Microstrategy fa dell’integrazione un cavallo di battaglia

Un approccio diviso tra soluzioni, per le Pmi, e tecnologia, per il mercato enterprise, porta il vendor americano a intensificare i rapporti con partner e system integrator, continuando a puntare sul concetto di piattaforma unica.

Sono varie le ragioni che spingono ad adottare una soluzione di Business intelligence piuttosto che un’altra. Funzionalità, capacità d’integrazione, facilità d’uso per gli end user e per gli sviluppatori, costo e performance sono le principali. Delle prime due, Microstrategy ha fatto il proprio cavallo di battaglia, continuando a porre l’accento sulla componente tecnologica della propria piattaforma 7i, ora su Unix.


"Il focus è sull’enterprise software – spiega Mike Saylor, chairman e Ceo della società – e l’intenzione è quella di creare il business in modo semplice". Il mercato sembra dare conforto all’impostazione del fondatore di Microstrategy. Dopo il biennio 2000/2002, in cui il vendor americano ha dovuto misurarsi con il difficile momento economico e riorganizzare il lavoro da un punto di vista operazionale, la situazione è nettamente migliorata. Lo conferma anche l’amministratore delegato italiano, Andrea Delvò: "Da circa dodici trimestri siamo in crescita, migliorando anche le aspettative degli analisti. Gli Stati Uniti sono partiti con la ripresa nel 2003 e da quest’anno qualsisasi subsidiary ne sta seguendo le tracce, spesso agli stessi ritmi".


Da inizio 2004 la spinta ha riguardato principalmente Germania e Inghilterra, ma emergono segnali rilevanti anche per il Sud Europa (Italia, Spagna e Francia), in quello che può essere letto come un fenomeno omogeneo e non legato ad acquisizioni, dove "circa il 35/40% del nostro business complessivo è targato Europa", precisa Saylor.


"Da noi il fatturato, ma sarebbe più appropriato parlare di volume d’affari – indica Delvò – si è assestato sui 10 milioni di euro. E il fermento attuale non dovrebbe fermarsi. Anche il nostro mercato ha raggiunto la maturità, soprattutto da parte delle grandi aziende". La fascia di imprese racchiusa tra i 100 e i 300 milioni di euro si dimostra, infatti, interessata alla componente di analisi e il livello di attenzione per gli aspetti progettuali si è intensificato.

Coinvolgere il mercato


In Italia, è la tecnologia la leva deputata ad approcciare il mercato enterprise, mentre per le Pmi, Microstrategy punta sulle soluzioni. Per tale motivo, da circa un anno è in atto un programma di recruiting di terze parti con competenze verticali applicative e sono stati intensificati i rapporti con i system integrator. La focalizzazione riguarda anche alcune aree di mercato, tra cui la Pa e il finance, soprattutto per il Centro-Nord.


"Il settore bancario – prosegue Delvò – è interessato a soluzioni di Business intelligence e nel futuro si avvicinerà sempre più al concetto di piattaforma, prima ancora che a quella di applicazione".


L’ottica di base che muove la società è quella dell’aggregazione successiva dei diversi progetti, motivo per cui Microstrategy ha completato la propria offerta con il reporting, dando risposta anche ai tre fenomeni che Saylor vede in atto: la crescita dei dati, la maggiore complessità delle domande e l’aumento degli utenti.


"L’importanza di poter disporre di un’unica piattaforma – puntualizza Delvò – sta nel fatto che ogni singolo utilizzatore è in grado di impostare le proprie analisi tramite l’interfaccia d’uso. E il 2004 pare essere l’anno giusto per ottenere una congiunzione completa tra Microstrategy 7i e le esigenze del mercato".


Un grosso ruolo è interpretato anche dai servizi (consulenza, supporto e formazione) e dalla conoscenza delle potenzialità di un prodotto e delle modalità con cui questo si aggrega e si interfaccia con altre componenti, secondo il concetto di best practice.

Un quadro a tinte rosa


"La sensazione è che le aggregazioni societarie che hanno caratterizzato il nostro settore in questi anni non siano concluse – osserva Delvò -. Il consolidamento è ancora in corso, ma tali processi vanno visti in direzione di un’apertura degli spazi di mercato". La semplificazione della tecnologia anche per le Pmi, gli accordi per la realizzazione di soluzioni dedicate, un’attenta polica di pricing e la costruzione di un modello commerciale sono ulteriori fattori che fanno sperare Microstrategy in un futuro in rosa. Un futuro che, tuttavia, non comprenderà l’Etl e il Bpm.

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