anche di molto. Anche in questo caso la prestazione del MacBook, seppur non faccia gridare al miracolo, è più che soddisfacente e dovrebbe essere in grado di garantire nella maggior parte dei casi una giornata di lavoro lontano dall’alimentazione.