I dati Assinform mostrano un comparto in continuo regresso, anche nei primi mesi del 2013. La proposta per rilanciare gli investimenti nel settore.
Per l’Ict italiana i segnali sono e restano profondamente negativi.
È questo l’unico commento possibile a margine della presentazione dei dati Assinform relativi non solo al 2012, ma a tutto il primo trimestre dell’anno.
Agli indicatori negativi dello scorso anno basta infatti aggiungere un solo dato: la contrazione del mercato digitale nel suo complesso di un ulteriore 7,5 per cento.
Calano, ha evidenziato il presidente dell’associazione Paolo Angelucci, le componenti tradizionali dell’Ict, con le Tlc addirittura in regresso del 9,4% per effetto della riduzione delle tariffe di terminazione.
La sola It, invece, nei primi mesi dell’anno, segna un regresso del 4,2 per cento, destinato a salire al 5,8 per cento entro la fine dell’anno.
E se anche il regresso delle Tlc dovesse attestarsi a un -6,5%, Paolucci evidenzia come le proiezioni per fine 2013 sono peggiorative rispetto a quanto già previsto.
In realtà, sacche di potenzialità positive, legate agli aspetti più innovativi del mercato digitale globale ci sono anche nel nostro Paese, se è vero che lo scorso anno, su un fatturato complessivo di 68.141 milioni di euro, in calo dell’1,8 per cento sul 2011 ”le componenti innovative legate al web, che rappresentano il 21% del mercato, hanno registrato un incremento del 7,5%”, così come sono cresciuti rispettivamente del 62 e 22 per cento i segmenti smartphone e Internet delle cose.
Il vero problema, ha sottolineato Angelucci, è che questi sprazzi di positività rischiano di restare fenomeni isolati se contestualizzati in uno scenario di generale arretratezza della Pubblica Amministrazione, di assenza di una strategia sistemica per lo sviluppo dell´innovazione e di difficoltà oggettive per le imprese, che hanno tutte ridotto la portata degli investimenti in It: le grandi in ragione dell1,7% anno su anno, le medie del 2,1% e le piccole del 3%.
E la preoccupazione resta il ritardo rispetto agli altri Paesi su una serie di indicatori chiave, a parte dall’ecommerce per arrivare alla banda larga che ha a oggi raggiunto il 55 per cento delle famiglie, contro il 73 per cento della media della Ue27.
Addirittura, si legge nella nota emessa dall’Associazione, c’è un 37 per cento di popolazione che non ha mai usato Internet e solo il 15 per cento degli italiani acquistano online, con il 35 per cento della media europea
Il cahier des doléances prosegue con le percentuali di diffusione dei servizi di home banking (21 per cento contro il 40 per cento della media europea) e interazioni on line con la Pa (19% contro il 44%).
Lo scenario è tale che Assinform chiede impegni precisi in particolare per quanto riguarda l’attuazione dell’Agenda Digitale la cui responsabilità deve essere assunta direttamente dalla Presidenza del Consiglio.
In particolare, poi, suggerisce due misure da adottare in tempi rapidi: l’istituzione di un Bonus Cloud, in forma di ” credito d´imposta da utilizzare obbligatoriamente in applicazioni e nello sviluppo di nuovi processi aziendali” e poi l’introduzione di Sabatini tecnologica, sul modello della legge nata per sostenere tramite finanziamento gli acquisti delle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di ”agevolare la digitalizzazione delle imprese e gli investimenti anche immateriali”.
Tra le misure a favore del comparto, poi, l’associazione propone l’istituzione di un plafond ” da destinare alle aziende d´informatica, finalizzato allo sviluppo di prodotti e soluzione innovative, eventualmente con un apposito Fondo di Garanzia” e l’adozione di politiche sul lavoro che agevolino l’ingresso di nuove figure professionali nelle aziende.