Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting, prevede un anno di crescita contenuta, con buone possibilità di successo per le aziende che punteranno sull’innovazione
Idc: le tendenze dell’IT nel 2008 Fabio Rizzotto, research manager Idc Italia |
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Gfk: le tendenze dell’IT nel 2008 Antonella Bertolini (Gfk Italia) |
La situazione macroeconomica mi pare indichi una fase di peggioramento delle condizioni generali. Anche il nostro Paese deve infatti misurarsi con l’impatto della mini recessione americana; inoltre, ci si deve confrontare con il rallentamento tedesco e, inevitabilmente, le imprese hanno meno risorse da destinare all’Information Technology e, di conseguenza, si accentuerà la tendenza (che si pensava esaurita) verso una riduzione dei costi. Le analisi però evidenziano che il vero confine tra le aziende è quello che delimita quelle che innovano e quante non investono in innovazione.
Risulta infatti sempre più evidente che a parità di situazione chi spende per l’IT ha performance positive in termini di fatturato e utili, mentre chi non lo fa regredisce. Questo quadro risulterà molto chiaro anche nel 2008. Il mercato IT italiano crescerà del 2%, un incremento allineato a quello del 2007. Gli altri Paesi europei in media hanno ritmi superiori perché, soprattutto i più grandi, sono stati capaci di delocalizzare, innovare e quindi di organizzarsi meglio per affrontare le difficoltà di cui si diceva. Secondo il mio punto di vista credo che ci siano varie tendenze in atto a partire da un fenomeno abbastanza curioso. La politica del cost saving non vale solo per la tecnologia, ma anche per tutti quegli aspetti che riguardano la Old Economy, per esempio, rispetto al risparmio energetico. Tale attenzione promuove un ricambio tecnologico su lato client e quindi da ciò trarranno beneficio i volumi di vendita dei pc, che pur dovranno continuare a scontare il loro downpricing.
Un altro trend positivo in atto riguarda i dispositivi per la mobilità, un segmento naturalmente strettamente correlato alle reti Tlc in generale e in particolare alla diffusione di punti Wi-Fi. Assistiamo inoltre a un sempre maggiore utilizzo di soluzioni per il Web 2.0 soprattutto in azienda. Il social networking infatti vuol dire tante cose: dai blog interni al Crm più evoluto per riuscire a interagire con i propri clienti. Si va sempre più poi verso la dematerializzazione del documento cartaceo, un fenomeno che impatterà un po’ su tutti. Ugualmente cresce la domanda di virtualizzazione con tutto il bagaglio software e di servizi che essa necessita.
Un accenno all’andamento del business dei servizi. Accanto al fatto che i fornitori di software tendono a corredare i loro prodotti con sempre maggiori servizi (e questo inevitabilmente spiazza i partner), si registra che inspiegabilmente prosegue il trend di diminuzione delle tariffe professionali. Si pensava di essere giunti a un limite e invece i minimi continuano ad abbassarsi al punto che arriveranno a poterseli permettere solo le grandi aziende che possono fare economie di scala. Vorrei però aggiungere che un certo tipo di competenze esclusive e caratterizzanti si continuano a pagare. Questo fatto indiscutibile si traduce in una carta da giocare a favore delle grandi aziende che hanno maggiori possibilità economiche, ma risulta anche un importante stimolo all’azione per le piccole. Chi, infatti, dimostra di avere maggior coraggio nell’investire in competenze professionali sarà in grado di riposizionarsi sul mercato. Direi che in questo momento le soluzioni su cui le terze parti devono maggiormente puntare per poter fare business riguardano il documento digitale, le soluzioni infrastrutturali, l’outsourcing di alto livello e le nuove applicazioni Web 2.0 in tutte le loro declinazioni.
* Amministratore delegato di NetConsulting