La situazione economica globale, in cui i costi dell’energia stanno giocando un ruolo centrale, impone scelte strategiche non semplici per il settore ICT. La posto in gioco è altissima: il futuro del Paese dipende in larga parte dalla capacità di affrontare trasformazione digitale e transizione ecologica nel modo più efficiente possibile. Ne parliamo con le realtà leader di mercato, affrontando con loro le tematiche più calde.
Alle nostre domande risponde Massimiliano Versace, CEO e founder di Neurala.
Come pensate di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale, efficienza energetica e la costante crescita della potenza di calcolo richiesta?
L’intelligenza artificiale è un potentissimo strumento che, orientato alla sensibilità ambientale, può fare la differenza.
L’I.A. che sviluppiamo e commercializziamo riduce gli sprechi, migliora la produzione e rende più efficienti le macchine e le aziende stesse.
È importante citare, a tal proposito, un approfondito studio di Boston Consulting Group che dimostra come il potenziale impatto complessivo delle tecnologie di intelligenza artificiale per la sostenibilità ambientale vada da 1300 a 2600 miliardi di U.S.D. – generato attraverso entrate aggiuntive e risparmi sui costi – entro il 2030.
In Neurala, contribuiamo alla sostenibilità ambientale in diversi modi.
Innanzitutto grazie al nostro software VIA è possibile identificare istantaneamente tutti i prodotti difettosi generati in linea, dando la possibilità alle aziende di rimuoverli dalla produzione prima che essi vengano imballati e distribuiti. Questo genera grossi risparmi in termini di denaro ed emissioni, ottenuti evitando lavorazioni successive e, ancor peggio, grossi richiami di prodotti.
In secondo luogo, la nostra tecnologia è stata utilizzata nel corso degli anni per ottimizzare macchinari ideati per essere maggiormente eco-friendly rispetto alle precedenti versioni. Un esempio recente è una macchina di imballaggio progettata per l’evasione di ordini di ecommerce che prepara pacchi sulla misura degli oggetti da spedire. Utilizzando scatole di dimensioni standard infatti, il rischio è di generare grossi sprechi in termini di materiali per imballaggio e spazio, quindi carburante. Il nostro scopo è di fornire il massimo supporto ai costruttori di macchine che hanno un occhio di riguardo per l’ambiente.
In ultimo, spesso quando si parla di intelligenza artificiale si pensa a grossi cluster di GPU con elevatissimi consumi. La nostra tecnologia è in grado di operare su sistemi sprovvisti di GPU o addirittura a bordo di piccoli dispositivi, con consumi irrisori.
È passato più di un anno dall’approvazione definitiva del PNRR. Ad oggi, quali risultati ha prodotto sulla trasformazione digitale dell’Italia e quali sono le prospettive?
Ad oggi, ci troviamo in una crisi globale unica, i cui effetti sociali ed economici faranno sentire il loro riverbero negli anni a venire.
Per far fronte a questo contesto sempre più a tinte fosche, l’Italia ha varato il PNRR, ovvero il piano di ripresa più grande in Europa che potrebbe dare impulso ad una “nuova economia” irrobustendo e velocizzando il processo di digitalizzazione delle imprese italiane, soprattutto in ottica 4.0.
Lo stimolo avvertito dagli imprenditori nell’assumere un ruolo attivo nell’implementazione delle misure previste dal PNRR deriva dall’urgenza di promuovere la crescita economica e, in contemporanea, tutelare la salute del pianeta.
I programmi diretti a sostenere ed implementare la transizione verso una nuova economia verde hanno infatti ricevuto la quota maggiore di risorse, il 37% del totale (pari a 59,45 miliardi di euro), sul presupposto che la transizione verde sia la base di una nuova strategia di sviluppo che abbia però effetti positivi sul cambiamento climatico.
La seconda quota di risorse (20%, 40,70 miliardi) è invece dedicata alla digitalizzazione, considerata lo strumento principale per garantire la competitività della futura economia industriale, con un’enfasi particolare sulla conversione all’Industria 4.0.
