Niente gogna per i dealer “copioni”, ma un programma di rieducazione al software legale. Raddoppiati i controlli
Farseli amici, più che combatterli. Microsoft cambia strategia in ambito pirateria e punta a una linea di “rieducazione”, più che punitiva, nei confronti dei dealer colti in flagranza di reato dai propri mistery shopper.
«Il fenomeno della pirateria informatica si sta progressivamente aggravando – commenta Annamaria Venezia, responsabile license compliance di Microsoft Italia -, in maniera particolare in Italia, dove dati Idc e Bsa riferiti al 2004 riferiscono un passaggio dal 49 al 50% in un anno, in controtendenza rispetto alla media europea, che scende dal 37 al 35%. Un comportamento che oltre a penalizzare in maniera diretta i produttori, ha anche un forte impatto sociale ed economico, visto che, sempre Idc e Bsa, calcolano che una riduzione anche solo del 10% dell’attuale tasso di pirateria permetterebbe di creare in Italia ben 15mila posti di lavoro, 8 miliardi e mezzo di dollari in termini di crescita economica e un gettito fiscale di oltre 2,4 miliardi di dollari».
Ma la cultura della copia è difficile da sradicare, e gli stessi partner stanno incominciando a chiedere supporto a Microsoft per invertire tale tendenza, come elemento distintivo rispetto alla concorrenza sleale. Ma anche i clienti si stanno via via sensibilizzando, e chiedono tutela per evitare di incappare nella pirateria inconsapevole, conoscere le regole del licensing e poter verificare che le offerte e le installazioni siano a norma di legge.
Il lavoro sul canale, intanto, prosegue attraverso i mistery shopper, l’esercito di investigatori che si fingono acquirenti per smascherare i dealer “furbetti”:
«Fino ad ora la campagna di mistery shopping era a fini statistici, e agiva per regioni – riprende Annamaria Venezia – ora vogliamo battere a tappeto tutto il territorio, ed entro giugno 2006 contiamo di raddoppiare il numero degli investigatori e dei controlli. Ma ora con un approccio diverso che in passato. Prima il mistery shopper riportava a Microsoft i risultati dell’indagine sul punto vendita, ora, invece, al termine del controllo, si rivela al dealer, proponendosi per capire le problematiche e spiegargli le modalità e le opportunità del rientro nella legalità».
Niente più pubblicità di navi affondate o di mele bacate quindi, ma un intento di rieducazione che non prevede la gogna, ma il supporto.
Supporto che sarà affiancato da una campagna in cui, attraverso promoter e telesales, verrà incentivato il business pulito. Ma uomo avvisato, mezzo salvato: «Ovviamente, se a un ulteriore controllo del punto vendita il dealer dovesse risultare recidivo, Microsoft si riserverà di agire in maniera… più “efficace”».