In sei mesi la società blocca oltre 18.000 aste per la vendita di software illegale.
Nel corso della prima metà di quest’anno, Bsa ha chiesto e ottenuto la chiusura di oltre 18.300 aste online in tutto il mondo, riguardanti la vendita di oltre 45.000 copie di software pirata, per un ammontare superiore ai 15 milioni di euro.
Dopo il peer-to-peer, sotto i riflettori dell’associazione arrivano dunque le aste, considerate vere e proprie fonti non autorizzate.
Non a caso, Bsa mette in guardia gli utenti nei confronti di acquisti incauti, spesso attirati con lo specchietto di prezzi “troppo belli per essere veri”.
E se agli utenti l’associazione invita a diffidare di offerte che sembrano semplicemente gesti di generosità da parte dei proponenti, ai siti di aste rivolge invece l’invito a meglio proteggere i consumatori.
In particolare, Bsa è convinta che spetti ai siti di aste l’assunzione di responsabilità e li invita a sottolineare tutti i rischi che i clienti corrono acquistando software online. Sarebbe altresì utile, se nel caso di prodotti software si potesse disabilitare l’opzione “compralo subito”, per dare tempo e modo di esperire le necessarie indagini.