Dall’avvento del PNRR, i produttori sono stati quindi in grado di adottare strategie di digitalizzazione per una maggiore automatizzazione dei processi produttivi, specialmente quelli atti a ridurre le emissioni e gli sprechi.
Dal punto di vista di Neurala, questo si è tradotto in un forte interesse da parte delle aziende ed in una grossa crescita di richieste per l’implementazione di controlli di qualità basati su I.A. completamente automatizzati ed in grado di ispezionare il 100% della produzione.
Questo tipo di sistemi ha infatti generato un enorme potenziale di miglioramento per i processi produttivi.
Per tradurre il potenziale di miglioramento in numeri, secondo la Consumer Brand Association la spesa di ritiro di un prodotto dal mercato per un’azienda si aggira intorno a 9 milioni di euro in costi diretti. Una cifra alta che include diverse voci: danni reputazionali a carico dell’azienda e del marchio, le vendite perse e altri costi fissi.
Al di là dei costi monetari, i prodotti contaminati o non conformi alle norme di legge, possono mettere a rischio la salute del consumatore e causare un forte danno ambientale associato al ritiro dei prodotti difettosi.
Considerando inoltre la grandissima carenza di manodopera verificatasi negli ultimi anni –predetta per essere sempre maggiore in futuro – questo insieme di miglioramenti non potrebbe avvenire assumendo più personale poiché, come altro effetto di questa crisi, sul mercato non c’è abbastanza offerta di operatori manuali per soddisfare le richieste di tutti i produttori.
Concludendo, la spinta verso la digitalizzazione ha avuto un ruolo fondamentale e, come confermano gli “early adopters” della nostra tecnologia, i miglioramenti sono tangibili e si traducono in tempo, qualità, riduzione degli sprechi e, mai più importante di adesso, minor impatto ambientale.
Mai gli investimenti e la pianificazione hanno avuto un impatto così decisivo sul futuro di un’organizzazione. Quanto sente suo il ruolo di partner tecnologico dei suoi clienti?
Neurala ha lanciato il suo partner program a livello globale nel settembre del 2020 con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e ridurre gli sprechi dei processi di produzione, spalancando così le porte della Vision AI ai produttori di tutto il mondo.
Il programma è partito in sordina, ma oggi vanta oltre 50 partner operanti in circa 40 Paesi, con una presenza significativa in Europa. Ha inoltre destato un fortissimo interesse nel settore manifatturiero italiano spingendo Neurala ad aprire una sua sede fisica in Italia, a Trieste, solo 9 mesi dopo il suo lancio.
Lo scopo di tale scelta è stato garantire un servizio ancora più efficiente ad integratori, partner e clienti sul territorio europeo, soprattutto attraverso la valorizzazione del capitale umano presente in Italia.
Il game changer del 2023. Se dovesse scegliere una tecnologia, quale pensa che sarà la scelta vincente per le organizzazioni nel prossimo anno?
Senza dubbio l’Intelligenza Artificiale. Oltre ad essere uno strumento passivo in grado di monitorare i processi e le emissioni delle aziende, è in grado di imparare dai dati raccolti e di agire ottimizzando al meglio ogni singola attività riducendo significativamente la loro impronta energetica.
Nel nostro caso di utilizzo più frequente, l’intelligenza artificiale impara quali sono i prodotti non conformi agli standard della produzione e comunica alla macchina come gestirli.
In passato abbiamo svolto dei progetti in cui l’I.A. monitorava il funzionamento dell’intera macchina ed era in grado di predire guasti e malfunzionamenti anche se i singoli sensori disposti su di essa non segnalavano allarmi.
Generalizzando il concetto ed estendendolo su una scala più ampia penso che l’I.A. possa davvero cambiare l’impatto che le aziende ed loro processi hanno sul nostro pianeta e sull’ambiente, riducendoli notevolmente.