La cosa era nell’aria da qualche settimana, ma ieri è arrivata la conferma definitiva.
Cassa Depositi e Prestiti ha scelto Enel come acquirente di Metroweb, preferendo dunque l’operatore dell’energia, e la sua offerta di 806 milioni di euro, a Telecom Italia, che era arrivata a 814 milioni di euro. Se tutto andrà in porto, Metroweb si fonderà dunque in Enel Open Fiber.
Secondo indiscrezioni, anche Enel nelle ultime ore avrebbe alzato la sua offerta, portandola agli stessi valori di quella di Telecom, ma le ragioni che hanno spinto CDP, insieme al fondo F2i, a scegliere Enel sarebbero da collegarsi soprattutto alla volontà di evitare scrutini rischiosi in termini di antitrust e di posizioni dominanti sul mercato.
Chi è Metroweb
Metroweb Italia opera come dark fiber provider (fornitore di fibra spenta), sviluppando e affittando l’infrastruttura della rete ai principali operatori di telecomunicazione a livello nazionale. Fornisce l’accesso alla rete in modalità FTTH (Fiber-To-The-Home), una connessione che permette all’utente di collegarsi alla rete direttamente in Fibra Ottica, alla più alta velocità di connessione disponibile.
Per altro, la stessa Enel poche settimane fa era già stata scelta dal Governo come uno degli attori principali, non a caso sempre in associazione con Metroweb, e ha annunciato un piano di investimenti da 2,5 miliardi di euro per portare connessioni ultraveloci nelle case degli italiani utilizzando la rete elettrica.
Cosa è Enel Open Power
Enel Open Power è un progetto che punta a portare la fibra ottica in 224 città italiane, con l’obiettivo di raggiungere 7,5 milioni di abitazioni e un investimento di 2,5 miliardi di euro. Il progetto nasce dopo l’acquisizione, dalla società italiana Prysmian, del brevetto per l’utilizzo di un nuovo cavo, sviluppato e realizzato a Battipaglia, che è in grado sia di trasportare energia elettrica, sia segnale su fibra arrivando sino a 1Gb/s.
Secondo quanto si legge in queste ore, e in assenza di una comunicazione ufficiale da parte di Cassa Depositi e Prestiti, la scelta sarebbe vincolante, fatto salvo il diritto di veto in merito alle modifiche dell’azionariato da parte di Swisscom, che ha facoltà di esercitarlo fino al mese di marzo del prossimo anno.