Mobile advertising, un mercato piccolo ma in crescita

La maggiore diffusione degli smartphone e dei cellulari di nuova generazione incoraggia gli investimenti delle imprese

In tempi di crisi le aziende hanno ridotto i propri investimenti pubblicitari nei mezzi tradizionali (tv, radio, carta stampata) ma non hanno rinunciato a investire sulla telefonia cellulare come innovativo strumento di promozione e marketing verso la propria clientela.

La crescita in un anno difficile
È quanto segnala la ricerca condotta dall’Osservatorio mobile marketing & service del Politecnico di Milano: nel 2009 gli investimenti delle aziende italiane in mobile advertising, ovvero la pubblicità nell’Internet via cellulare, sono cresciuti del 21% rispetto al 2008, in uno scenario in cui invece le spese pubblicitarie sui mezzi tradizionali hanno evidenziato una caduta superiore al 20%. Il mercato nazionale rimane di dimensioni estremamente ridotte (appena 15 milioni di euro) ma presenta dinamiche di sicuro interesse, considerato che smartphone e device evoluti hanno raggiunto in Italia una penetrazione del 31%, mentre le persone che hanno navigato almeno una volta via cellulare sono state nel 2009  circa 8 milioni, grazie anche al boom dell’iPhone, a cui potrebbe aggiungersi nei prossimi mesi la spinta del neonato iPad. Lo scorso anno, inoltre, si è assistito a un boom degli applicativi “brandizzati”: 19 tra i primi 100 top spender italiani hanno sviluppato ben 31 applicativi per iPhone.

Un target elevato
In questa fase iniziale l’obiettivo delle aziende non è tanto incrementare le vendite, quanto piuttosto entrare in contatto con il proprio target: «La finalità della nostra applicazione – ha spiegato Andrea Ferrari, product manager di Bmw Italy- è quella di generare un certo numero di contatti altamente profilati, che saranno gestiti in un secondo momento dalla nostra rete di vendita fisica». Il tipo di utenza del mobile Internet possiede infatti caratteristiche capaci di suscitare l’entusiasmo delle strutture marketing aziendali: i mobile surfer sono prevalentemente uomini (73%), giovani (83%), con un elevato grado di istruzione (diplomati 52%, laureati 33%). I settori che sinora hanno dimostrato una maggiore propensione al mobile advertising sono stati intrattenimento, editoria e media, abbigliamento e automotive.

Più device e tariffe flat
«Il fenomeno principale che ha caratterizzato il 2009, impattando anche sul tema del mobile marketing & service, è stata la crisi economico-finanziaria che ha avuto tra i suoi effetti la riduzione degli investimenti in advertising delle imprese italiane – ha affermato Filippo Renga, responsabile della ricerca -. Il mobile, tuttavia, ha beneficiato di questa situazione, rientrando tra i mezzi innovativi che permettono di avere una relazione diretta col consumatore, ha tratto vantaggio da una crescente diffusione di device evoluti (smartphone) e dall’introduzione di tariffe flat per la navigazione da cellulare».

Bene anche il mobile marketing
Oltre all’offerta pubblicitaria, la telefonia mobile sta avendo un ruolo sempre più importante in ambito marketing, ovvero per quanto concerne tutti quei servizi volti a mantenere la relazione con il cliente in fase di prevendita, acquisto e post vendita. L’invio degli sms rimane in questo campo lo strumento principale, tanto che le aziende hanno speso nel 2009 circa 70 milioni di euro (+15% sul 2008) per inviarli ai propri clienti, ma cresce anche l’interesse per le applicazioni geolocalizzate.

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