Ne parla il Ceo Gregory M. Spierkel spiegando i motivi e le scelte che portano il distributore a crescere più del mercato It
Gregory M. Spierkel, chief executive officer di Ingram Micro, nel suo “giro di ricognizione” per le varie country in cui
l’azienda è presente è passato anche per l’Italia lasciando alcuni chiari
messaggi.
“Vogliamo crescere più veloci del mercato che in termini di fatturato ha un incremento del 5% a livello worldwide. E di fatto, oggi stiamo incrementando il nostro business anno su anno del 13%. Questo è possibile attraverso acquisizioni, attraverso una crescita dell’organico e soprattutto focalizzando il nostro business in tre aree: networking, mobility e consumer electronics”.
Spierkel le spiega una a una. “Il networking permette la crescita desiderata, anche se in Italia questo mercato non è ancora forte come in altri Paesi e qui vogliamo investire e ottenere migliori risultati, tenendo conto che questo settore offre i margini migliori. Analogamente ci aspettiamo soddisfazioni dal mobility. Siamo numero uno nelle vendite di laptop – sostiene il Ceo – e abbiamo commercializzato anche molti navigatori Gps”.
Per quanto riguarda la consumer electronics, Ingram sta arricchendo il portafoglio dei prodotti attraverso nuovi accordi con vendor non presenti prima nel proprio listino. “Alcuni saranno a livello globale, altri locali, ma comunque questo è un altro ambito che ci consentirà di crescere. Questo settore – spiega – sta già aumentando più dell’It.
Esiste, poi, un’altra strategia che il distributore ritiene vitale in questo momento storico dell’economia mondiale: la presenza in Asia, dove Ingram Micro fattura cinque miliardi di dollari e dove, insieme all’America Latina, cresce più che in ogni altra country. “In Cina siamo i numeri due – afferma Spierkel – e in cinque Paesi asiatici abbiamo l’esclusiva della vendita dei pc Lenovo”.
Certo le sfide non mancano, così come le aree sui cui lavorare e migliorare.
“Il nostro lavoro è di fare bene con pochi margini e poca profittabilità. Per questo dobbiamo avere la migliore gestione dell’inventario e del capitale circolante, soprattutto in Italia. Stiamo imparando anche dall’esperienza negli altri Paesi. Per esempio nel territorio italiano resta il problema nel ritardo dei pagamenti e, dunque, le performance finanziarie e operative sono essenziali, così come il giusto mix di prodotti da offrire ai clienti”.