Home Aziende Microsoft Microsoft lancia AI L.A.B. puntando alla concretezza di business dell’AI Generativa

Microsoft lancia AI L.A.B. puntando alla concretezza di business dell’AI Generativa

Presentata a Milano la nuova iniziativa di Microsoft che coinvolge aziende, dalle grandi alle PMI e i partner di canale, dagli ISV, ai system integrator e ai consulenti, per la creazione di progetti basati sull’AI Generativa.

È ora che l’intelligenza artificiale, quella generativa, esca dagli ambiti d’élite o da quelli popolari, e che riveli la sua concretezza grazie alle sue enormi potenzialità per lo sviluppo economico e del lavoro del paese. Questo è l’obiettivo che ha spinto Microsoft Italia a lanciare il progetto AI L.A.B., non un laboratorio sperimentale, come probabilmente può suggerire il nome, ma una fucina di applicazioni concrete che possono essere utilizzate dalle aziende, di qualsiasi dimensione, per ottimizzare processi e accelerare lo sviluppo del business.

AI L.A.B. sta infatti per Learn, Adopt e Benefit, i tre step e obiettivi che l’iniziativa si pone e che suggerisce affinché l’AI generativa mostri quel potenziale che gli analisti le tributano, e che a parità di ore lavorate arriverebbe a generare 312 miliardi di euro all’anno, pari al 18% del prodotto interno lordo italiano, secondo i calcoli di The European House – Ambrosetti.

Microsoft: non un laboratorio, ma percorsi di business concreti

Matteo Mille, COO di Microsoft Italia
Matteo Mille, COO di Microsoft Italia

“L’intelligenza artificiale generativa può rappresentare un vero e proprio driver per accelerare l’economia nazionale – ha esordito Matteo Mille, COO di Microsoft Italia in occasione della recente presentazione dell’iniziativa a clienti e partner -. Un valido aiuto che arriva dalle tecnologie digitali per un PIL che è stato rivisto al ribasso. Ed è proprio sulla concretezza per il business che si fonda AI L.A.B. Non un laboratorio, ma un mondo già pronto per essere adottato dalle aziende”.

Un acronimo che comprende diversi aspetti legati all’AI, che ha permesso a Microsoft di coinvolgere istituzioni diverse, nazionali, pubblici e privati, per una cooperazione che punti a mostrare cosa effettivamente si può fare con l’AI generativa. Il progetto ha avuto inizio quattro mesi fa e già oggi vi sono aziende che vi hanno aderito e che stanno sviluppando insieme a Microsoft degli use case interessanti sia per l’ottimizzazione dei processi interni, sia per le attività di output verso l’esterno, utenti o clienti che siano.

Finance, manufacturing e healthcare i settori che ne avranno i maggiori benefici. Ma non solo loro

“L’impatto che ci si attende dall’impiego dell’AI generativa pare sarà enorme – riprende Mille -, spingendo alcuni analisti a paragonarlo all’incidenza avuta da Internet anni fa nel mondo del lavoro. E già oggi l’intelligenza artificiale è pervasiva, stimando che almeno il 60% delle aziende, in un modo o nell’altro, ha utilizzato l’AI in almeno uno dei propri processi interni, a partire dalla ricerca di dati e informazioni o per ottimizzare e velocizzare i processi stessi. Una pratica che ha interessato soprattutto realtà del finance, del manufacturing e dell’healtchare, ma i cui benefici si sono già osservati in tantissimi altri ambiti”.

Sono decenni che Microsoft investe su questi temi, e attualmente conta otto centri di ricerca specializzati e un migliaio di specialisti dedicati. Uno sforzo per dei risultati che vedono la luce anche grazie alla stretta partnership con leader del settore, quali OpenAI, Meta, Nvidia e Hugging Face, preziosi abilitatori per estendere a livello globale l’adozione dell’intelligenza artificiale. Anni di impegno che mettono come prima istanza le tematiche etiche che l’AI potrebbe sollevare, e che in Microsoft stessa sono regolate da policy che vedono l’adozione dell’AI nella produzione, nei rapporti con i clienti e con i propri partner unicamente secondo criteri etici, arrivando a tutelare legalmente chiunque sollevi dei problemi nella tutela delle loro property.

