Lo spostamento delle applicazioni nel cloud è una parte fondamentale della trasformazione digitale. Una fetta sempre più ampia della spesa IT è basata sul cloud, le applicazioni trasferite nel cloud sono sempre più importanti per il business dell’azienda ed entro il 2020 una politica aziendale “no-cloud” sarà rara quanto una politica “no-internet”.
Questo cambiamento nel paradigma di hosting delle applicazioni comporta sfide per i team IT. La prima è gestire la trasformazione di rete per adattarsi alla nuova realtà cloud-centrica.
Le tradizionali reti MPLS con gateway Internet centralizzati si stanno evolvendo per offrire sedi distaccate con breakout Internet locale. Ciò consente al traffico diretto verso Internet di uscire localmente dalla rete aziendale, riducendo al contempo i costi MPLS e aumentando la larghezza di banda disponibile.
Altre sfide sono la protezione del perimetro aziendale con tanti gateway Internet quante sono le sedi distaccate, garantire una migrazione agevole verso i data center IaaS o adottare nuove applicazioni SaaS.
Uno dei fattori chiave per il successo dell’azienda nell’adozione del cloud è la capacità di offrire un’esperienza utente soddisfacente. Se questa non viene presa in considerazione, i progetti cloud falliranno, con impatto negativo sulla strategia di trasformazione digitale dell’azienda.
Le applicazioni prima e dopo il cloud
Tuttavia, secondo Gianfranco Gargiulo, Cloud Consultant di Orange Business Services, i team IT faticano a mantenere la visibilità delle prestazioni delle applicazioni in un ambiente cloud.
In precedenza, la loro vita era più semplice: una rete MPLS con SLA end-to-end e Quality of Service (QoS) per proteggere le applicazioni business-critical; un data center on-premise su cui avevano il pieno controllo e la possibilità di implementare qualsiasi applicazione, rete o strumento di monitoraggio dei server; traffico non crittografato che consentiva una risoluzione semplice dei problemi; e una rete interna senza firewall o proxy che consentiva connessioni dirette client-server.
Da quando le aziende hanno iniziato a spostare le applicazioni nel cloud, hanno iniziato a perdere una gran fetta del controllo. Le applicazioni sono generalmente ospitate da terze parti in data center dove non è possibile implementare strumenti di monitoraggio: in genere questo è il caso di applicazioni SaaS come Office 365 o Salesforce.
Il trasporto di rete può anche essere Internet, con SLA limitati o assenti, assenza di QoS e grande variabilità nelle prestazioni. Potenzialmente esistono anche più percorsi possibili dal client al server con instradamento dinamico applicato dal software che gestisce la WAN (SD-WAN), con traffico crittografato HTTPS, con firewall locali o proxy aggiuntivi che interrompono le connessioni client/server; tutte queste componenti rendono complesso il monitoraggio delle prestazioni delle applicazioni.
Strategia di Application Performance Management
In questo nuovo ambiente una strategia di Application Performance Management (APM) è fondamentale per una migrazione graduale delle applicazioni nel cloud e per contribuire a garantirne l’adozione da parte degli utenti finali.
Partiamo dai fondamentali: una strategia APM deve includere gli strumenti giusti di monitoraggio, adattati alla nuova rete e al paradigma di hosting. Questo richiede di misurare l’esperienza dell’utente finale dal punto di vista dell’endpoint, in quanto i data center potrebbero non essere accessibili per questo genere di operazioni e Internet come mezzo di trasporto, non consente di implementare strumenti al suo interno.
Gli strumenti di monitoraggio delle prestazioni su rete, firewall e proxy, se presenti, consentono inoltre di diagnosticare i problemi a questi diversi livelli.
Infine, la capacità di correlare i dati provenienti da diversi strumenti di monitoraggio rimane vitale per una risoluzione efficiente dei problemi.
Oltre agli strumenti, sono necessari i processi e le persone giuste per integrare la strategia APM cloud. L’integrazione degli strumenti di monitoraggio delle prestazioni delle applicazioni all’interno dell’ambiente di gestione dei servizi IT di un’azienda consentirà ai team IT di reagire rapidamente ai problemi di prestazione, riducendo al minimo l’impatto sul business.
Un buon servizio di Application Performance Management è quello che riesce a dare visibilità delle prestazioni per le applicazioni cloud, defininendo i processi necessari per mantenere sotto controllo le applicazioni cloud.
Va preparata anche la fase che precede la migrazione al cloud, misurando l’esperienza degli utenti finali prima, durante le fasi pilota e dopo la migrazione e identificando quali server spostare in un data center IaaS come parte di un’applicazione.