Mondadori compra Anobii e vende italiano

Una mossa non conservativa fa ipotizzare un attacco all’editoria mondiale. In tal caso, i nostri scrittori devono crescere per numero e per impegno.

Il tarlo della lettura ha contagiato nientemeno che Mondadori, ed è quanto dire. La più grande casa editrice italiana ha acquistato Anobii, la più vecchia piattaforma di social reading al mondo. L’anobium è il genere di vermi che si nutrono di legno e derivati, ed è quindi responsabile dell’usura di molti dei libri di una volta. E’ vero che negli ultimi tempi c’è stato un rallentamento di Anobii a favore di Goodreads, ma questo avrà giovato al prezzo dell’acquisizione.
Quanti siano gli utenti mondiali di Anobii non è certo e le valutazioni che si trovano in Rete vanno dai 600 mila ad alcuni milioni; più stabile è invece il dato relativo agli utenti italiani, valutati in 300 mila (ma anche qui bisognerebbe avere dati più definiti). In confronto Goodreads, il principale concorrente, dichiara 25 milioni di utenti nel mondo, ma anche qui ovviamente ci sarebbe da chiedere alcune precisazioni.


Riscrivere i processi del business

Quella di Mondadori è una mossa importante, non conservativa e da leader, se ben leggiamo. Di tanti settori, proprio quello reso popolare da Gutenberg nel XV secolo e dalla polpa da carta alla fine del XIX secolo è al momento in fase di business process reengineering. Certamente la situazione è cambiata da quando la catena dell’e-commerce si è chiusa e molti beni possono essere promossi e venduti immaterialmente per poi essere consegnati grazie alla la logistica internazionale.
Questa situazione è valida internazionalmente per beni sia materiali, sia digitali. Ovviamente se il bene è digitale anche la consegna avviene su canali immateriali, com’è per libri e riviste.
In questo caso, però, c’è un punto che cambia tutto: la distribuzione in digitale rende inutile il distributore fisico locale. Oggi un editore internazionale cede l’attività locale ad un editore nazionale per motivi logistici legati al libro fisico. Se il libro è elettronico, non c’è più necessità di cedere parte del guadagno -o più in generale del business- a qualcun altro. E statisticamente per la maggior parte gli autori di una certa nazione saranno portati a firmare un contratto con un editore della stessa area.
Per le nazioni come l’Italia, il cui consumo di autori nazionali è ridotto rispetto ai grandi e piccoli autori internazionali, il rischio concreto è di una drastica riduzione dell’attività nell’intero settore.
Internet non consente grandi manovre strutturali a un popolo di soli 60 milioni di parlanti. Ovviamente le lingue del mondo più diffuse della nostra, che sono molte, non hanno lo stesso problema. E solo alcune di loro hanno una tradizione letteraria comparabile.


Esportare letteratura

Nello scenario peggiore, a medio termine l’editoria in lingua italiana rischia di scomparire. Per risolvere il problema non c’è che una soluzione: vendere di più gli autori italiani, sia in Italia, sia all’estero, gestendo con più forza qualità e quantità. Serve quindi acquisire una mentalità veramente internazionale e una piattaforma promozionale all’altezza.
E’ in quest’ottica che, a nostro parere, va vista l’acquisizione di Anobii da parte di Mondadori. La piattaforma verrà orientata verso un’attività leggermente diversa da quella pure social che l’ha contraddistinta dalla sua nascita, con tutti i rischi che qualsiasi pivoting di questo tipo comporta sulla percezione del brand e quindi sulla fruizione del servizio. Ma negli anni Mondadori ha mostrato di avere grosse competenze di percezione e rispetto delle varie community, quindi è ragionevole essere fiduciosi.


Lo scrittore italiano deve crescere

Questa è una prima sommaria analisi delle azioni rivolte esternamente, alla grande community del pubblico. Ma il cambiamento maggiore sarà richiesto alla piccola community degli autori, che strutturalmente dovranno essere più internazionali, più social, più attivi, aggiungendo alla pagina Facebook e alla presenza su Anobii anche un certo numero di presentazioni e partecipazioni in videoconferenze on-line (oggi i Google hangout). L’opportunità è forte: sarà facile per un colosso come Mondadori, ma anche per gli altri che si proveranno ad imitarla, essere pubblicati non solo in italiano ma anche in altre lingue, e si accetterà una prima uscita nel solo formato digitale. L’unico sovrapprezzo sarà la traduzione, un costo alto ma noto e ben gestibile sia dai colossi, sia dai piccoli editori.

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