Parla Stefano Paganelli, Line of Business Manager Security & Network Integration di Dimension Data Italia. Dopo la prima fase di consumerizzazione spontanea, oggi l’introduzione di dispositivi mobili in azienda può essere guidata da nuovi criteri d’uso.
Quando si parla di consumerizzazione dell’It si fa riferimento a un fenomeno che vede i dipendenti giocare un ruolo attivo nella scelta e nell’introduzione di dispositivi personali in ambito aziendale e che porta l’azienda a implementare modelli di utilizzo alternativi come il cloud e l’”as-a-service”.
Il rovescio della medaglia del fenomeno sta nei criteri di scelta sui quali si orientano i dipendenti, le cui decisioni di acquisto sono spesso guidate da criteri prettamente consumistici, che mettono in primo piano aspetti quali semplicità di utilizzo, estetica o funzionalità multimediali, lasciando un ruolo di minor rilievo l’effettiva utilità dei dispositivi prescelti in ambito lavorativo.
Racconta Stefano Paganelli, Line of Business Manager Security & Network Integration di Dimension Data Italia: ”Nel corso degli ultimi anni i dispositivi Apple hanno sicuramente guidato il mercato verso la consumerizzazione. Il fenomeno iPhone, facile da utilizzare, con la sua tecnologia touchscreen e un design rivoluzionario ha esteso l’utilizzo degli smartphone anche all’utenza consumer”.
Paganelli ricorda come in precedenza gli smartphone aziendali, Blackberry in primis, rispondessero ai requisiti di business, grazie a funzionalità avanzate come sicurezza ed email, mancando però di quell’attrattività propria di iPhone,che non a caso ha cominciato a conquistare quote di mercato ad un ritmo sorprendente. Sulla stessa scia si sono posti, subito dopo, i dispositivi Android, innescando l’inevitabile fenomeno: ”Le persone hanno iniziato a portare sul luogo di lavoro i propri smartphone, semplicemente perché i dispositivi aziendali non rispondevano ai criteri personali di utilizzo dei dipendenti”.
Lo stesso percorso, secondo Paganelli, ha guidato anche l’arrivo dei tablet e di iPad particolare, all’interno della sfera aziendale.
”La soluzione che mancava” lo definisce il manager, che sottolinea l’evidente differenza tra l’ingombro e la pesantezza dei notebook tradizionali, la limitata esperienza web e multimediale degli smartphone e la leggerezza, l’immediatezza e la fruibilità del tablet.
I limiti d’uso di strumenti consumer-centrici in ambito lavorativo col tempo diventano tuttavia sempre più evidenti: ”Oggi – spiega Paganelli – la maggior parte degli utenti utilizza il proprio tablet al lavoro prevalentemente per leggere email e navigare in Internet. Non c’è stata una gran penetrazione in termini di applicazioni di tipo corporate sui tablet, per la semplice ragione che i sistemi operativi e le applicazioni cambiano notevolmente rispetto alle infrastrutture esistenti”.
Paganelli ne fa una questione di funzionalità, ma anche di design stesso delle applicazioni che, ad esempio ” non sono state concepite per l’utilizzo su dispositivi privi di mouse”.
Per questo motivo, secondo Paganelli proprio l’ambito aziendale potrà beneficiare di un impatto positivo con l’arrivo dei nuovi strumenti che utilizzano il nuovo sistema operativo Windows 8.
“Windows 8 è stato creato per i dispositivi mobile consumer-centric e per renderli enterprise-ready. I tablet che girano su Windows 8 hanno caratteristiche analoghe ai loro competitor: accensione istantanea, batteria di lunga durata, touchscreen, semplicità d’uso e molto altro ancora. Inoltre, sono dotati di processori Intel e del chipset ARM, un fattore che li posizionerà sullo stesso piano dei dispositivi Apple. Gli smartphones Windows 8 saranno altrettanto tattili e attraenti in termini di design, rispetto a qualsiasi altro dispositivo presente oggi sul mercato. Ma ancora più importante, entrambe le tipologie di dispositivi saranno enterprise-friendly: semplici da proteggere, da gestire e, per quanto riguarda le applicazioni, offrono il vantaggio di scriverle una sola volta per girare su tutte le piattaforme”.
Sarà di nuovo una scelta guidata dagli utenti i cui orientamenti però potrebbero cambiare: in questo caso tra le priorità di scelta saranno individuate le funzionalità per l’utilizzo aziendale, superando dunque parte delle legittime preoccupazioni che hanno rallentato l’adozione di tablet e smartphone nelle aziende, grazie all’introduzione di prodotti che strizzano l’occhio alle esigenze lavorative.
I benefici sono, secondo Paganelli, evidenti: ”Per le organizzazioni con un ambiente Microsoft Windows Server 2012 di back-end, il sistema operativo Windows 8 per i desktops, i tablet e gli smartphone, i benefici potrebbero portare a una maggiore efficienza e semplificazione a tutto tondo. Questo significa un unico approccio alla sicurezza ed alla gestione invece di differenti tool per ogni piattaforma. Inoltre, sarà possibile scrivere applicazioni che gireranno coerentemente su tutti i dispositivi, senza dover ricreare la stessa applicazione per ogni dispositivo. Un ambiente ICT coerente e consolidato presenta meno rischi in termini di violazioni della sicurezza, un’integrazione più semplice, una gestione più efficiente e dipendenti più soddisfatti e produttivi.”
È tuttavia importante un coinvolgimento diretto dei decision-maker aziendali, cui spetta il compito di superare l’impreparazione iniziale, tenendo presente che i tempi stringono.
Windows 8, in questa visione,
potrebbe cambiare completamente il panorama attuale nell’ottica di come le aziende formuleranno le proprie strategie di mobility. Ma deve pur sempre trattarsi di un cambiamento guidato:“Un ambiente unificato potrebbe non essere adeguato per tutti i tipi di business, in particolare se si decide di abbracciare completamente il ‘bring-your-own-device’ e in azienda coesistono una varietà di dispositivi e sistemi operativi differenti. Il consiglio è quello di non prendere nessuna decisione tecnologica fino a che non si è compreso realmente il potenziale strategico di ciò che si vuole implementare e di quali siano le esigenze di business che sollecitano l’adozione di tablet e smartphone. C’è anche da considerare che gli attuali player principali non esiteranno a correre ai ripari, portando le aziende a convivere con situazioni eterogenee anche per il futuro. E’ quanto mai necessario che l’IT aziendale si attrezzi per poter gestire gli accessi alle risorse aziendali in modo da identificare la tipologia di dispositivo utilizzato, la sua appartenenza e l’identità dell’utente, in questo modo sara’ possibile, oltre che tutelare le proprie risorse, indirizzare gli utenti alle modalità di accesso più consone allo strumento utilizzato.”