Le voci di cui abbiamo dato notizia ieri mattina, di possibili nuovi tagli per Microsoft, sono state confermate ieri in serata con l’annuncio, da parte della società, di una riduzione di circa il 7% della forza lavoro, che concretamente si traduce in tagli per 7.800 posti di lavoro.
E trova conferma anche la spiegazione dei nuovi tagli: nel suo percorso di sempre maggiore focalizzazione sul software e sul cloud, Microsoft tende ad allontanarsi dall’hardware. E in questo caso hardware significa anche e soprattutto telefonia.
La maggior parte dei tagli infatti, secondo quanto riferisce la televisione nazionale del Paese, dovrebbe essere attuata in Finlandia, dove è prevista la chiusura di una divisione dedicata allo sviluppo dei prodotti.
Non solo.
La società dovrebbe iscrivere a bilancio una svalutazione per una cifra corrispondente in toto o in parte di 7,2 miliardi di dollari pagati lo scorso anno per l’acquisizione della divisione di Nokia dedicata alla telefonia. Un’operazione che secondo gli analisti non solo non sembra aver dato i risultati sperati, ma si sta trasformando in un problema. Perché è vero, in questo momento la share di Windows nel mercato della telefonia colloca sì Microsoft al terzo posto della classifica mondiale dei fornitori, ma con una quota del 3 per cento, decisamente lontana dal rappresentare un peso specifico rilevante.
I mercati sembrano gradire la decisione, che segue l’annuncio di poche settimane fa dell’uscita di Stephen Elop, già Ceo di Nokia, dall’azienda: dopo l’annuncio il titolo ha immediatamente guadagnato l’1,4%.