L’intervista a Matteo Mille, di Microsoft.
A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.
Per Microsoft Italia ci ha risposto il Chief Marketing and Operations Officer, Matteo Mille.
Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?
Il digitale ha già cambiato profondamente il nostro modo di vivere e lavorare influendo in modo significativo sui processi e rinnovando i modelli di business. Se da un lato la pandemia ha accelerato i processi di innovazione sia nel settore pubblico sia privato, dall’altro ha messo in luce in maniera ancora più rilevante le grandi sfide a livello globale e i gap da colmare: sostenibilità e digitale in primis. Filoni questi, strettamente collegati tra loro: a settembre abbiamo rilasciato uno studio in collaborazione con The European House of Ambrosetti in cui è stato calcolato come il digitale contribuisca ad abbattere fino al 10% delle emissioni. L’innovazione digitale è essenziale quindi nell’abilitare una crescita sostenibile e grazie ai fondi previsti dal PNRR abbiamo davanti a noi un’opportunità senza precedenti. Come Microsoft, abbiamo la missione di aiutare persone e organizzazioni a fare di più con il digitale. In Italia, siamo al fianco delle organizzazioni pubbliche e private per favorire la crescita del loro business attraverso il digitale in maniera sostenibile, a creare ambienti di lavoro più flessibili produttivi e inclusivi, oltre a supportarle nel creare professionalità al servizio delle nuove sfide.
Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?
In un mondo connesso e profondamente cambiato dallo scoppio della pandemia, per molte aziende si è resa necessaria l’implementazione di una struttura IT capace di proteggere il patrimonio di dati aziendali, sempre più esposti a potenziali attacchi. Gli attacchi cyber stanno diventando un fenomeno sempre più comune in tutte le industrie e settori e, molto spesso, si traducono nello stop alle linee produttive, con conseguenze davvero importanti per le aziende dal punto di vista economico e sociale. Si è calcolato un costo globale di circa 300 miliardi di dollari l’anno.
L’Italia è fra i primi Paesi per numero di attacchi, purtroppo, così come tutti i Paesi in cui il manifatturiero è ancora una delle principali fonti di reddito, e tutto ciò rende i sistemi di controllo un tallone d’Achille per l’Industria 4.0. Come Microsoft, attraverso il nostro approccio Zero Trust, affianchiamo le organizzazioni che necessitano di un nuovo approccio alla sicurezza, le aiutiamo ad adattarsi in modo efficace alla complessità degli ambienti moderni e affinché persone, dispositivi, app e dati possano essere protetti ovunque, anche in mobilità. È fondamentale contribuire ad alzare in modo significativo la cyber resilienza delle organizzazioni, ovvero la loro capacità di funzionare anche se continuamente sotto attacco, essendo spesso già compromesse ben prima che emergano sintomi evidenti di un attacco in corso. La cyber resilienza deve diventare non solo uno dei pilastri dell’attività di un’organizzazione ma quell’elemento che abilita tutti gli altri e li rende possibili, considerato da un lato la crescente pervasività dell’ICT nella società attuale e dall’altro la corrispondente evoluzione delle minacce.
Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?
Il cloud rappresenta uno straordinario abilitatore d’innovazione, in grado di democratizzare l’accesso alle nuove tecnologie e permettere così alle organizzazioni di ogni dimensione e mercato di accedere a soluzioni innovative che fanno leva su AI, big data e machine learning, il tutto con le massime garanzie di sicurezza e compliance. Le aziende ne sono sempre più consapevoli, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico: il 2021 ha visto un + 16% di spesa per il Cloud rispetto al 2020. Un dato significativo che dimostra quanto sia stata forte la spinta verso la digitalizzazione e che segna la strada per il futuro.
