La società sottoporrà i suoi formati all’Istituto europeo per la standardizzazione
Microsoft diventa un po’ più Open. La società regina del software
proprietario ha deciso di aprirsi all’esterno con la decisione di sottoporre i
formati dei file di Office (Word, Excel e PowerPoint) all’Ecma, l’Istituto
europeo per la standardizzazione, con sede a Ginevra. All’Ecma,
Microsoft sottoporrà tutti i dati tecnici relativi ai formati Microsoft Office
Open Xml, con l’obiettivo di riceverne la certificazione a standard. Questa
certificazione è indispensabile per poter presentare ulteriore domanda
all’Iso (International organization for standardization), la
cui approvazione viene considerata di vitale importanza presso l’utenza di tipo
governativo.
La società di Bill Gates si è impegnata anche a cambiare i termini delle
licenze d’uso, con l’obiettivo di rimuovere tutte le barriere che di fatto
potrebbero impedire agli sviluppatori di lavorare con determinati formati di
file. Tutto questo sembra, evidentemente, una risposta a Sun e
Ibm, che stanno a loro volta spingendo per il riconoscimento allo
status di standard il formato OpenDocument. Formato quest’ultimo che Microsoft
sembra intenzionata a supportare solo attraverso tool di terze parti e non a
livello nativo nel prossimo Office 12. Oltre a questo Microsoft cerca di
prestare attenzione anche alle richieste dell’Unione Europea
che vorrebbe standard i formati di Bill Gates. Il rischio infatti era che la Ue,
che per i suoi documenti punta a utilizzare formati aperti, escludesse i formati
proprietari di Microsoft con inevitabili riflessi nel campo dell’e-government.
In pratica la decisione si traduce nel fatto che in futuro potrebbe non
essere più necessario possedere il software di Microsoft per aprire un
determinato file. Una notizia non inattesa che ha trovato pareri
discordi fra gli analisti. Qualcuno infatti sostiene che se Microsoft
non cede il controllo dei formati a una struttura indipendente potrebbe sempre
cambiarli in qualsiasi momento a danno di chi volesse utilizzarli. Una scelta
possibile che porterebbe però a un cambio di strategia di Microsoft poco
probabile almeno per un certo periodo. In molti poi sottolineano l’ambivalenza
dell’atteggiamento del colosso di Redmond che da una parte rende i
formati aperti e dall’altra si rifiuta di supportare
OpenDocument, promosso soprattutto primis da Ibm e Sun. Più
positive sono invece le valutazioni espresse ad esempio da RedMonk, che vede
nelle dichiarazioni di Microsoft un primo passo verso una politica di maggiore
consapevolezza nei confronti dell’open source. E del tutto favorevole si è
dichiarata la British Library, che vede in questa apertura di Microsoft un
enorme potenziale per la distribuzione e l’accessibilità dei contenuti.
Da parte sua la società americana, tramite Umberto Paolucci
vicepresident di Microsoft Corporation intervistato da Punto Informatico, ha
dichiarato che la decisione non deve soprendere più di tanto visto che
“Microsoft si è mossa da lungo tempo sul fronte degli standard
aperti, basti pensare alla crociata che conducemmo sull’Html”.
Decidere per OpenXml, ha proseguito Paolucci, è la conseguenza ovvia di
uno scenario in cui un formato aperto, grazie a soluzioni ormai mature ed
affidabili, può tradursi in un vantaggio sia per i consumatori che per il
mercato.
E sul fatto di poter inquesto modo dare spazio anche alla
concorrenza il vicepresident ha precisato che Office deve essere sempre più una
piattaforma nella quale il grosso del valore viene aggiunto dalle terze parti.
Quindi, perché questa promessa sia vera, è necessario che ci sia una
strategia di apertura, non possiamo pretendere di fare tutto da
soli.