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Il serverless computing attrae anche MongoDB

Il serverless computing si sta diffondendo come approccio per la creazione di servizi che devono essere richiamati molto spesso, svolgono una funzione specifica e non hanno bisogno di restare attivi una volta che l’hanno completata. Data questa impostazione, il serverless computing è anche stateless. Un servizio si attiva al verificarsi di un dato evento, completa la sua funzione e si disattiva. Al prossimo lancio non “ricorderà” nulla di quanto avvenuto prima, come se non si fosse mai attivato, perché non mantiene il suo stato da un’istanza alla successiva.

Di solito questo non rappresenta un problema in fase di sviluppo, perché se necessario un servizio di serverless computing può comunque salvare dati su sistemi diversi dalla sua piattaforma, come ad esempio un database. Proprio questa constatazione ha spinto MongoDB a sviluppare un servizio specifico – MongoDB Stitch – che in pratica permette di agire via interfacce HTTP su un database MongoDB in cloud. Inizialmente si tratta di MongoDB Atlas.

Stitch viene presentato come una piattaforma “backend-as-a-Service” più che di serverless computing, perché di fatto trasforma MongoDB in qualcosa di molto simile a un sistema PaaS. Scrivendo codice JavaScript, iOS ed Android si interagisce con il database MongoDB e questo permette di realizzare applicazioni anche complesse, grazie al fatto che la piattaforma database si occupa direttamente dell’integrazione con altri cloud o microservizi. E gli sviluppatori non si devono preoccupare di macchine virtuali, RAM, CPU e altri elementi infrastrutturali.

L’architettura di MongoDB

Tra l’altro Stitch prevede anche una interfaccia grafica con cui definire sequenze di azioni (le pipeline) senza scrivere codice. Le pipeline possono poi essere richiamate nell’ambito di applicazioni Stitch più complesse.

Stitch è un approccio al serverless computing interessante in particolare per chi usa MongoDB e si trova già con i dati nel formato ideale. Serve solo migrarli in cloud su MongoDB Atlas per poterli gestire via API.

La piattaforma prevede peraltro anche una modalità ibrida in cui l’istanza principale del database è Atlas in cloud, per supportare Stitch, ma i dati vengono replicati su una o più istanze on-premise, ad esempio per applicarvi funzioni di analytics.

Basare Stitch su Atlas ha anche un vantaggio in più, secondo MongoDB. Atlas può essere eseguito su vari cloud (AWS, Azure, Google Cloud), il che permette di sfruttare quello che conviene di più in base alle proprie esigenze. Ma anche di creare una rete di database multicloud che supporti applicazioni Stitch senza doversi preoccupare delle differenze tra i vari provider

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