Mwc parla di 5G e realtà virtuale

Il Mobile World Congress ha da sempre una doppia anima, da un lato la solidità delle tecnologie di rete, dall’altra l’effervescenza dei device mobili. L’edizione che ci attende, che si terrà dal 2 al 5 marzo nella capitale catalana, contrapporrà al massimo la ricerca di solide argomentazione per la trasmissione dati e la necessità di far parlare di sé i nuovi device.
Parlando delle tecnologie di rete, in questo salone prenderà il sopravvento il 5G, la futura ondata di soluzioni che vuol bruciare le tappe ed è in fase di lancio già oggi, quando il 4G è partito da poco e la sua diffusione è ancora lontana dal top.
Quest’anno sono attese dimostrazioni dei carrier, implementazioni e prove di concetto, bene immerse nella realtà. Tuttavia è prematuro parlare di potenziali applicazioni, in quanto non vi è ancora consenso neanche su ciò che fa 5G e ciò che ne è escluso.
Il 5G richiama intorno a sé altre questioni, tra i quali altri la disponibilità di nuovi spettri di frequenza -con relativa normativa internazionale- e la virtualizzazione delle funzioni di rete (Nfv). In particolare nel corso del 2014 gli approcci Nfv (network function virtualization) ed Sdn (software defined network), che per lungo tempo non si sono ben differenziati, sono diventati più chiari, lasciando emergere soluzioni vendor. E molto ci si attende all’Mwc sul corretto posizionamento dei due approcci e anche della loro coesistenza.
Inoltre, molti dei casi d’uso su 5G potrebbero effettivamente essere realizzati su 4G, quindi potendo contare su più operatori, magari migliorando le reti con Nfv/Sdn o HetNets, le reti eterogenee.
Certo è che in totale assenza di definizioni chiare su cosa sarà il 5G, possiamo aspettarci di vedere il termine applicato a quasi ogni tecnologia mobile. Il posizionamento 5G come evoluzione da 4G di oggi è supportato dal marketing, quindi il termine potrebbe diventare abusato molto presto anche in assenza d’uno straccio d’implementazione realmente efficace.

Realtà virtuale alla prova del mercato

Una certa incidenza l’avrà anche la realtà virtuale o aumentata, ma c’è da temere che sia l’ennesimo fenomeno mediatico, visto lo scarso interesse finora mostrato dal pubblico. Dopo l’acquisizione di Oculus Vr da parte di Facebook si sono visti nuovi annunci di prodotto, come una tuta Vr di Samsung o il Sony Morpheus Vr. Nuovi sensori d’ingresso, quali i gesture sensors o le nuove fotocamere complesse (array di fotocamere, fusion cameras), rendono più semplici il 3d, la Vr e la Ar, ma la mancanza di contenuti, l’ingombrante hardware, il prezzo elevato possono ricreare l’insuccesso del 3D già visto su televisori e smartphone.
Per gli smartphone tradizionali dopo i display edge, curvi da un lato, potrebbero arrivare quelli curvi su due lati e via via aumentando la famiglia: dopo il bended e il curved, infatti, arriveranno il display pieghevole (foldable) e quello avvolgibile (rollable).
Molto interessante è la generazione di soluzioni di ricarica non dalla rete elettrica, il cosiddetto energy harvesting: energia del sole (celle o calore) o del vento, ma anche cinetica (da movimento di parti del corpo) e anche del tipo a variazione (gradiente) di salinità sembrano molto interessanti per il grande mercato.
Ovviamente si parlerà anche, e molto, di internet delle cose. In questo settore già c’è un ricco catalogo di oggetti e device, per cui il mercato sembra pronto ad affrontare la convergenza da soluzioni sparse ad un certo numero di standard, soprattutto in termini di comunicazioni e di framework per le app di gestione.

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