Occorre mettere il Cloud al centro delle strategie di digitalizzazione. Le aziende in Italia stanno comprendendo le opportunità generate in termini di efficienza, scalabilità e sicurezza e vediamo una forte accelerazione da questo punto vista. All’interno del percorso di trasformazione digitale, il tessuto di aziende italiane si compone di diverse realtà, con grandi gruppi già avviati in questa transizione e con piccole e medie imprese che si stanno approcciando al digitale, anche sospinti dalle necessità fatte emergere dall’emergenze sanitaria. In quest’ottica, le aziende dovranno sempre più investire nel rafforzamento e ampliamento sia della propria infrastruttura digitale, sia nella formazione e l’acquisizione di talenti in grado di sfruttare le competenze digitali a favore dello sviluppo aziendale. Per accompagnarle in questo percorso, abbiamo avviato un centro virtuale di competenze, che in pochi mesi ha già coinvolto oltre 20 Partner in una quindicina di progetti. Il Microsoft AI Hub mette a fattor comune l’expertise di player nazionali qualificati per aiutare le realtà italiane a cogliere i vantaggi dell’AI e cloud computing e per accelerare la prototipazione di progetti in risposta alle esigenze di diversi settori industriali.
Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?
Il nostro impegno sui temi della sostenibilità è duplice e prevede da un lato, un piano di riduzione del nostro impatto ambientale – ci siamo posti l’obiettivo di diventare carbon negative entro il 2030 – e una riduzione delle emissioni indirette, ovvero quelle dei nostri partner e fornitori dall’altro, l’introduzione di soluzioni e iniziative volte ad aiutare imprese, enti e associazioni ad evolversi in modalità green. È recente il rilascio della preview pubblica per clienti e partner di Microsoft Cloud for Sustainability, soluzione che aiuta le aziende a monitorare e ridurre l’impatto ambientale, supportandole nei loro percorsi di sviluppo sostenibile. Abbiamo anche introdotto l’Emissions Impact Dashboard, uno strumento progettato per aiutare i clienti del cloud Microsoft a comprendere, monitorare, analizzare e ridurre le emissioni di carbonio indirette associate all’utilizzo del cloud.
Proseguono inoltre i nostri investimenti per una nuova generazione di data center a basso impatto, utilizzando per esempio già in fase di progettazione materiali a basso tasso di emissioni, sviluppando sistemi di raffreddamento più efficienti e promuovendo l’uso di fonti rinnovabili per la loro alimentazione. In Italia, abbiamo anche lanciato un’Alleanza per la sostenibilità, parte del nostro piano per l’accelerazione della crescita del Paese Ambizione Italia, che oggi conta più di 17 partner che collaborano per sostenere l’innovazione in ambito dell’impatto ambientale. Partirà, infine, nelle prossime settimane infine la Microsoft ESG Academy, il primo corso di formazione che integra moduli per l’acquisizione di competenze digitali e nozioni legate alla sostenibilità, tema sempre più cruciale anche nel mondo del lavoro in cui, secondo lo studio Censis-Confcooperative saranno necessari oltre 2 milioni di lavoratori con competenze green per alimentare la transizione ecologica prevista anche dal PNRR.
L’idea ICT del 2022
Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?
Sono i dati il vero driver di sviluppo e competitività in grado di liberare il potenziale delle aziende italiane, dalle grandi organizzazioni alle pmi. L’innovazione tecnologica, penso al cloud e all’intelligenza artificiale, ci consente ora di identificare dati e insight e trasformarli in informazioni a valore in grado di ottimizzare i processi, migliorare servizi, essere più sostenibili e accrescere il business. Per accelerare e crescere, le aziende devono dotarsi quindi di tutte quelle tecnologie per la raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati. Essenziali per cogliere le opportunità generate dalla valorizzazione dei dati, le competenze. Non basta avere la giusta tecnologia ma occorrono anche profili qualificati in grado di trasformare i dati in informazioni critiche per il business. Le aziende italiane devono investire non solo in nuove soluzioni ma soprattutto nella formazione del capitale umano. Il nostro piano Ambizione Italia #DigitalRestart va proprio in questa direzione: una piattaforma completa e scalabile con programmi di formazione e innovazione tecnologica che ha raggiunto già 2 milioni di italiani con competenze tech utili per trovare occupazione e accompagnare le imprese pubbliche e private nella trasformazione digitale anche alla luce degli investimenti in arrivo con il PNRR.