La casa giapponese presenta Sx-6, l’ultimo nato della famiglia Sx di supercalcolatori vettoriali per gli ambienti di ricerca.
Pensati per la gestione di calcoli matematici e algoritmi molto complessi, i supercomputer guadagnano consensi nel mondo universitario e in quello dei laboratori di ricerca climatica, nella meteorologia e nei calcoli strutturali. È per rispondere a questi bisogni critici che il produttore giapponese Nec presenta Sx-6, una nuova generazione di supercalcolatori vettoriali.
Ogni processore ha una potenza di circa 8 Gflop, pari a otto miliardi di operazioni al secondo. Ma tutta questa potenza di calcolo è stata ridotta in macchine di dimensioni piuttosto contenute e la società conta di realizzare, nei prossimi mesi, dei cluster di 16 Sx-6, ovvero di 128 processori e 1 Tbyte di memoria, capaci di sviluppare una potenza di calcolo di circa 1 Tflop (pari a mille miliardi di operazioni al secondo) e, in futuro, addirittura di 64 Sx-6.
Un Sx-6 è composto da 8 processori a 500 MHz, per una potenza totale di circa 64 Gflop, è dotato di 64 Gbyte di memoria Sdram e di 96 canali di estensione per connettori Scsi, Fibre Channel, Ffdi, Ethernet o altri. Ciascun processore vettoriale è anche dotato di un cuore di trattamento superscalare, che consente di migliorare le performance della macchina nel trattamento dei vettori corti. Il sistema funziona sotto Super-Ux, una declinazione di Unix, e Nec non ha reso noto il suo prezzo che, comunque, dovrebbe essere valutato in diversi milioni di dollari.