Mercato più democratico per i media digitali

Leonardo Chiariglione è il coordinatore del progetto Dmin: l’obiettivo è creare un circuito unificato tra produzione e consumo di servizi multimediali

Qual è lo stato delle tecnologie digitali in Italia? È Leonardo Chiariglione, inventore di mp3 e fondatore del gruppo internazionale di esperti audio-video Mpeg, a tracciare i contorni e i possibili sviluppi del settore. Chiariglione è il coordinatore del progetto Dmin (dmin.it) – Digital Media in Italia: un gruppo interdisciplinare formato nel 2005. Con il termine Digital Media si intende ogni contenuto trasformabile in bit e trasportabile su reti, che può essere elaborato con dispositivi programmabili. Il progetto Dmin evidenzia la forte competitività del mercato dei contenuti digitali, e i grandi benefici connessi per il pubblico, ma indica pure l’assenza di forti realtà italiane.

Due principi da far convivere
Il punto di partenza è la crescente disponibilità di contenuti digitali audiovisivi, a tutti i livelli, (educativo, informativo, intrattenimento). «La filosofia di una tecnologia fair play non funziona dichiara Chiariglione – Dobbiamo dare agli operatori il diritto di proporre servizi con le tecnologie che pensano siano meglio in grado di supportare il loro business. Dall’altra parte esiste il diritto dei cittadini di poter accedere ai servizi con un livello minimo di interoperabilità».

Il principio di base è che l’imprenditore deve avere la massima possibilità di scelta nella tecnologia, ma se qualcuno chiede di entrare nel gioco bisogna che sia abilitato anche un accesso standard alla tecnologia stessa. Per il consorzio Dmin è questo il punto di equilibrio: un cittadino deve poter accedere a tutti i servizi.
A tale proposito esiste già una specifica Drm (Digital right management) a livello nazionale, in quanto chiunque venda un contenuto deve anche proporlo mediante una tecnologia standard, cioè l’utente deve poter scegliere il set top box e il modo di fruirne.

Tre vie di intervento
La proposta è di massimizzare la circolazione dei Digital Media. Si parla di tre diverse vie di intervento: offerta di contenuti, accesso alle reti a larga banda, servizi a pagamento. In pratica, si vuole salvaguardare il diritto dei fornitori di adottare le soluzioni tecnologiche più convenienti, e il diritto dei consumatori di accedere ai contenuti con il dispositivo di loro scelta. Si è dunque identificato un primo livello di intervento sui Drm “interoperabile”, basato su software con codice sorgente aperto (Open Source), accessibile e pronto per modelli di business innovativi.

Chiunque, anche il privato cittadino, può diventare fornitore di contenuti e se ricorre all’impiego di un sistema di protezione proprietario (quindi discriminatorio), deve anche offrirli sullo stesso canale mediante un altro sistema di protezione interoperabile (DRM). Si punta in tal senso alla creazione di un mercato di fornitori-fruitori bidirezionale potenzialmente omogeneo di 60 milioni di consumatori, con vantaggi per tutti a livello industriale e privato. Chi acquista legalmente i diritti di fruizione di un contenuto li possiede una volta per tutte su tutti i dispositivi in suo possesso.

Le reti e i pagamenti
Sulla scia di queste prime considerazioni dmin.it coinvolge anche il discorso della rete: un operatore deve offrire accesso bundled e/o unbundled e il puro accesso service-diagnostic secondo condizioni non discriminatorie. I sistemi di pagamento nei Digital Media devono essere a disposizione di tutti mediante la creazione di un account secondo le tipiche procedure dei pagamenti in rete e i classici strumenti di pagamento.

I vantaggi
I vantaggi sarebbero evidenti: creare un mercato omogeneo a larga banda, abbassare la barriera d’accesso e creare più valore per i contenuti autoprodotti, mediante nuove forme di intermediazione, con sistemi flessibili, la possibilità di accedere a contenuti entro e fuori bundle, non legati a un particolare dispositivo e a un prezzo interessante.

Altri vantaggi previsti sono l’incentivazione al consumo digitale, l’affossamento della pirateria, un abbassamento dei costi delle tecnologie, la promozione mondiale di un Italian lifestyle, a tutto vantaggio di cultura, turismo, industria in genere.
I dettagli sono raccolti in un documento intitolato “Specifiche funzionali, azioni normative e governance per la realizzazione della proposta dmin.it”, che comprende i requisiti giuridici e tecnici coinvolti e da rispettare.

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