Necessaria la condivisione dello spettro di frequenze tra broadcast e broadband

La conclusione è della vice presidente della Commissione europea, Neelie Kroes, che sostiene che i costi da sostenere dovrebbero essere interamente a carico dei carrier mobile.

Per permettere all’Europa di trarre pieno vantaggio dallo spettro delle frequenze lungo le sue coste, le emittenti devono condividere le loro dotazioni con i fornitori di banda larga mobile. Questa è la conclusione di Neelie Kroes, vice presidente della Commissione europea a capo dell’Agenda digitale.

La Kroes ha sostenuto che lavorare insieme è l’unico modo per raggiungere l’obiettivo di garantire connessioni a 30 Mbps per tutti i cittadini europei entro il 2020. La banda di frequenze in esame in questo momento è la 700MHz che, sia la Commissione che l’International Telecommunication Union (ITU), concordano dovrebbe essere condivisa tra le emittenti e gli operatori mobili a banda larga, piuttosto che rimanere patrimonio esclusivo dei programmi radiofonici. “Superiamo la vecchia, sterile lotta contro il broadcasting su banda larga e cerchiamo di esaminare scenari più lungimiranti – ha detto la Kroes nel corso di un discorso alla conferenza sulla gestione dello spettro delle frequenze radio in corso a Bruxelles -. Vediamo come possiamo aiutare la convergenza tra i due mondi, in modo che ogni europeo abbia un facile accesso a contenuti e servizi innovativi e sempre più interattivi”.

Secondo la vice presidente, misure come l’utilizzo efficiente delle tecnologie, nonché la condivisione di infrastrutture come siti e piloni, sarebbero vantaggiose per entrambe le industrie, oltre a offrire una migliore connettività per i cittadini di tutta Europa.
La Kroes ha riconosciuto che ci sarà da pagare un prezzo in termini di costo e ha anche chiarito su chi debba gravare l’onere: “Facciamo in modo che i costi non siano sostenuti dalle emittenti – ha detto -. Dopo tutto, lo spettro al di sotto di 1GHz è prezioso e gli operatori mobili non possono certo sperare di ottenere gratuitamente queste opportunità incredibili di ampliare il proprio mercato”.

Fare un uso migliore dello spettro disponibile
Il dibattito sui 700MHz è solo un elemento del piano di governo complessivo dello spettro delle frequenze. La Kroes ha chiesto la condivisione dello spettro tra più industrie separate, o tra organizzazioni diverse sia pubbliche che commerciali, per favorire la diffusione delle nuove tecnologie, contribuendo a fornire la connessione a Internet senza che sia necessario posare chilometri di fibra. “Lo spettro è una risorsa unica, ma non è infinita… avremo, quindi, bisogno di essere creativi e innovativi nella ricerca del modo migliore per ottimizzarla”, ha avvertito la Kroes, che ha in programma di creare un inventario dello spettro di frequenze che mostri se le organizzazioni stanno arrivando al limite dell’utilizzo o se, per contro, stanno sottoutilizzando le risorse in termini delle frequenze messe a loro disposizione. Nel caso di utilizzo inferiore rispetto al limite fisico, lo spettro potrà essere travasato e offerto in uso ad altri enti o aziende private, ovviamente a fronte del pagamento di una certa tariffa, assicurandosi così che tutte le risorse disponibili siano utilizzate al loro pieno potenziale.

“Abbiamo bisogno di un inventario dello spettro e i primi segnali che ci arrivano dimostrano che c’è parecchia banda che possiamo sfruttare semplicemente utilizzando in modo più efficiente quanto già disponibile o attraverso una redistribuzione delle quote inutilizzate e sottoutilizzate – ha chiarito -. L’inventario è di enorme valore strategico. È la strada giusta da seguire per garantire trasparenza, certezza e stabilità, oltre che per rendere più oggettiva l’assegnazione delle frequenze”.

La condivisione dello spettro in tutta Europa
La Kroes ha insistito sul fatto che l’inventario debba essere su scala europea: “Solo da una visione complessiva a livello di continente possiamo ottenere una immagine efficiente della situazione e fare i conti con questioni complesse e intrecciate di carattere tecnico, economico e sociale”, ha aggiunto.

Il rappresentante della Commissione era conscio del fatto che non tutti gli interessati sarebbero stati soddisfatti rispetto a queste proposte, ma ha concluso il suo intervento rassicurandoli sul motivo per cui la strategia è stata messa in atto. “Il fatto è che la domanda di applicazioni su reti wireless sta crescendo in modo esponenziale ed è probabile che continuerà a farlo – ha concluso -. Le persone si aspettano di ottenere il massimo dai propri smartphone e tablet. Pretendono connessioni broadband di qualità anche in movimento e vogliono godere di nuovi servizi online sui propri dispositivi portatili. Sono, quindi, sempre più affamati di banda larga perché allettati dai contenuti video e dalle applicazioni rich media che le emittenti sono sempre più inclini a produrre. Se non lo facciamo per loro, se non avremo fatto il nostro dovere per garantire uno spettro sufficiente per sostenere queste applicazioni, allora i consumatori non saranno pazienti con noi. Se falliremo nell’assicurare questo tipo di innovazione ai nostri cittadini, la conseguenza sarà strangolare l’innovazione online e, di conseguenza, la crescita economica nel suo complesso. Ma se riusciremo nell’intento, se saremo in grado di realizzare il nostro programma in tempi brevi, riusciremo a mettere l’Europa alla guida di una rivoluzione wireless globale. Per me, quindi, la scelta è semplice…”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome