MacLeod e “ne resterà solo uno”

Curiosamente questa frase fu detta dal Ceo di National Semiconducor, azienda oggi diretta da un Macleod. Assonanze e dissonanze d’uno spartito fuori dall’x86.

Texas Instruments ha appetito analogico e sta facendo un grosso boccone, ben delineato da Maria Teresa della Mura su 01Net. Se l’acquisizione verrà consentita e finalizzata, nel 2011 potrebbe sparire il glorioso marchio National Semiconductor.
L’offerta vale 6,5 miliardi di dollari, come annunciato alla stampa direttamente da Rich Templeton, Ceo di Texas. Durante l’ultimo esercizio l’azienda ha avuto 1,6 miliardi di dollari di fatturato (ha il 3% del mercato analogico); prima dell’annuncio le azioni valevano 15-15 dollari l’una, mentre l’offerta è di 25 dollari per azione e ovviamente il 5 aprile il Nasdaq assegna loro più o meno quel prezzo. Per la cronaca, l’anno fiscale 2010 ha regalato a Texas Instruments un fatturato di 14 miliardi di dollari.

NatSem, 1967-2011
La questione non può essere semplicemente affidata a questioni tecniche o finanziarie, perché di fatto sta sparendo un pezzo di storia che cercò anche di diventare il numero uno.
National Semiconductor fu fondata nel 1967 da Charles Sporck, nome tra il mito e la storia dei semiconduttori. La storia lascia il mito quando qualcuno la scrive su un supporto, e così fecero gli inventori degli anni ’60 tra i quali Sporck va certamente annoverato. Il 28 luglio del 1997 Brian Halla, all’epoca Ceo di NatSem, acquistò Cyrix per 550 milioni di dollari. L’idea era semplice: acquistare le eccellenti matrici x86 di Cyrix, ormai in difficoltà, per competere su scala globale. Il principale obiettivo era il Soac, system-on-a-chip: tutto un hardware su un solo circuito integrato, una soluzione potente e compatibile che avrebbe allargato il mercato, amplificando il portafoglio di chip analogici e di rete di NatSem e rendendo l’azienda il numero uno a spese proprio di Intel. Poiché anche NatSem era di stanza a Santa Clara, città di Intel, fu all’epoca riferito (anche a me personalmente) che in una riunione ai manager internazionali, presentando l’acquisizione, Halla abbia detto “tra un anno qui a Santa Clara ci saremo solo noi”, una vera frase da highlander. Curioso che l’attuale Ceo si chiami MacLeod: stesso cognome di un immortale nella fiction Highlander, frase simile nella lotta tra super-esseri (“ne rimarrà solo uno”, in italiano).
Purtroppo nessuno salvò Cyrix e neanche NatSem. Il 3 settembre 1999, appena due anni dopo, gli assett relativi al chip di sesta generazione 6x86MX furono svenduti a Via a 167 milioni di dollari; quattro anni dopo, il cuore del Soac, ovvero l’MII, passarono di mano al rivale Amd.
Anche Texas, nonostante molti trascorsi ed ottimi fatturati sia come produttrice in proprio che come fabbrica in conto terzi, sparì abbastanza presto dal novero dei produttori x86, più per scelta che per incidente, come invece accadde a NatSem. Oggi l’azienda è leader nei chip e sistemi per smartphone e palmari.

Leo Sorge è autore del libro “From Dust to the Nanoage”, l’unica storia completa del microprocessore dalle origini al Pentium Bug, pubblicata in inglese su Lulu e prossimamente su iPad.

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