La situazione economica globale, in cui i costi dell’energia stanno giocando un ruolo centrale, impone scelte strategiche non semplici per il settore ICT. La posta in gioco è altissima: il futuro del Paese dipende in larga parte dalla capacità di affrontare trasformazione digitale e transizione ecologica nel modo più efficiente possibile. Ne parliamo con le realtà leader di mercato, affrontando con loro le tematiche più calde.
Alle nostre domande risponde Luca Puccioni, CEO di MioDottore.
Come pensate di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e costante crescita di potenza di calcolo richiesta?
Bisogna riconoscere come la ‘Salute’ sia un elemento trasversale, nativamente e sistematicamente interconnesso alla dimensione ambientale, climatica e sociale. Dall’Agenda 2030 al PNRR, oggi parlare di salute e di healthcare implica anche un diretto richiamo all’ecosistema da preservare.
Il percorso volto al raggiungimento di una maggiore sostenibilità nel settore è appena iniziato e si prospetta impegnativo e sfidante, ma occorre ricordare come soluzioni smart e tecnologiche possono supportare l’avanzamento della sanità verso una cultura sostenibile. Alcuni esempi sono le televisite, ma anche i portali in cui facilitare la comunicazione medico-paziente; strumenti che insieme generano una significativa riduzione degli spostamenti.
In MioDottore abbiamo lavorato, e continueremo a lavorare, proprio per potenziare questi aspetti. Ad esempio, nel 2020 come risposta alla pandemia da covid-19, abbiamo lanciato il progetto di video consulenza che solo in un anno ha abilitato ben 300.000 visite in modalità virtuale. Non solo, grazie alla nostra piattaforma, medici e pazienti dispongono di un canale online, sicuro e sempre accessibile, in cui emettere e scaricare prescrizioni, rispondere a dubbi o porre domande post-visita.
Questi strumenti, da un lato, favoriscono un accesso alle cure più capillare e una maggiore efficacia nei trattamenti grazie a follow-up medicali; dall’altro, sono un primo ma importante passo per rendere sostenibile il settore sanitario, spostando i servizi fisici non essenziali verso modelli di assistenza sanitaria virtuale e riducendo così lo spreco di risorse e di spostamenti.
Dall’approvazione definitiva del PNRR è trascorso oltre 1 anno. Ad oggi quali risultati ha prodotto sulla trasformazione digitale dell’Italia, e quali sono le prospettive?
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza pone un focus specifico sulla Salute tramite la ‘Missione 6’, la quale si propone di ideare e finanziare un sistema digitale che migliori il processo di cura e di assistenza. L’emergenza epidemiologica ha infatti reso evidenti alcune criticità clinico-assistenziali che, in ottica futura, potrebbero essere aggravate da una crescente domanda di cura e da una minor disponibilità di personale medico. Nello specifico, la pandemia ha reso palese le differenze territoriali, la bassa integrazione dei servizi sanitari e l’inadeguato sfruttamento delle tecnologie per l’erogazione delle prestazioni cliniche.
Ad oggi, il PNRR ha delineato una roadmap e posto delle scadenze ben chiare per sostenere una medicina di prossimità, interconnessa e digitale, ma è ancora presto per osservare un reale effetto sulla digitalizzazione della sanità italiana. La transizione tecnologica prevista dagli investimenti del PNRR è una grande opportunità per ridurre gli attuali gap del Paese e per rendere l’accesso alle cure più rapido ed efficace, a partire da una generale riprogettazione dell’healthcare e da una rapida evoluzione verso un sistema integrato e digitalizzato, fondato sulle esigenze della persona.
Queste sono le prospettive future. Al tempo stesso, però, non si può non constatare come l’attuale contesto socio-sanitario presenti una formazione non sempre adeguata per rispondere alle sfide in termini di digitalizzazione: è quindi necessario accompagnare attivamente l’innovazione con iniziative mirate a incentivare l’utilizzo degli strumenti di sanità digitale. Tra queste, sono prioritarie azioni volte a colmare il digital divide, ancora presente nelle categorie professionali della sanità, e a incentivare l’adozione di soluzioni user-friendly che permettano ai pazienti di rimanere in contatto con i professionisti e le strutture sanitarie.
