In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, Microsoft ha voluto parlare di come il digitale possa abilitare l’inclusione e l’accessibilità delle persone, aiutandole a esprimere al meglio il proprio potenziale, sia nella vita privata che professionale.
Barbara Cominelli, COO, Marketing and Operations Director di Microsoft Italia
ha ricordato l’importanza di concretizzare i progetti di inclusione ed accessibilità: la teoria, infatti, non porta alcun beneficio alla collettività.
Ambizione Italia di Microsoft è nel solco di questo intento.
Infatti, l’italia è fra gli ultimi Paesi della comunità europea per digitalizzazione. Microsoft punta a ridurre il mismatch fra le competenze disponibili e le reali esigenze delle aziende.
Sono stati ben 785.000 i soggetti che hanno beneficiato di Ambizione Italia, e Cominelli ricorda che il digital divide è una barriera invisibile ma anche estremamente difficile da superare.
Sono ben 1 miliardo le persone nel mondo affette da varie forme di disabilità, il cui tasso di disoccupazione è doppio rispetto a persone normodotate.
La specifica situazione italiana riguarda oltre 11 milioni di persone, e di queste 3,1 milioni hanno una disabilità certificata. Solamente il 31,3% dei diversamente abili è occupata, e 1 dipendente su 3 si fa carico della cura di un familiare non autosufficiente.
La missione di Microsoft è quindi creare accessibilità ed inclusione: la manager ricorda ad esempio che la tecnologia della società di Seattle ha strumenti in grado di tradurre e trascrivere in real time quanto detto durante un evento. Permettendo, ad esempio ad un non udente, di seguire l’evento e svolgere la propria attività lavorativa senza alcun limite.
Con grande correttezza e senso civico, Cominelli ha sottolineato che queste (ed altre) tecnologie inclusive sono offerte non solo da Microsoft ma anche dai competitor.
L’intento dell’evento è infatti alzare il livello di consapevolezza, non proporre prodotti di Microsoft. Una scelta etica e che merita di essere sottolineata.
Microsoft, durante l’ultimo Superbowl, ha perfino creato uno spot per una versione di Xbox dedicata a persone diversamente abili. Sebbene il prodotto specifico sia certamente di nicchia, il valore percepito dai clienti a fronte di questo impegno inclusivo di Microsoft è aumentato in maniera rilevante: segno evidente che la sensibilità del pubblico verso i temi inclusivi è sempre più elevata.
La prossimità alimenta l’empatia, ricorda Cominelli: essere vicini a chi ha soffre permette di capirne tanto le difficoltà quanto le reali esigenze, oltre a permettere (ad esempio agli sviluppatori software) di indirizzare i prodotti nel modo più proficuo e adatto alle concrete esigenze di un diversamente abile.
La manager italiana ha fatto l’esempio del packaging usato per Xbox: la facilità di apertura, pensata inizialmente per agevolare persone con difficoltà motorie, si è poi rivelata un vantaggio per tutta la collettività.
L’intelligenza artificiale è un’altra tecnologia che può ampliare le capacità umane di tutti, comprese le persone con disabilità, in grado di sopperire alle limitazioni e permettendo di liberare il potenziale creativo di tutti.
In sintesi le tecnologie accessibili abilitano anche le organizzazioni ad ottenere di più: produttività, talenti, ingaggio e conformità.
Microsoft e i suoi partner lavoreranno su servizi che abilitino l’inclusione e prodotti accessibili (nuovi e già esistenti, da migliorare).
Inoltre, scuole per tutti i talenti: iniziative per la promozione di una cultura della inclusività a partire dalla scuola. E per finire, il mondo del lavoro: una serie di iniziative per facilitare l’accesso al mondo del lavoro e a supporto di ambienti lavorativi che valorizzino le diversità.
Un impegno a tutto tondo, quello di Microsoft. Difficile chiedere di più alla società americana, ma siamo altrettanto certi che le (piacevoli) idee ed innovazioni in questo ambito non si fermeranno certo qui.
“… valorizzi o le diversità”. Campa cavallo! Magari avvenisse anche in Italia, ma con la mentalità imperante, (con i datori di lavoro e i sindacati, tutto culo e camicia) ci credo poco.