La società prende una posizione efficientista ed ecologista nei confronti dei consumi di datacenter. E la mette in pratica.
Network Appliance ha una proposta per ridurre il consumo energetico dei data center dei propri clienti. La esprime sulla scorta dei risultati di una recente indagine che ha condotto e che hanno evidenziato quanto l’alimentazione elettrica per i data center sia diventata uno degli aspetti cruciali per le aziende moderne.
Fra i clienti di NetApp che hanno partecipato all’indagine, il 59% ha affermato di tenere in seria considerazione il consumo di energia, mentre il 46% sta già investendo in contromisure.
Tutto parte dalla necessità di incrementare la “potenza di fuoco” delle infrastrutture, per tenere il passo delle crescenti richieste di elaborazione e memorizzazione. Nel secondo caso, rileva NetApp, fino ad ora, la soluzione più semplice era rappresentata dall’aggiunta di ulteriori dischi a quelli già esistenti nei sistemi. L’operazione, però, porta a un aumento della densità di storage e a un maggiore fabbisogno di energia e ulteriori dispositivi di raffreddamento. Un approccio simile conduce senza dubbio i data center al limite delle proprie capacità di storage, e in più porta problemi di raffreddamento, spazio fisico ed energetici.
Inoltre, molte delle tecnologie rivolte alla riduzione il consumo di energia anziché agire sui principali driver responsabili della crescita di consumo energetico, si limitano semplicemente a ridurre i costi medi di elettricità.
L’approccio consigliato da NetApp, invece, consiste nel porre un freno al consumo energetico alla sorgente, con soluzioni che riducono l’accumulo di dati grezzi e offrono potenzialità maggiori attraverso i sistemi storage già presenti negli ambienti It. Tale approccio sarebbe in grado di permettere alle aziende It di raggiungere una buona efficienza energetica e anche di diminuire i costi e le complessità infrastrutturali.
La stessa NetApp, nel proprio dipartimento It, si è fatta promotrice di un progetto che mira a consolidare il proprio storage e ad usufruire della tecnologia Data Ontap 7G e FlexVol.
Anche in NetApp, per migliorare le prestazioni delle applicazioni in passato venivano aggiunti ulteriori dischi all’infrastruttura storage. Tale modalità causava un sottoutilizzo della capacità media di storage per volume pari a circa il 40%. Inoltre, NetApp necessitava di ulteriore energia per garantire un efficace sistema di raffreddamento ai propri 50 sistemi storage, i quali da soli consumavano circa 329kW.
Il dipartimento It, allora, ha consolidato i propri dati su dieci sistemi storage che dispongono di Data Ontap 7G. La tecnologia Flex Vol ha consentito di incrementare la flessibilità operazionale semplificando l’aggiunta di nuovi volumi e ottimizzando la crescita o la riduzione di quelli già esistenti, così da venire incontro alle nuove sfide del mercato storage. Tale flessibilità ha ridotto i costi, aumentando l’utilizzo dello storage da meno del 40% ad una media del 60%.
Ciò ha permesso a NetApp di ottimizzare l’ingombro dei sistemi di storage, portando i rack utilizzati da 25 a 6 ed eliminando l’utilizzo di 94 tonnellate di aria condizionata e di ridurre i costi per l’elettricità di circa 60.000 dollari all’anno.
Infine, il dipartimento It ha ottenuto benefici dalla riduzione della complessità attraverso la semplificazione della gestione, la riduzione dei rischi di indisponibiltà dei dati e una maggiore flessibilità.