Per celebrare i risultati tangibili dell’innovazione, è dunque necessario che tutto l’ecosistema Paese collabori affinché la transizione digitale della sanità venga adeguatamente governata, tenendo a mente i due utenti principali, i medici e i pazienti. Per supportare il processo, MioDottore è pronto a cogliere la sfida condividendo la propria esperienza con il settore pubblico.
Mai come oggi investimenti e progettualità incidono in modo determinante sul futuro di ogni organizzazione. Quanto sentite vostro il ruolo di partner tecnologico dei vostri clienti?
Dall’arrivo in Italia nel 2015, MioDottore si è affermato come il primo player sul mercato che semplifica il lavoro dei professionisti della sanità e offre ai cittadini un’unica piattaforma dove scegliere e prenotare la soluzione più adatta alle loro esigenze, raggiungendo una media mensile di 1 milione di prenotazioni e un network di 210.000 dottori.
MioDottore è pertanto un facilitatore, un partner tecnologico, tanto dei cittadini quanto dei professionisti della sanità: la nostra piattaforma permette ai primi di trovare il medico più idoneo alle loro esigenze e prenotare una visita (anche online) e ai secondi di alleggerire il carico burocratico e migliorare la comunicazione con i pazienti.
Concentrandoci sul personale sanitario, emerge chiaramente come MioDottore sia un effettivo alleato dei professionisti del settore: una survey condotta da Assist Digital per MioDottore evidenzia come i medici di medicina generale impieghino il 50% delle loro settimane lavorative a svolgere adempimenti burocratici.
Da qui, la soluzione ideata da MioDottore mira proprio a snellire la burocrazia e valorizzare l’aspetto relazionale e assistenziale. Il nostro tool permette infatti di indirizzare tutti i mezzi di comunicazione (social, messaggistica istantanea, linee telefoniche) a un’unica pagina web, affinché i medici possano contare su un solo canale per dialogare con i propri assistiti, scambiare documenti e realizzare check-in preventivi per prioritizzare la tipologia di intervento. Inoltre, il nostro software è un valido supporto anche per ottimizzare la gestione dell’agenda, che diventa multi-input e interattiva: uno strumento di comunicazione a due vie che si traduce in un calendario degli appuntamenti più efficace e in minori casi di no-show, grazie a comodi promemoria per permettere al paziente di confermare o riprogrammare una visita.
Due ulteriori funzionalità particolarmente utili per i medici di famiglia e gli specialisti sono la possibilità di realizzare ‘Consulti Online‘, per dare continuità alle terapie di chi non sempre può presentarsi in studio, e la ‘Scheda Paziente‘ per accedere allo storico delle visite e delle diagnosi ed emettere prescrizioni direttamente online. Infine, il tool di MioDottore offre soluzioni specifiche per rispondere alle esigenze dei centri medici, come la possibilità di amministrare più agende contemporaneamente e, con MioDottore Phone, anche di prioritizzare le chiamate da effettuare e tenere traccia di quelle perse per garantire alti standard di servizio.
Per compiere un ulteriore passo avanti e confermare il nostro ruolo di partner del settore, in MioDottore abbiamo recentemente dato il via a un ciclo di appuntamenti, MioDottore Connect – Leading Digital Health Transformation, con l’obiettivo di creare uno spazio dove gli attori dell’healthcare possano confrontarsi circa le sfide e le opportunità della sanità.
Il game changer del 2023. Se doveste scegliere una sola tecnologia, quale sarebbe a vostro avviso la scelta vincente per le organizzazioni per il prossimo anno?
Si potrebbe pensare che a rivoluzionare la sanità del 2023 sarà una digitalizzazione totale della medicina, intesa come tutti quegli applicativi per misurare e monitorare i parametri vitali e il decorso di una patologia online ed effettuare interventi clinici da remoto. Tracker, wearable e sensori, ma anche l’intelligenza artificiale o la realtà aumentata, saranno sì dei game changer, ma la rivoluzione della sanità deve essere graduale e seguire il ritmo di digitalizzazione dei suoi utenti.
Per questo, occorre iniziare dal rendere più snello l’office, ossia da una de-burocratizzazione del lavoro del professionista. Prima di digitalizzare a 360° l’aspetto assistenziale, è necessario abituare i cittadini e il personale medico alle nuove tecnologie. In tal senso, dal 2023 possiamo aspettarci un punto di svolta: l’auspicio è che aspetti quali la prenotazione online di visite mediche e l’uso di teleconsulti a supporto alle visite di persona diventino uno standard della relazione medico-paziente.