Sarebbe arrivato prima o poi, di questo il mercato era certo, ma HP Inc. ha scelto l’apertura del Mobile World Congress di Barcellona per fare il proprio esordio ufficiale nel mercato della telefonia mobile.
Con una premessa indispensabile: non si tratta “semplicemente” di un altro smartphone.
Lo ha spiegato Michael Park, General Manager e Vice President Mobility della società, di passaggio a Milano nei giorni scorsi: “Il nostro obiettivo è reiventare l’idea di computing per il mondo delle imprese”, cosa che, tradotta in altri termini, significa superare la discontinuità che tuttora esiste tra dispositivi, dati, applicazioni e accessori.
Una innovazione, quella proposta da Hp, che mette al centro dell’attenzione non solo gli utenti, ma anche gli It Manager, nella piena consapevolezza della crescente complessità di un mondo sempre più connesso, “che richiede una gestione sicura degli ambienti It, senza che la sicurezza stessa si trasformi in ostacolo per gli utenti”.
Elite x3: le due scommesse di Hp
Concretamente, la proposta che Hp mette sul tavolo rappresenta di fatto due scommesse non da poco: da un lato giocare un ruolo di rilievo nell’ambito della mobilità d’impresa, dall’altro farlo puntando una fiche non da poco su Windows 10, sistema operativo che, nella visione raccontata da Park, “è il sistema operativo in grado di cambiare le regole del gioco: qualunque sia la piattaforma d’uso il sistema operativo resta lo stesso e questo aspetto rappresenta una nuova consistenza agli sviluppatori, che possono sviluppare una sola volta, per poi indirizzarsi a tutte situazioni d’uso”.
La scommessa di chiama Elite x3, uno smartphone, un phablet, un tablet in un unico dispositivo: “Abbiamo portato le capacità computazionali di un pc verso il mondo del mobile – prosegue Parks -. Dovevamo fare qualcosa che superasse qualunque altro dispositivo sul mercato e che rispondesse adeguatamente a quattro requisiti inderogabili: performance, collaboration, sicurezza, adatto al mondo delle imprese”.
Elite x3: le caratteristiche
Elite x3, con schermo da 5,96 pollici, monta un processore Snapdragon 820, 4 Gb di Ram Lpddr, slot Ssd con possibilità di espansione fino a 2 Tb, connettività Lte.
Monta audio Bang & Olufsen, una fotocamera frontale da 8 Mpx, utilizza sistemi di autenticazione biometrici e sistemi di cifratura dei dati, è certificato per utilizzo in ambienti lavorativi, con sistemi di protezione da acqua e polveri, può essere utilizzato in modalità dual sim ed è carrozzato con una batteria da 4.150 mAh e da un display con Gorilla Glass.
Soprattutto, ed è questo un elemento che Park sottolinea più volte: “È phablet, è tablet, è desktop tutto in uno, per questo abbiamo progettato direttamente gli accessori, a partire dalla Desk Dock, che oltre alla funzione di ricarica rapida integra porte Usb di tipo A e di tipo C, oltre a una porta Ethernet”.
Elite x3 + Mobile Extender, oltre il terminale
Il complemento più interessante di nuovo Elite x3 è tuttavia il mobile extender, un dispositivo da 12,5 pollici, privo di Cpu e hard drive, ma equipaggiato da una batteria da 48 ore, “da utilizzare in pairing con il telefono”.
Non un terminale stupido, o per lo meno Park non vuole definirlo così proprio per la velocità di connessione con lo smartphone e per la durata della batteria che superano i limiti del passato, ma una soluzione alle esigenze di operatività del lavoratore in mobilità e una semplificazione per l’It manager, che non deve mettere in sicurezza più apparati.
Oltre agli accessori, ci sono poi le App.
Parliamo di App per il business, naturalmente: “Abbiamo la consapevolezza che Windows non è particolarmente popolare nel mondo consumer, ma noi parliamo di un mondo di imprese e le aziende si stanno preparando alla migrazione a Windows 10, con tutto il suo ecosistema di App.Per questo motivo, in Elite x3 abbiamo integrato Hp Workspace, che consente all’utente di aprire una sessione verso il datacenter aziendale, per accedere a tutto ciò che gli serve, in un’ottica Continuum”.
Elite x3, i casi d’uso
Un dispositivo che nasce dalle indicazioni raccolte presso gli utenti aziendali, così lo racconta Parks, che ne disegna implementazioni nell’ambito della mobile workforce, della sanità o ancora del retail: del resto i Pogo Pins collocati sul retro del dispositivo lo predispongono ad esempio per essere connesso a un Pos o ad altri terminali di pagamento.
La disponibilità è prevista dopo l’estate: i mesi che mancano al lancio servono ad Hp per lavorare con il suo ecosistema di partner, per completare i test con le aziende con le quali sono partiti i progetti pilota, per valutare i bundle con i quali portarlo ai mercati.
“Se lo avessimo lanciato subito, sarebbe stato semplicemente un altro smartphone”, è la conclusione di Park.