Facebook è legacy da aggiornare, forse con il sapere di Glancee, che non è italiana. Il futuro, pardon il presente, è mobile. Muta d’accento e di pensier, gorgheggiava qualche speculatore.
Negli ultimi tempi c’è stato chi ha messo in discussione l’intero modello dei venture capital, anche con un report dettagliato. Il report della Kauffman sembra suggerire che i VC sono pagati (bene) per costruire fondi, non aziende.
E’ un ottimo momento per smetterla di dire che Glancee è un’azienda italiana o semi-italiana, in quanto la sua italianità è molto minore del 50%. E’ una start-up nord-americana, voluta sì da due italiani ma basandosi su studi solo in parte fatti in Italia, che non ha avuto accesso a capitali di ventura e che forse esce di scena senza una reale cessione. In questi casi si usa il gioco di parole “acq-hire”, per dire che non si vuole l’azienda ma la competenza, ma secondo Richard McManus di ReadWriteWeb la tecnologia di Glancee è superiore e Facebook voleva anche quella. La storia di Glancee è raccontata bene da Marco Marinucci sui blog del Corriere della Sera, che pure la definisce “italianissima”. Glancee è un social network di prossimità temporanea, un settore seguito da molti altri che hanno appreso la lezione di Foursquare. Ne è stato ideatore l’italiano Andrea Vaccari.
Passiamo a Facebook. Parliamoci chiaramente: oggi è sostanzialmente una piattaforma legacy, desktop, per nulla rivolta al mobile dove invece è chiamata ad esistere e primeggiare. L’inerzia che ha generato negli anni è enorme e quindi non ce ne accorgiamo, ma Facebook è desktop e deve reinventarsi mobile, frammentando l’esperienza complessiva. E’ certamente la mobilità il futuro suo e nostro, con altre parti della nostra vita, ben più importanti, come i pagamenti e le consultazioni di ogni genere). Già adesso offre alcuni widget come apps a sé. Ma non basta per allungarsi il futuro, almeno finché non mostrerà un modello di business percorribile.
Highlight su Glancee
Facebook verrà quotata il 18 maggio e il suo obiettivo reale non è dichiarato. Gli 80 miliardi di valutazione inizialmente ventilata verranno probabilmente superati, e questa è certamente la scommessa di qualcuno. E dove c’è scommessa, c’è speculazione.
L’interesse mediatico in Glancee è dovuto alla rincorsa alla notizia nell’ottica della quotazione. Dimenticata l’acquisizione di Gowalla, Zuck ha buttato sul fuoco benzina marca Instagram per 1 miliardo di dollari: cifra che per quanto in genere ritenuta alta, secondo alcuni analisti è inferiore alla realtà (speculativa).
Certo le cose vanno ponderate. L’effetto-rimbalzo è l’aumento di valore di una azienda a seconda di chi la acquista: Slideshare è stata quotata 119 milioni da Linkedin, ma probabilmente se l’avessero acquistata Facebook, Twitter o Google il prezzo sarebbe stato più alto.
A Facebook ovviamente interessa far sapere ora che dopo Instagram ha acquistato un’altra azienda in target. Se la prima è costata 1 miliardo, nell’immaginario collettivo la seconda non costa poi tanto di meno. E giusto per gradire, Rovio -quella degli uccelli arrabbiati- viene valutata anche 9 miliardi di dollari.
Tutto facile? In realtà le cose non stanno così. Nel caso di Instagram è stato acquistato competenza e traffico (elevatissimo), mentre per Glancee principalmente la competenza dei tre soci softwaristi, anche se l’accordo economico avrà riguardato anche gli altri soci. E’ molto simile a ciò che avvenne per Friendfeed.
Secondo Appdata il traffico generato da Glancee non era ampio, tutt’altro, inoltre il suo principale competitor, Highlight, lo batte regolarmente soprattutto negli utenti mensili, anche se l’effetto acquisizione si vede eccome.
Quanto questa acquisizione rientri nella policy dell’aumentare la quotazione al momento della vendita non è dato sapere. Dice Stefano Bernardi che Vaccari aveva parlato anche con Tagged, Google, Twitter e Foursquare, come probabilmente è successo anche per Highlight. D’altronde a suo tempo Facebook preferì Gowalla a Foursquare, che era molto più grande. E chi acquisterà Highlight? Per reazione, toccherebbe a Twitter.