Microsoft accetta la modificabilità di Windows

Con l’intento di convincere i propri accusatori federali a un patteggiamento extragiudiziale nella causa antitrust a proprio carico, la casa di Redmond ha dato via libera ai pc vendor che intendano proporre il sistema operativo senza il browser Internet Explorer.

Meglio tardi che mai, Microsoft ha ceduto su un punto che sin qui ha contribuito pesantemente all’impianto accusatorio nell’ormai nota causa antitrust avviata dalla procura federale americana. La casa di Bill Gates, infatti, ha cambiato le modalità di licensing del proprio sistema operativo Windows ai produttori di pc, consentendo loro di rimuovere l’accesso automatico al browser Internet Explorer e di effettuare altre alterazioni alla configurazione di default. Sin qui il costruttore aveva imposto il bundle, soprattutto per sconfiggere la rivale nel settore, ovvero Netscape. Ora, invece, verrà inserita una utility che consentirà agli utenti di disabilitarlo anche autonomamente, così come di aggiungere icone di altri programmi, come RealPlayer o il servizio di accesso di America On Line.
La modifica porterà a una revisione anche del prossimo sistema operativo di Microsoft, Windows Xp, anche se, a detta del costruttore, ciò non influirà sulla data di rilascio, fissata per il prossimo 25 ottobre.

Le novità, che riguardano anche Windows 98, 2000 e Me, consentiranno, in dettaglio, ai produttori di pc di togliere dal menu di avvio le icone e le modalità che offrono agli end user l’accesso ai componenti di Internet Explorer. Il browser sarà invece aggiunto alla lista dei programmi che si possono installare o rimuovere in Windows Xp e precedenti. Gli Oem, inoltre, potranno aggiungere icone di altri programmi direttamente sulla scrivania, prima di vendere il pc.

La decisione arriva all’indomani della sentenza della Corte d’appello americana, che ha bocciato la proposta di dividere Microsoft in due come condanna per le passate pratiche monopolistiche, ma ha rispedito il caso in primo giudizio, riconoscendo che le scorrettezze ci sono state. Appare evidente il tentativo di Microsoft di mostrarsi accondiscendente con la controparte federale, allo scopo di raggiungere un accordo extragiudiziario su tutta la vicenda.

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