L’AI generativa è pronta, ma bisogna recuperare il gap di competenze

Corrado Panzeri, partner di The European House-Ambrosetti
Corrado Panzeri, partner di The European House-Ambrosetti

Le opportunità, quindi ci sono e si stanno già iniziando a mostrare. Il problema di base, soprattutto per il nostro Paese, rimane però quelle delle competenze. “L’Italia deve accelerare la digitalizzazione delle imprese e lo sviluppo delle competenze più adatte per potere affrontare l’AIG – avverte Corrado Panzeri, partner di The European House-Ambrosetti, intervenuto all’evento per riassumere e ribadire alcuni dei dati presentati al recente Forum Ambrosetti -. Abbiamo un gap di competenze scientifiche rispetto agli altri Paesi. In Italia si contano attualmente solo 800.000 studenti in discipline STEM, pochi se confrontati con gli 1,5 milioni della Germania o anche solo con gli 1,1 milioni di risorse della Francia. E ancora peggio se andiamo a fare il conto delle skill più specifiche in ICT. Senza pensare all’ulteriore freno rappresentato dalle tante PMI che costituiscono il substrato economico italiano, con fondamenta fragili dal punto di vista tecnologico e per le quali bisogna provvedere con un piano di estesa e veloce digitalizzazione. Perché se anche è vero che l’AI ha una soglia di ingresso piuttosto bassa, è vero anche che è assolutamente necessario disporre delle competenze di base”.

Aziende, professionisti e università: i tre pilastri su cui si basa AI L.A.B.

In sostanza, tornando ad AI L.A.B., si tratta di un programma da ecosistema, che coinvolge diverse realtà e istituzioni e i cui pilastri principali sono le aziende, i professionisti e le università.

Raffaele De Lucia, technology center director di Microsoft Italia
Raffaele De Lucia, technology center director di Microsoft Italia

“Per le aziende è stato creato un ecosistema a loro supporto, costituito soprattutto da system integrator e da consulenti, selezionati all’interno della nostra vasta rete di partner, che conta oltre 14.000 realtà – interviene Raffaele De Lucia, technology center director di Microsoft Italia -. Vogliamo infatti raggiungere le aziende dove esse operano, e possiamo farlo da subito, sfruttando il vantaggio di avere OpenAI come partner tecnologico da un lato e le competenze dei partner in grado di aiutarle a sviluppare i loro progetti. Il percorso inizia attraverso il programma Approach, possiamo aiutare le aziende stesse a comprendere le tecnologie e a creare delle use case. A seguire, si passa alla fase Accelerate, adatto ad aziende che hanno hià avuto esperienze con l’AI, fino al livello Advance, che identifica quelle realtà che hanno utilizzato e sfruttato i vantaggi dell’AI in maniera proficua”. Quattro sono a oggi gli ISV che sono stati selezionati per seguire le aziende in questo percorso: Mesa, Prometeia, Trueblue e Hevolus, mentre si contano fino a 16 i system integrator e le società di consulenza ingaggiati.

Reskill e upskill per allineare le competenze dei professionisti alle nuove esigenze del mercato

Il programma per i professionisti, invece, comprende attività di formazione sull’AI generativa che aiuta coloro che vogliono affiancare le aziende che si interessano a questo mercato, dotandoli degli strumenti e competenze più adatte. Oppure si rivolge a quelle figure che nell’evoluzione interna della propria azienda si trovano a dover affrontare un reskill o un upskill rispetto alle proprie competenze in modo da essere più facilmente allocabili nel nuovo contesto.

Infine, le università, che partecipano ai L.A.B for the University, corsi messi a disposizione degli atenei che ne sono sprovvisti e che, adottandoli, possono diventare un vero motore di sviluppo economico a livello locale nel contesto dove operano.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php