Home Digitale A Mecspe le tecnologie che faranno crescere le imprese italiane

A Mecspe le tecnologie che faranno crescere le imprese italiane

Un contaminatore sano di trasferimenti tecnologici, questo è Mecspe. Così Ivo Nardella, amministratore delegato del Gruppo Tecniche Nuove, ha definito la fiera principe della meccanica italiana, a sottolinearne la costanza innovativa e la concretezza d’impatto sulla produzione, presentandola alla stampa nel contesto della Milano Digital Week.

E considerato il sempre maggiore peso specifico tecnologico che ogni marzo, da diciotto anni a questa parte, si scarica a terra presso i padiglioni di Fiere di Parma, (quest’anno dal 28 al 30 marzo) si potrebbe anche chiamarlo Tecspe.

Esempio fulgido è il Tunnel dell’Innovazione, che come ha spiegato Maruska Sabato, project manager di Mecspe, ci condurrà idealmente dalla fabbrica digitale vista lo scorso anno alla concreta fabbrica intelligente, e lo farà con quattro Lighthouse plant (impianti faro) con esperienza polisensoriale, che accolgono i visitatori all’ingresso: Ansaldo Energia, ABB italia, Tenova con ORI Martin e Hitachi Rail Italy.

Quello di Mecspe sarà dunque il 4.0 visto, toccato, respirato, udito.

Il 4.0, come ha spiegato il Direttore tecnico delle iniziative speciali di Mecspe, ingegner Michele Rossi, che passa di stato, matura.

Dopo aver vissuto la stagione dell’innovazione e quella della crescita con i benefici fiscali, deve proseguire con la maturità, con la riflessione. La quarta rivoluzione industriale, ha detto Rossi, se non la si vive anche dentro la mente, non è tale.

Bisogna chiedersi come sarà la propria azienda fra dieci, quindici, venti anni, consapevoli che il punto di arrivo della fabbrica intelligente sarà la fabbrica circolare.

Serve allora avere una visione sul posizionamento del prodotto e i protagonisti dei lighthouse plant di Mecspe questa rivoluzione di pensiero l’hanno fatta: “sanno dove saranno fra vent’anni”.

Per loro la collaborazione con i partner è un mantra: sanno che da soli non si va da nessuna parte e che tutto il know how non può essere interno.

Mecspe, allora, farà anche questo: farà vedere come si compone una visione industriale a vent’anni.

Ottieni il biglietto di ingresso gratuito

La Fabbrica Intelligente in azione a Mecspe

Visione che è anche frutto del lavoro del Cluster Fabbrica Intelligente, iniziativa pubblico privata nata nel 2012 in seno al Miur, per indirizzare il settore manifatturiero e creare una comunità più stabile e aggregata, collegare le politiche di ricerca nazionali con quelle internazionali. Fare massa critica, insomma, come ha spiegato il membro del direttivo del Cluster, Flavio Tonelli.

Con un ruolo di collegamento fra stato, regioni, enti locali, 287 membri, di cui 218 partner industriali, 7 regioni, il Cluster ha attivato interazioni anche con i ministeri dello Sviluppo economico e gli Affari Esteri.

I gruppi di lavoro seguono sette linee di intervento: sistemi per prodotti personalizzati, per la sostenibilità industriale con un target di lungo nell’economia circolare, valorizzazione delle persone, alta efficienza, produttività innovativi, adattività, strategie e management per il manifatturiero.

L’idea degli impianti faro nasce proprio in questo milieu tecnologico, per produrre risultati riconoscibili, fattibili, attirare imprese, open.

Per le Pmi lombarde la trasformazione digitale c’è

E uno spaccato sulle modalità con cui il tema 4.0 viene vissuto dal tessuto produttivo italiano lo ha offerto Claudia Norscini, dell’Università Politecnica delle Marche, dipartimento robotics, visual e artificial intelligence, che ha condotto un’indagine sulle Pmi lombarde per l’Osservatorio Mecspe.

Da 141 interviste con metodo cawi fatte a gennaio 2019 su Pmi della meccanica e della subfornitura lombarde.

Per la maggioranza delle aziende sentite l’andamento economico è positivo, più della metà sono in crescita e investono, con il proverbiale giudizio che contraddistingue l’imprenditoria lombarda.

Esportano in Europa, Asia e Nordamerica e rilevano con fattore critico la burocrazia e i tempi delle controversie. All’80% hanno un portafoglio ordini adeguato.

I dipendenti sono in aumento per un’azienda su due e stabili sostanzialmente per quasi tutte le altre per 43. La formazione interna generalmente si fa: solo 6 su 100 sono renitenti.

Sul tema del 4.0 il 60% non si sente preparato. Servono nuove professionalità, che si cercano con agenzie e società di consulenza.
Però la digitalizzazione c’è e ci sarà per la maggior parte di loro, come dimostrano i tanti investimenti fatti in sicurezza e decisi in prima persona dagli stessi imprenditori.

Il futuro nei Deep Trend

Se questo è il presente, il futuro nelle aziende manifatturiere come sarà?

Lo ha spiegato Laura Rolle, cofounder di Blueeggs, agenzia che basandosi sui dati raccolti ha tracciato un’analisi sulle tendenze del manifatturiero lombardo, utilizzando metodologie semiotiche.

I Deep Trend sono modelli culturali profondi che influenzeranno nei prossimi anni persone, prodotti, servizi, interazioni, in modo trasversale ai settori. E il fil rouge trovato da Blueeggs è “beyond the limits”, oltre i limiti.

Tre i temi individuati.

Primo: New ecology. Inquinamento acustico e visivo entrano nel nuovo concetto di sostenibilità. L’ambiente non va inteso solo in senso fisico, ma anche umano. L’habitat è legato all’individuo e alla comunità locale. Il tema è fondamentale per maggior parte delle aziende, anche se pensano ancora a ridurre i consumi e la loro impronta ambientale.

Secondo: Be happy, ossia andare oltre i limiti del prodotto, ossia il brand deve mettere a disposizione dei contenuti per aumentare la qualità della vita generale.

Terzo trend: Play the game. Andiamo verso un mondo oltre i limiti del reale, che comunque ci fa fare i conti con  la realtà. Non si tratta solo di fare gamification dei rapporti, ma di capire che B2B e B2C non sono più così divisi. L’utilizzo di realtà aumentata e mista sulla linea di produzione è l’esempio più lampante: il loro linguaggio di base è quello del gioco. L’esoscheletro ci fa sembrare supereroi. Ecco perchè con il linguaggio del gioco in azienda l’umano si potenzierà. E nasceranno team di lavoro misti.

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